Corsi di riconversione TFA Sostegno. Il MIUR ne ha urgenza
Gli insegnanti in esubero avranno accesso, su base volontaria, ai corsi speciali gratuiti, da organizzarsi prioritariamente, ma poche università si sono fatte avanti.
I corsi per i docenti in esubero prevedono un percorso abbreviato con notevoli agevolazioni e frequenza on line per ore fino a 50% per i moduli previsti per il conseguimento della specializzazione sul sostegno. La priorità per la quale il MIUR preme è quella di riconvertire gli insegnanti soprannumerari delle classi di concorso A075 (Dattilografia e stenografia), A076 (Trattamento testi), C555 e C999 (insegnanti tecnico pratici, già assunti dagli EE.LL. e poi passati alle dipendenze dello Stato); ove il numero dei soprannumerari interessati fosse inferiore a quello dei posti assegnati ai corsi di riconversione, gli UU.SS.RR. riapriranno i termini per l’auto segnalazione ai soprannumerari delle altre classi di concorso del gruppo C e, in subordine, delle classi A più in sofferenza (quali sono, ad esempio, Economia aziendale e Discipline giuridiche ed economiche). Tutti i docenti ammessi ai corsi di riconversione potranno chiedere ai dd.gg. permessi contrattuali per diritto allo studio (fino a 150 ore nell’a.s.).

Un triangolo terribile nel Meridione d’Italia: disoccupazione giovanile – politiche scolastiche deficitarie – esigenza di un ricambio della classe politica.
Per adesso c’è incappata la Carrozza che si è presa il lancio di uova, ma da queste parti tutta la classe dirigente rischia contestazioni. Riportiamo da Lucio Ficara.
All’Università di Arcavacata di Rende gli studenti hanno fortemente contestato la ministro della Pubblica istruzione, senza limitarsi agli slogan e agli striscioni di protesta ma lanciando pietre e uova contro l’auto del responsabile del Miur ed altre vetture del corteo. Si intende che siamo dispiaciuti perché, a parere nostro, la Carrozza non ha responsabilità; il problema è, però, che fa parte di un governo che non ha meriti a sostegno della Scuola e dell’Università ricalcando le politiche consuete (vertice A del triangolo). Più in generale, le politiche del Governo sono le solite (vertice B del triangolo), e lo iato tra Nord e Sud si fa sempre più marcato. L’ignavia dei decisori politici è il terzo vertice del triangolo nel quale questo governo può affondare mentre si profilano all’orizzonte nuovi protagonisti politici. Argutamente Ficara conclude la nota su Latecnicadella scuola.it (21 ottobre 2013) con queste parole: “In questa circostanza a dare manforte alle proteste degli studenti è sceso in campo anche un esponente del Movimento 5 Stelle, che ha polemizzato contro le politiche governative in campo di scuole e università”. Grande solidarietà desideriamo manifestare alle forze dell’ordine che, come al solito, si sono frapposte tra il corteo ministeriale e gli accesi contestatori parando gli insulti, le uova e le pietre destinati alla casta.

Borse di mobilità istituite con d.l. n.69/2013. Sono state presentate 4160 domande
Il finanziamento disponibile è di 17 milioni di euro e l’importo di ciascuna borsa è di 5mila euro per anno accademico; ne potranno dunque essere erogate meno di 900.
Si tratterà di studenti che si sono diplomati nell’a.s. 2012/13 con voto non inferiore a 95/100 e che nell’a.a. 2013/14 intendono immatricolarsi in un’università (fatta eccezione per quelle telematiche) di una regione diversa da quella di residenza. Verificati i requisiti dei richiedenti utilmente collocati in graduatoria, se ne attenderà l’iscrizione all’università. Questa la distribuzione delle domande: 2.902 di studenti che vogliono immatricolarsi in un corso triennale, 530 per lauree magistrali a ciclo unico di 5 anni, 728 per lauree magistrali a ciclo unico di 6 anni. Il 71% dei richiedenti proviene dalle Regioni del Sud e dalle Isole.

