Allontanandosi per cinque anni dalle famiglie. Ma in 150 mila continueranno a fare i supplenti, in spregio alla continuità didattica con aggravi per le casse dello Stato. Chi governa la Scuola infatti forse non sa che ogni precario costa 25 mila euro in più a tutti i contribuenti. Senza dimenticare che in migliaia continueranno a essere licenziati o a insegnare senza abilitazione. Inoltre, si introducono ben otto graduatorie per assumere in ruolo i futuri insegnanti, a differenze delle due precedenti, con una inevitabile “guerra” giudiziaria che si scatenerà in tribunale, mentre il personale amministrativo delle scuole continuerà a essere chiamato con un contratto a tempo determinato per pochi euro
È stato oggi approvato in Senato, senza modifiche, il testo salva scuola, licenziato dalla Camera dei Deputati ad inizio dicembre, rinominato “salva-precari” ma poi da qualcuno durante il dibattito parlamentare ribattezzato “ammazza-precari”.
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
Di certo, per Anief la serie di provvedimenti approvati oggi a Palazzo Madama non salva praticamente nessuno: perché si promette a 24 mila precari con 36 mesi di servizio nella sola scuola statale un'assunzione, ma solo laddove le ex graduatorie permanenti siano esaurite; si inventano di sana pianta otto graduatorie per entrare nei ruoli dello Stato, complicando il vecchio doppio canale di reclutamento; si ignora il problema della supplentite nella scuola dell'infanzia e nella primaria, si fa finta di non sapere che ci sono miriadi di docenti di religione cattolica che fanno i supplenti da anche vent’anni, che esistono decine di migliaia di assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici precari, che vi sono oltre 600 facenti funzione Dsga.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Tutto questo è scandaloso, dice il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico, che ha già annunciato la volontà da parte del proprio ufficio legale di impugnare il decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale, appena sarà pubblicato. “Noi, come Anief, abbiamo provato a dialogare con il Parlamento, anche in Senato, dove sono stati presentati emendamenti, diversi dei quali ispirati da Anief. Ma – dichiara il sindacalista autonomo - la politica è stata sorda, a parte qualche piccola modifica (abilitazione alle paritarie IeFP, anno in corso valutato, partecipazione sia al concorso per il sostegno che per il curricolare, valutazione del servizio svolto senza valutazione o quale dottore di ricerca)”.
“Si tratta di modifiche importanti non di certo sufficienti, che – continua il sindacalista autonomo - non cambiano di certo il senso del provvedimento e neanche ne legittima la scrittura. Nei prossimi giorni, pertanto, rilanceremo la campagna di adesione al ricorso in tribunale per avere giustizia, garantire una migliore qualità della didattica e la corretta valorizzazione del personale”, conclude Marcello Pacifico.
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