Finalmente si torna a parlare di assunzione dei ricercatori universitari: lo ha fatto oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante la cerimonia inaugurale dell’anno accademico dell’Ateneo di Firenze a Palazzo Vecchio. Lo richiede Anief da tempo, chiedendo di approvare la carta europea dei ricercatori e proponendo nel decreto Milleproroghe 162/19, in questi giorni all’esame della I e V Commissione della Camera, un emendamento allineato con le esortazioni del premier, subito avallate dal M5S, con il quale prorogare il reclutamento dei ricercatori a tempo indeterminato e istituire un albo nazionale dei ricercatori universitari.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Il reclutamento dei ricercatori a tempo indeterminato e istituzione albo ricercatori universitari, ora annunciato anche dal premier Conte, sarebbe un primo passo importante per sbloccare il sistema accademico. Ma anche una risposta concreta alla Causa pendente presso la Corte di Giustizia europea sulla messa ad esaurimento del ruolo di ricercatore a tempo indeterminato, rispetto alla violazione della Direttiva n. 70/99 UE, attraverso la creazione di uno specifico albo nazionale rispettoso della Carte europea dei ricercatori”.
Il Capo del Governo ha preso un impegno per stabilizzare un discreto numero di ricercatori che operano i nostri atenei: “Per immettere sin da subito nuovi giovani ricercatori nel sistema – ha detto il premier -, stiamo valutando, in sede di conversione in legge del Dl di proroga termini, la presentazione di un emendamento volto ad immettere immediatamente nel sistema 1.600 nuovi ricercatori”, aggiungendo che si interverrà con un piano organico quinquennale.
L’IMPEGNO DEL PREMIER E DEL M5S
Conte, scrive Orizzonte Scuola, si è soffermato anche sull’internalizzazione degli Atenei italiani: “Nel nuovo Ministero dell’Università e della Ricerca, verrà istituita una specifica Direzione sull’internazionalizzazione con l’obiettivo di favorire l’ingresso di studiosi stranieri nel nostro Paese”, ha spiegato il presidente del Consiglio. Immediata e positiva la reazione all’intervento del premier, da parte del primo partito di Governo: il M5S ha voluto far sapere di concordare “sulla necessità di varare un piano strutturale di riforme, che sappia guardare al lungo periodo, e che sia in grado tanto di fermare la fuga di cervelli italiani all’estero quanto di attrarre eccellenze straniere in Italia” aggiungendo che “l’immissione poi di 1.600 nuovi ricercatori è una misura che le persone che lavorano nelle Università e negli Enti di ricerca attendono da anni. Si tratta di impegni concreti che sosteniamo con convinzione, perché vanno nel senso di rimettere la ricerca scientifica al centro di ogni strategia per il progresso del Paese”.
L’AZIONE DEL SINDACATO
L’impegno del Governo, compresa l’apertura ai ricercatori di altri Paesi, costituisce la risposta migliore alle richieste che su questo ambito professionale da anni Anief porta avanti, che, dopo avere rivendicato “la carta europea dei ricercatori”, proprio in questi giorni ha chiesto - attraverso specifici emendamenti al decreto Milleproroghe 162/19, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed ora all’esame della I e V Commissione della Camera - delle modifiche migliorative sul tema. Una di queste, proposta sempre dall’Anief, è in piena linea con le esortazioni del presidente del Consiglio e del M5S: riguarda la necessità, sempre più impellente, di prorogare il reclutamento dei ricercatori a tempo indeterminato e di istituire un albo nazionale dei ricercatori universitari.