Uno studio di Tuttoscuola sulla dispersione nella scuola secondaria di II grado
Riportiamo il dato di sintesi.
Nel quinquennio 2008/2013 si sono persi per strada, senza completare il percorso scolastico statale verso il diploma circa 180 mila studenti: erano partiti in prima nel 2008-09 in 604.995 e nel 2012-13 sono arrivati al quinto anno in 425.553. Si sono ‘dispersi’, dunque, in 179.442 (- 29,7%), quasi uno studente ogni tre…. Negli anni precedenti era andato peggio con dispersioni superiori alle 191 mila unità che avevano avuto la punta massima nel 2007/08 con 203 mila unità. Il record della dispersione si era avuto nel 1999/2000 con 216.805 studenti che non avevano concluso il loro percorso quinquennale. (Fonte: Tuttoscuola - 20 ottobre 2013)

Sottosopra. E’ il MIUR a stabilire quali siano i valutatori affidabili
Lo Stato ha qualificato e assunto oltre seicentomila docenti nella Scuola pubblica e decine di migliaia di docenti universitari ma, secondo la Carrozza, occorre che un manipolo di esperti docimologi, un’oligarchia di saggi ne supervisioni le valutazioni.
Questa nostra è una democrazia che scricchiola, perché sempre più spesso avviene che le istituzioni – Scuola e Università, nel caso nostro – vengano surrogate nelle funzioni, o poste sotto la tutela di organi irrituali di proposta e controllo. Il quotidiano La Stampa pubblica (20 ottobre) un’intervista – di cui riportiamo un passo - alla ministro Carrozza, che denota sfiducia sulla obiettività delle valutazioni scolastiche e sulla corrispondenza tra le qualifiche certificate e le competenze acquisite dagli studenti al termine dei corsi scolastici e universitari. Quale rimedio propone la Ministro ? Validare il merito con i concorsi e le prove Invalsi. In sostanza, le valutazioni esterne, formulate da personale ad hoc scelto, decontestualizzate dall’attività didattica, darebbero maggiori garanzie di obiettività rispetto a quelle espresse dai docenti che lo Stato ha abilitato e che sono giunti alla cattedra, a norma di legge, mediante concorso. Domanda (La Stampa): Chi studia non è detto che sia preparato? Ministro: «Esatto, e invece, conta quello che si sa fare mentre nel dibattito politico c’è troppa attenzione al punteggio per ottenere i titoli necessari. Preferisco i concorsi che premiano la competenza e vorrei che le università venissero valutate». Domanda (La Stampa): In modo diverso da quanto accade ora? Ministro: «Ho sostenuto fin dall’inizio del mio incarico i sistemi di valutazione Invalsi e Anvur, ho anche messo a disposizione tutti i dati in nome della trasparenza. È necessario però valutare le competenze in uscita dall’università e confrontarle». Come? «Partendo dal metodo Invalsi che va migliorato e adattato all’università: voglio sapere se gli studenti escono dagli atenei con una laurea in grado di essere alla pari con quelle di altri Paesi». Quindi un test Invalsi anche all’università ma in quale momento? Ministro: «All’uscita dall’università. Nell’ultima analisi Ocse-Pisa c’era un dato che secondo me è drammatico: la media dei laureati italiani ha competenze paragonabili a quelle di uno studente di scuola secondaria del Giappone. Le politiche dell’istruzione degli ultimi 20 anni hanno portato scarsi risultati, è necessario cambiare rotta»…. Sta lavorando sd una modifica del sistema di valutazione delle competenze dei ragazzi? Ministro: Ministro: «Sì, vorrei migliorarlo rispetto al sistema attuale e proporre un unico sistema di valutazione per gli studenti dalla scuola primaria all’università».

