Non era mai accaduto: a due mesi e mezzo dall’avvio del nuovo anno scolastico, molti dirigenti scolastici delle nostre scuole pubbliche si ritrovano a non sapere cosa e come fare per assegnare le tante cattedre dell’istituto da loro diretto ancora vuote. Dopo avere tentato invano di trovare i supplenti tramite l’utilizzo delle graduatorie d’istituto prima e le Mad poi, ora sono passati all’ultimo stadio prima di alzare bandiera bianca: quello di accettare candidature spontanee di candidati privi del titolo specifico. Sembra un dettaglio, ma non lo è, perché si rischia di portare in cattedra non solo una persona inesperta a insegnare, ma anche con una preparazione inadeguata. “Le graduatorie di materne ed elementari sono esaurite: non sappiamo dove cercare i supplenti”, hanno ammesso candidamente alcuni dirigenti scolastici del bolognese. L’emergenza si allarga a macchia d’olio.
“Siamo all’assurdo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché si è dibattuto a lungo sulla liceità dei diplomati magistrale nello stare nelle GaE, con tanto di discutibilissima doppia sentenza negativa del Consiglio di Stato. Però, poi, il Miur decide d'emblée che non c’è alcun problema nell’assegnare decine e decine di migliaia di cattedre a personale precario privo non solo di abilitazione o specializzazione, ma anche di quel titolo di studio senza il quale risulta indispensabile insegnare nella scuola pubblica italiana. Delle due, deve andare bene una: l’occhio si chiude sempre o mai. Non solo quando fa comodo. Abbiamo chiesto di cambiare la Legge di Bilancio al Senato, nella parte che riguarda l’Istruzione, anche per questo”.
Quello delle supplenze annuali rischia di diventare il problema numero uno della scuola: la copertura delle cattedre. “Il caos supplenze à enorme – scrive Orizzonte Scuola - dal momento che non solo si arriva a chiamare da MAD, ma si chiama anche personale senza titolo specifico, pur di avere un’insegnante”. Così si mette ad insegnare inglese alla primaria un maestro non abilitato nell’insegnamento della lingua straniera.
Per non parlare del sostegno agli alunni disabili, che si affida otto volte su dieci a docenti non specializzati. Non tutti i dirigenti scolastici infatti affrontano alla leggera il discorso: “Alcuni giorni fa – racconta allibito Emilio Porcaro, preside del comprensivo 10 – si è candidata per la materna una signora con il diploma di ragioneria. Almeno avesse avuto quello magistrale…”.
“Queste contraddizioni – commenta Marcello Pacifico, leader dell’Anief - si sarebbero potute certamente superare se solo si fosse dato seguito al suggerimento fornito dal sindacato sulla necessità di utilizzare le graduatorie di seconda fascia d’istituto anche per le immissioni in ruolo, in caso di esaurimento di quelle di merito e delle GaE, trasformando anche le stesse graduatorie in provinciali, in modo da ampliare così la possibilità di fare incrociare la domanda, composta da cattedre vacanti da assegnare e offerta, ovvero i supplenti disposti anche a insegnare discipline di cui non hanno padronanza”.
“Come Anief – continua il presidente nazionale – abbiamo presentato ben 40 emendamenti alla legge di Bilancio, anche andando a puntare il dito sulla richiesta di modifica dell’articolo 28, con ‘interventi relativi alla formazione e al reclutamento del personale docente’, da attuare attraverso la ‘riapertura GAE’ (28.14.3), l’estensione ‘del doppio canale di reclutamento alle graduatorie d’istituto e trasformazione in graduatorie provinciali’ (28.14.4) e il ‘valore del diploma magistrale per la partecipazione ai concorsi, conferma dei ruoli, proroga contratti in essere’ (28.14.5). La speranza è che ora il Parlamento possa approvarle, senza se e ma, in modo da superare il problema a monte”.
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