L’EMENDAMENTO ANIEF AL DECRETO MILLEPROROGHE
Per fare questo, il sindacato chiede, appunto, di creare “un albo nazionale dei ricercatori dalla comprovata esperienza in base al settore scientifico-disciplinare di afferenza, che non dà diritto alla docenza e rimane valido per un triennio, dietro valutazione dei titoli e dei curricula scientifici e didattici posseduti”. All’interno dell’albo andrebbero a confluire, come ricercatori, “i candidati in possesso del dottorato di ricerca o di un titolo riconosciuto equipollente anche conseguito all’estero, con almeno tre insegnamenti universitari a contratto, con pubblicazioni di rilevanza anche internazionale, che hanno ottenuto un assegno di ricerca della durata di almeno quarantotto mesi anche non continuativi di cui all’articolo 51, comma 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, (o di contratti a tempo determinato o di formazione, retribuiti di collaborazione coordinata e continuativa, o a progetto, di rapporti di collaborazione retribuita equipollenti ai precedenti presso università o enti di ricerca della stessa durata)”. Conseguentemente, le Università, con chiamata diretta, possono attingere dall’albo nazionale dei ricercatori dalla comprovata esperienza per l’assunzione dei ricercatori a tempo indeterminato”.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “quelli promessi dal presidente del Consiglio e dal Movimento 5 Stelle sono provvedimenti necessari, non più rimandabili, se davvero si ha intenzione di rilanciare il nostro Paese, puntando dritto a una società finalmente più equa, giusta e solidale: solo in questo modo sarà finalmente possibile per l’Italia agganciare gli altri Paesi d’Europa più avanzati sul fronte dello sviluppo economico e sostenibile”.
Di seguito, l’emendamento integrale, proposto da Anief, al decreto Milleproroghe omnibus n. 162 (GU Serie Generale n.305 del 31-12-2019):
6.2
All’articolo 6, inserire il seguente comma:
“In deroga all’articolo 24, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, le Università possono continuare ad attuare per l’anno accademico 2020/21 le procedure di valutazione per il reclutamento dei ricercatori a tempo indeterminato come disposte dai commi 3 e 5 della legge 9 gennaio 2009, n. 1. A tal fine, i candidati in possesso del dottorato di ricerca o di un titolo riconosciuto equipollente anche conseguito all’estero, con almeno tre insegnamenti universitari a contratto, con pubblicazioni di rilevanza anche internazionale, che hanno ottenuto un assegno di ricerca della durata di almeno quarantotto mesi anche non continuativi di cui all’articolo 51, comma 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, (o di contratti a tempo determinato o di formazione, retribuiti di collaborazione coordinata e continuativa, o a progetto, di rapporti di collaborazione retribuita equipollenti ai precedenti presso università o enti di ricerca della stessa durata), sono inseriti a domanda in un albo nazionale dei ricercatori dalla comprovata esperienza in base al settore scientifico-disciplinare di afferenza, che non dà diritto alla docenza e rimane valido per un triennio, dietro valutazione dei titoli e dei curricula scientifici e didattici posseduti. Conseguentemente, le Università, con chiamata diretta, possono attingere dall’albo nazionale dei ricercatori dalla comprovata esperienza per l’assunzione dei ricercatori a tempo indeterminato con modalità da disciplinare con decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca da emanare entro il 30 giugno 2020.
Motivazione [proroga reclutamento ricercatori a tempo indeterminato e istituzione albo ricercatori universitari]: la norma intende rispondere alla Causa pendente presso la Corte di giustizia europea sulla messa ad esaurimento del ruolo di ricercatore a tempo indeterminato, rispetto alla violazione della Direttiva n. 70/99 UE, attraverso la creazione di uno specifico albo nazionale rispettoso della Carte europea dei ricercatori.
Clicca qui per leggere tutti gli emendamenti proposti da Anief al decreto Milleproroghe omnibus n. 162 (GU Serie Generale n.305 del 31-12-2019).
PER APPROFONDIMENTI:
Legge di Bilancio, i sindacati firmatari di contratto vanno a Canossa
Azzolina e Manfredi neo-ministri prossimi al giuramento: le esperienze sindacali gli serviranno
Il decreto legge 159/19 pubblicato in Gazzetta Ufficiale: la babele è servita
Il decreto scuola è convertito nella L. 159/2019: la legge in vigore
I ricorsi in tribunale servono: un anno di successi dell'ufficio legale Anief
Anief pubblica il calendario dell’attività sindacale nel 2019, un anno di successi
2020 – Sarà l’anno del rilancio della Scuola, tutti d’accordo