Un altro caso di “supplenza”: è la magistratura a dettare i tempi ai decisori politici
Con la sentenza n.8843/2013, il TAR Lazio interviene a sollecitare l’emanazione delle misure necessarie a costituire il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.
Il fenomeno della supplenza alla politica è presente da tempo, in innumerevoli vicende che sono state commentate da prospettive opposte e contrarie; accade quando i responsabili della pubblica amministrazione decidono ad libitum (o non decidono), e magari si lamentano di eventuali ingerenze se il corpo sociale organizzato si rivolge alla magistratura. In materia di Scuola, spesse volte è stato l’ANIEF a chiedere alla magistratura amministrativa di svegliare dal torpore (o peggio) l’Amministrazione; nel caso che prospettiamo, l’iniziativa è stata presa dalla CGIL. Si ha adesso che lo scorso 15 ottobre il TAR del Lazio ha pubblicato la decisione sul ricorso avverso l’inerzia del Miur che, scaduto il CNPI, non ha adottato la O.M. necessaria in forza di una norma legislativa del 2003, di costituzione del Consiglio Nazionale Superiore dell’Istruzione. Se il MIUR non provvederà entro 60 giorni, provvederà il Commissario ad acta. Tuttoscuola (16 ottobre) propone che il governo sani “il pasticcio” inserendo una norma ad hoc nel decreto legge n.104/2013, attualmente in fase di conversione alla Camera: “Innanzitutto si dovrebbe togliere di mezzo il decreto legislativo 233/1999 che aveva previsto l’improbabile Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione che, se attuato oggi, provocherebbe confusione, contraddizione e disorientamento istituzionale. In che modo? Abrogandolo, facendo, però, attenzione alle norme transitorie in esso contenute. Considerato che non è possibile prorogare sic et simpliciter il CNPI, organo già decaduto da quasi un anno, si dovrebbe prevedere un recupero delle sue funzioni già esercitate fino al dicembre scorso, affidandole in via transitoria (per un anno o due?) allo stesso CNPI nella struttura esistente a tutto il 2012, in una specie di ufficio-stralcio. Infine, come terzo intervento emendativo, dovrebbe essere previsto nella fase transitoria con legge ordinaria la riforma degli organi collegiali della scuola dell’autonomia”.

Orientamento postscolastico
Le prossime iniziative in Sicilia e in Calabria
La D.G. per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione, la Comunicazione favorisce i contatti degli studenti con università e con istituzioni di formazione postsecondaria; due appuntamenti:
- "OrientaSicilia" si terrà a Palermo presso Villa Lampedusa, dal 22 al 26 ottobre 2013;
- “OrientaCalabria” si terrà alla Fiera di Lamezia Terme, nei giorni 10-12 dicembre 2013.

G.aE. Il passaggio stretto
Il penoso incrocio di tre file di insegnanti precari sta sulla coscienza di chi ha gestito le politiche scolastiche negli ultimi decenni.
La VII Commissione della Camera non ha ammesso le nostre argomentazioni sulla necessità di rimodulare le terza fascia delle GaE per fare spazio agli idonei vincitori di concorso e agli abilitati con il TFA ordinario. Questi non amano quelli, ed entrambe le schiere meno che meno nutrono benevolenza per gli abilitandi PAS che si profilano all’orizzonte (il diritto ad accedere ai corsi senza scrematura preselettiva l’hanno maturato, per lo più, perché discrezionalmente assunti nelle scuole paritarie). C’è, però, da dire che in queste due file new entry, i più giovani hanno trovato disattivate le scuole di specializzazione all’insegnamento, e dunque ambiscono a buon diritto alle GaE. Appunto, le GaE. Vi stazionano (non meno di quattro anni e, in non pochi casi, più di dieci) oltre 200mila precari c.d. “storici”, e non diciamo di come guardino alla platea dei concorrenti che spingono vivendo una condizione ancora più difficile (squallida, in certi casi, se non pagati per il loro lavoro) e prospettive troppo remote di stabilizzazione. Non ci scandalizza che i 200 mila stazionanti nel cunicolo delle G.aE. non amino i precari delle due file che incalzano e tentano di scavalcarne l’ultima fila, né ci scandalizza l’insofferenza con cui le new entry attendono che gli “storici” trovino sistemazione, meglio se lontano dalla Scuola. Scena penosa. Chi ne sono i responsabili ? I decisori politici, gli stessi che, intanto, a distanza di sicurezza nella turris eburnea della casta, torchiano le pareti del cunicolo di accesso ai ruoli dell’insegnamento restringendone la luce. Che ne sanno del precariato, loro e i loro figli ? Quella dei precari è una condizione di sofferenza socio-economica ma anche esistenziale perché comporta l’incertezza costante del futuro e chiede una ricarica continua della speranza. Nell’alea della scelta, il precario non è mai nella condizione di potere valutare quale opzione gli sia più vantaggiosa, e però è nella necessità di scegliere se sia meglio, nella giostra del lavoro, attendere una supplenza duratura o accettarne una qualunque o ciò che si viene presentando (contratto a progetto, master che conferisce punti, stage). Abbandonare ? Neanche, perché il precario della scuola è nella condizione di giocatore perdente: quindi non può lasciare il tavolo. In questa Italia – nella quale i decisori, quale che sia stato l’esito del loro lavoro (e i risultanti dell’amministrazione in Italia sono sotto gli occhi di tutti), stanno a vita in politica – la responsabilità della strage delle speranze di un’intera fascia demografica è degli incompetenti che ci hanno governato. Quale sia la condizione del “precario”, i decisori politici non la conoscono ma il prezzo della insipienza lo pagheranno perché l’avere sacrificato un’intera leva di giovani si ritorce inevitabilmente sulla qualità della vita di tutti. L’ANIEF, sindacato sostenuto da precari della Scuola e in buona parte da essi formato, ha il “privilegio” amarissimo di capire la situazione sottesa allo scontro tra le file contrapposte di precari; continuerà a difenderli tutti.

