Sul “salva-precari” il Governo ha posto la questione di fiducia in Aula al Senato, dopo che durante l’esame in commissione a Palazzo Madama sono stati respinti tutti i nuovi emendamenti presentati. Il testo, pertanto, rimane immutato rispetto alla versione approvata alla Camera il 3 dicembre scorso. Oggi si terrà la discussione generale mentre il voto finale è previsto per domani.
Innumerevoli, quindi, rimarranno i problemi risolti relativi alla supplentite che proprio nel corso di quest’anno ha raggiunto dimensioni ciclopiche: disco rosso per i diplomati magistrale, anche quelli già assunti in ruolo, per i percorsi abilitanti speciali, come per il concorso riservato agli insegnanti di religione di lungo corso, per non parlare di quello straordinario per Dsga facenti funzione, letteralmente abbandonati al loro destino dopo avere servito lo Stato anche per vent’anni sul ruolo superiore in cambio di compensi minimali. Niente da fare anche per la stabilizzazione del personale Ata, da assumere su tutti i posti vacanti e disponibili.
Il testo del decreto scuola tra poche ore sarà valutato dall’Aula delle Senato la Repubblica per diventare legge dello Stato: è lo stesso testo, identico, a quello licenziato dalla Camera il 3 dicembre scorso.
IL TESTO APPROVATO
Orizzonte Scuola ricorda quali sono i principali provvedimenti inseriti. Articolo 1: procedura straordinaria per il reclutamento e per l’abilitazione di docenti nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, avviata contestualmente a una procedura ordinaria. È inoltre prevista la revisione degli obblighi di permanenza in servizio nella scuola di titolarità per i docenti immessi in ruolo, l’immissione in ruolo in via straordinaria di personale incluso a pieno titolo nelle graduatorie valide per la stipula di contratti a tempo indeterminato e l’incremento della dotazione del Fondo “La Buona Scuola” per il miglioramento e la valorizzazione dell’istruzione scolastica.
Inoltre, l’articolo 1-bis autorizza l’avvio entro il 2020 di un concorso per la copertura dei posti per l’insegnamento della religione cattolica; nelle more, si procederà alle immissioni in ruolo utilizzando le graduatorie del concorso 2004. Invece, l’articolo 1-ter riguarda l’acquisizione da parte degli insegnanti di competenze relative alla didattica digitale e alla programmazione informatica, mentre l’articolo 1-quater prevede la costituzione di nuove graduatorie provinciali per il conferimento delle supplenze annuali e fino al termine delle attività didattiche e modifica la disciplina delle graduatorie di circolo e di istituto.
GLI EMENDAMENTI MANCATI
Tra gli emendamenti non considerati ci sono anche quelli ispirati da Anief e proposti soprattutto a firma di Iannone (FdI) e De Petris (LeU-SI): dalla riapertura delle GaE all’estensione del doppio canale di reclutamento con l’assunzione dei precari di seconda e terza fascia delle graduatorie di istituto provinciali all’attivazione di procedure straordinarie anche per il personale dell’infanzia e primaria, per i docenti IRC, i precari delle scuole paritarie – percorsi IEFP, fino alla soppressione del vincolo dei 24 mila posti per le nuove graduatorie.
IL PARERE DEL PRESIDENTE
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il Governo con questa decisione si è reso artefice di una discriminazione palese, che condanna decine e decine di migliaia di lavoratori della scuola, i quali saranno costretti rimanere precari ancora per chissà quanto tempo. Si tratta di una decisione irresponsabile, che a nostro parere avrà anche gravi ripercussioni sul consenso popolare di un esecutivo che non tratta tutti i suoi cittadini allo stesso modo”.
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