Niente da fare: anche il decreto salva-precari, approvato in via definitiva al Senato, chiude la porta ai maestri con diploma magistrale conseguito fino al 2002. Dopo la mancata soluzione nel decreto Dignità del 2018, il Governo cambia colore ma non la sostanza, limitandosi ad assicurare a migliaia di docenti di mantenere solo la supplenza in essere, anche dopo l'eventuale sentenza che dovesse intervenire in corso d'anno, in modo così da garantire la continuità didattica. La prossima estate, stando così le cose, quanti dovessero ricevere sentenza negativa non avranno scampo: si ritroveranno fuori dalle GaE e verranno licenziati. Compresi gli oltre 7 mila maestri già immessi in ruolo e con anno di prova superato.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “siamo alla schizofrenia governativa: esattamente cosi come è accaduto con i Dsga, questi lavoratori precari, anche da vent’anni, vanno più che bene allo Stato per tappare i vuoti di organico, assicurando il servizio pubblico e a condurre la didattica con regolarità; poi però quando si tratta di stabilizzarli, si tirano fuori tutti i cavilli legislativi possibili per mantenerli nella condizione di supplenti. Noi continuiamo a essere convinti che i maestri con diploma magistrale hanno pieno diritto a rimanere nelle GaE ed essere confermati in ruolo”.
“Arrivare a un licenziamento di massa del genere è un atto di irriconoscenza professionale e di illegittimità senza precedenti. Siamo anche convinti che le stesse aule di giustizia, alla lunga, non potranno che darci ragione riguardo chi ha superato l'anno di prova: coloro che sono stati licenziati a seguito di sentenza negativa, hanno la concreta possibilità di opporsi a tale provvedimento aderendo al nostro ricorso in modo da sottoporre la propria specifica situazione ai nostri legali. Per dire no - conclude il presidente nazionale del giovane sindacato – all’ennesima ingiustizia, che nemmeno la politica è stata in grado di sanare”.
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