Fondo di istituto. Si attende l’informativa del MIUR alle OO.SS.
Il MIUR impartirà le disposizioni ad anno scolastico. inoltrato creando difficoltà amministrative alle scuole
“…Il Miur aveva fatto sapere che, per ora, le scuole possono aprire la contrattazione facendo riferimento solamente agli eventuali avanzi dello scorso anno. Poi, qualche giorno fa, è stata divulgata la notizia che sarebbe imminente un acconto del 30% rispetto alle cifre dello scorso anno. Il problema è legato al fatto che per riconoscere gli scatti stipendiali per il passaggio di “gradone” bisognerà necessariamente attingere alle risorse del fondo di istituto…”.
(Fonte: www.latecnicadellascuola - 15 ottobre 2013)

Workshop ABA/VB, organizzato da Anief in convenzione con Eurosofia.
Il seminario, di 16 ore, si terrà a Palermo il 26 e 27 ottobre, presso la sede dell'Università telematica Pegaso, Palazzo Mazzarino, via Maqueda 383.
Questa seconda sessione è rivolta in particolare a coloro che hanno partecipato al corso di I Livello e consente di completare la certificazione delle competenze già acquisite.

A.A. 2013/2014: Corsi di riconversione al servizio di Sostegno
I corsi riservati ai docenti che sono in atto soprannumerari saranno (ovviamente) gratuiti, e precederanno quelli programmati per 6.398 abilitati non soprannumerari
Gli insegnanti da specializzare in quanto sono, in atto, privi di cattedra dovrebbero essere circa 8mila, in gran parte operanti alle superiori. E’ qui, infatti, che la c.d. riforma Gelmini ha sancito restrizioni di orario e, quindi, esuberi di personale in determinate classi di concorso. Quale sia la ratio per la quale queste due serie di corsi di specializzazione sono state pensate è evidente: i decisori delle politiche di istruzione pubblica sono concordi nel fare in modo che il numero degli insegnanti pubblici dipendenti diminuisca. La meno ipocrita tra questi decisori, la Gelmini facendo bene la politica di contenimento della spesa si avventurò a una memorabile impacciata dichiarazione con la quale negava una correlazione tra la qualità dell’insegnamento e l’ammontare dei pubblici finanziamenti. Questa politica, i ministri l’hanno realizzata con le disposizioni più fantasiose, in spregio della pedagogia, della logica e, in qualche caso, delle norme della U.E. (che però è un osso duro). Nella miope politica dei tagli di personale, tuttavia, il MIUR ha incrociato, a volte, la magistratura (neanche questa un cliente facile), e ciò – per tornare all’argomento di questa nota - si è tradotto nell’obbligo di assumere insegnanti di sostegno in numero sufficiente ad ottemperare agli obblighi che lo Stato ha a tutela dei diritti degli studenti in situazione di handicap, ai sensi dell’art. 314, comma 2, del D.Lgs. 16 aprile 1994, n. 297, dovendo l’“integrazione scolastica” favorire lo sviluppo delle potenzialità della persona disabile, nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e socializzazione.

