Mentre l’attenzione dei sindacati e di alcuni rappresentanti della Lega è tutta concentrata per il non risolutivo decreto scuola, meglio noto come accordo “salvo intese”, destinato a non arrivare mai in Gazzetta Ufficiale perché manca l’accordo del primo partito del Parlamento, le nomine in ruolo del personale docente stanno andando a rotoli: le notizie sulle tante convocazioni andate deserte giunte nei giorni scorsi dai delegati Anief sparsi nei vari territori, soprattutto del Nord Italia, a partire da Piemonte, Veneto e Liguria, vengono adesso confermate anche dagli altri sindacati dopo che qualche giorno fa lo stesso Miur aveva ammesso il problema.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “La situazione del precariato scolastico è ormai cronicizzata ed ora sta entrando in una fase addirittura peggiore perché si sta riuscendo nell’impresa assurda di creare nuovi supplenti, dal nulla, lasciando a casa quelli già esistenti: quest’anno, infatti, dopo che più della metà delle assunzioni andranno deserte e quasi tutte quelle su sostegno, si assegneranno decine di migliaia di posti vacanti con le ‘messe a disposizione’, ai candidati in possesso del solo titolo di studio, a volte nemmeno attinente, mentre i vincitori di concorso e gli abilitati all’insegnamento rimangono in attesa in altre graduatorie regionali e provinciali. Tutto questo è assurdo. E siccome ogni Governo che si forma fa peggio del precedente, siamo sempre più convinti che a risolvere la questione sarà la Commissione europea, la quale dopo la lettera di costituzione in mora inviata nelle scorse settimane allo Stato italiano, per abuso reiterato di precariato, si accinge ad avviare una procedura d’infrazione salatissima che stavolta lascerà il segno”.
I numeri a volte valgono più dei commenti. Stiamo parlando dei 53.627 posti per le nomine a tempo indeterminato dei docenti che il ministero dell’Economia e delle Finanze ha autorizzato alcune settimane fa, peraltro sottraendo 5.000 cattedre rispetto alla richiesta del Miur, già carente di 12.000 posti rispetto a quelli ufficialmente vacanti.
Domanda e offerta non si incontrano
Senza dimenticare che le cattedre effettivamente libere sarebbero molti ma molti di più: si pensi alle decine di migliaia collocati in organico di fatto e ai circa 50 mila in deroga, con scadenza 30 giugno, su sostegno. Adesso, dunque, si sta realizzando quanto detto da Anief da diverso tempo : rispetto a questo contingente già sottodimensionato, “tra i 23.000 e i 30.000 posti non saranno assegnati”, scrive Orizzonte Scuola.
Il problema, sottolinea la rivista specializzata, è che “gli insegnanti ci sono, dato che le supplenze quest’anno raggiungeranno la quota record di 170.000 contratti. Si tratta di insegnanti inseriti nelle graduatorie di merito dei concorsi 2016 e 2018, di insegnanti ancora nelle gae, o di insegnanti delle graduatorie di istituto. Solo che non si trovano in quelle regioni/province dove è presente il posto vuoto”.
La posizione dell’Anief
“Come volevasi dimostrare – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – la supplentite è tornata più arzilla che mai. Perché al ministero dell’Istruzione non sono stati in grado di porre le basi perché ai tanti docenti già scelti, formati e abilitati, relati volutamente nelle graduatorie d’istituto, non accedessero ai 200 mila posti vacanti e disponibili. È stato sbagliato tutto, puntando su inutili concorsi, sempre da rinviare e sbagliati nell’impianto perchè soggetti ad esclusioni discriminanti, quando bastava dare seguito a quello che l’Unione europea sostiene da vent’anni: procedere all’immissione automatica nei ruoli dello Stato di tutti i precari 36 mesi di supplenze, abilitando quelli di terza fascia con un Pas”.
Anief, con l’occasione, ribadisce le prime azioni da intraprendere per superare la supplentite scolastica: riaprire sia le GaE sua il doppio canale, con assunzione all’occorrenza degli abilitati di seconda fascia e di terza fascia (previo corso abilitante Pas), dando anche possibilità ai vincitori e idonei di concorso di spostarsi di regione. Inoltre, i vincitori dei vari concorsi concorsi ordinari, da bandire necessariamente con regolarità, vanno immediatamente collocati in graduatorie nazionali.
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