Fruizione dei tre giorni di permesso per motivi personali retribuito
Il d.s. non ha titolo a precluderla ai docenti né può interferire sulle decisioni che inducono gli insegnanti a chiederli.
Il diritto ai tre giorni di permesso per motivi personali retribuito non è soggetto ad alcun potere discrezionale di diniego da parte del d.s. Lo stabilisce una sentenza del Tribunale di Potenza dello scorso 4 ottobre. In esito al ricorso presentato da un’insegnante alla quale il d.s. aveva negato due giorni di permesso, l’Ufficio scolastico è stato condannato a pagare 1800 euro di spese legali in solido con il dirigente scolastico. (Fonte: WWW.GILDAINS.IT/NEWS - 17 ottobre 2013)

Docenti vicari: l’indennità di funzione va pagata con il fondo d’istituto
Due sentenze del Tribunale di Montepulciano condannano l'amministrazione a pagare l'indennità di funzione. Le sentenze riguardano il caso del vicario della scuola in reggenza, e quello del vicario che ha sostituito il DS assente per ferie. Riportiamo
”Inviato dall’avv. Nicola Da Settimo Passetti: Il Giudice ha condannato a pagare le singole istituzioni scolastiche con il fondo d'istituto, basandosi sulla norma di interpretazione autentica (art. 14, co. 22, L. 135/12). Riassumo di seguito la tesi sostenuta davanti al giudice (e da questi recepita): nelle more del ricorso, è intervenuta la norma di interpretazione autentica recata dall’art. 14, comma 22, D.L. 6 luglio 2012, n. 95, conv. in L. 7 agosto 2012, n. 135, secondo cui la delega ai docenti di compiti non costituisce affidamento di mansioni superiori o di funzioni vicarie, anche nel caso in cui detti docenti godano dell’esonero o semiesonero ai sensi dell’articolo 459 del decreto legislativo n. 297 del 1994 e il docente delegato può essere retribuito esclusivamente a carico dei fondi disponibili per la remunerazione accessoria presso la specifica istituzione scolastica od educativa ai sensi dell’articolo 88, comma 2, lettera f), del ccnl relativo al personale scolastico. La norma sopra riportata non esclude, dunque, che un docente possa essere delegato dal Dirigente scolastico, né esclude che tali deleghe possano essere retribuite ai sensi del combinato disposto dell’art. 146 co.1, n.7 CCNL vigente e dell’art. 69 del C.C.N.L. del Comparto scuola del 4 agosto 1995, ma si limita a stabilire che la retribuzione relativa alle attività delegate è a carico del fondo dell’istituzione scolastica. L’applicazione della norma di interpretazione autentica, seguita dalla stessa amministrazione almeno negli anni scolastici “ponte” (dal 2009-10 al 2011-12), è stata la seguente: fermo il quantum degli importi contrattualmente previsti per le funzioni delegate dal Dirigente scolastico, tali importi sono da imputare al Fondo di Istituto e non più, come in passato, al Ministero…...”. (Fonte: orizzontescuola.it - 17 ottobre 2013)

La commissione VII della Camera lavora al dl 12 settembre 2013 n.104
Oggi si dovrebbe concludere l’esame degli emendamenti. Di seguito, l’elenco degli articoli del dl “Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”.
Art.1. Welfare dello studente. Art.2. Diritto allo studio. Art.3. Borse di studio per l'alta formazione artistica, musicale e coreutica. Art.4. Tutela della salute nelle scuole. Art.5. Potenziamento dell'offerta formativa. Art.6. Riduzione del costo dei libri scolastici. Art.7. Apertura delle scuole e prevenzione della dispersione scolastica. Art.8. Percorsi di orientamento per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Art.9. Durata del permesso di soggiorno per la frequenza a corsi di studio o per formazione. Art.10. Mutui per l'edilizia scolastica e detrazioni fiscali. Art.11. Wireless nelle scuole. Art.12. Dimensionamento delle istituzioni scolastiche. Art.13. Integrazione delle anagrafi degli studenti). Art.14. Istituti tecnici superiori. Art.15. Personale scolastico. Art.16. Formazione del personale scolastico. Art.17. Dirigenti scolastici. Art.18. Dirigenti tecnici per il sistema nazionale di valutazione Dirigenti tecnici per il sistema nazionale di valutazione. Art.19. Alta formazione artistica, musicale e coreutica; Art.20. Corsi di laurea ad accesso programmato. Art.21. Formazione specialistica dei medici. Art.22. Organizzazione dell'Anvur e enti ricerca. Art.23. Finanziamento degli enti di ricerca. Art.24. Personale degli enti di ricerca. Gli artt.25, 26 27 attengono a materie non direttamente attinenti scuola e ricerca. Nel complesso, il decreto innova poco (assunzioni e finanziamenti sono previsti nella misura minima consueta), a parte che in materia di dirigenza scolastica (in futuro i dd.ss. saranno selezionati con corso-concorso, dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione; nelle regioni in cui il vigente concorso attraversa traversie si darà l’incarico temporaneo di presidenza a reggente assistito da docenti). Il dibattito in Commissione parlamentare, condotto in tempi contratti e accelerati, ha riguardato tutti gli articoli e specialmente (anche per la prolificità di proposte del Movimento 5 Stelle) le norme sulle assunzioni del personale e quelle sulle istituzioni AFAM.

XI Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole. Adesioni entro il 25 ottobre
Promossa da Cittadinanzattiva, si terrà nei prossimi 22 e 23 novembre; le scuole possono partecipare aderire online al link http://j.mp/XIGiornatasicurezzascuole.
Edifici sicuri, piani comunali di emergenza, benessere e corretta alimentazione, uso responsabile di internet, sono i temi principali della XI Giornata e su questi le scuole che avranno aderito riceveranno gratuitamente materiale informativo ad hoc, diversificato per fasce di età.
(Fonte http://www.edscuola.eu)

Legge di stabilità. Molti malumori nei comparti del lavoro pubblico.
La Repubblica, 16 ottobre 2013: “Il rospo più difficile da mandare giù è quello relativo al blocco dei contratti, che - per quanto riguarda la parte retributiva - resteranno fermi per tutto il 2014 sia a livello nazionale che a livello di integrativo…. Arrivano altri 12 mesi di immobilità, non solo: dal 2015 al 2017, quando le trattative potranno essere riaperte, la cifra massima d’indennità di vacanza contrattuale prevista sarà pari «a quella in godimento al 31 dicembre 2013»…. Per chi va in pensione poi, saranno raddoppiati i tempi di attesa per avere diritto alla liquidazione: per i compensi che superano i 50 mila euro… si dovrà aspettare un anno”.
Il corriere della sera, 16 ottobre 2013: “Le linee guida della legge di Stabilità dicono che, in tutto, il taglio della spesa pubblica dovrà valere 16 miliardi… Il provvedimento… che interessa tutti i dipendenti pubblici sarebbe quello del blocco delle contrattazioni fino alla fine dell’anno prossimo, oltre ad un tetto che limiterebbe l’indennità di vacanza contrattuale… In caso di pensionamento la possibilità di rimpiazzare chi va via verrebbe ulteriormente ridotta. … Il Tfr verrebbe corrisposto …in due tranche in capo a 12 mesi se l’importo supera i 50 mila E.”
l'Unità, 16 ottobre 2013: “Il blocco contrattuale lo avevano messo in conto, … per quanto riguarda il trattamento di fine rapporto arriva un ulteriore stretta. Fino a quest'anno i dipendenti pubblici con Tfr superiore a 90 mila euro se la vedono corrispondere in due tranche che partono dopo sei mesi dal ritiro; ora il limite scenderebbe a 50mila euro. Chi esce anticipatamente (prepensionamenti) dovrà invece attendere 20 mesi”.