Peccato che siano meno della metà gli ammessi ai corsi di didattica speciale, rispetto alle migliaia di posti vacanti coperti da docenti senza specializzazione. Ancora una volta, l’accesso sarà regolato dall’offerta degli atenei e non dalle effettive esigenze del territorio, se i verbali dei comitati regionali di coordinamento confermeranno le evidenti disomogeneità rispetto ai bisogni effettivi, il sindacato impugnerà il decreto ministeriale sui corsi. Rivolgendosi al Tar Lazio, con il fine di aumentare il numero dei posti
Marcello Pacifico (Anief): “Rimaniamo convinti che per evitare il ripetersi dei problemi e le ingiustizie del 2019, la soluzione non poteva essere altra che l’accesso libero per tutti i docenti che sono stati chiamati anche nel corrente anno scolastico come supplenti senza specializzazione con una selezione in uscita. Invece, ci ritroviamo con Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, tra le regioni con più cattedre disponibili, a cui sono stati assegnati pochissimi posti. L’assurdo è che i candidati sono in alto numero in servizio su quelle cattedre: dovranno lasciarle, in molti casi, per partecipare ai corsi, per poi tornare con il diploma conseguito, alimentando il già alto numero di docenti che cambiano sede anche più volte l’anno”
Si sta man mano completando la pubblicazione dei bandi di concorso emessi dalle Università per la presentazione della domanda di partecipazione alle prove selettive dei corsi di specializzazione di sostegno, previsti dal DM 95 del 12 febbraio scorso: complessivamente, sono 19.585 i posti a disposizione, da suddividere tra i docenti aspiranti, tutti necessariamente abilitati all’insegnamento, in base a prove preselettive che si svolgeranno in una data unica nazionale per ogni ordine di scuola. Negli stessi bandi, pubblicati nelle ultime ore anche da Roma Tre e Torino, “viene indicata la data ultima per la presentazione della domanda, la tassa da pagare per accedere alle selezioni e tasse da pagare per chi le supererà”, ricorda Orizzonte Scuola.
COME NEL 2019
Il problema è che al ministero dell’Istruzione l’esperienza negativa dello scorso anno non è servita: sulla scia del D.M. n. 92 dell’08 febbraio 2019, anche il D.M. n. 95 del 12 febbraio 2020 prevede una ripartizione regionale dei posti di sostegno non rispettosa delle esigenze del territorio, delle certificazioni degli alunni con handicap, del numero dei posti vacanti assegnati in supplenza e della mancanza di insegnanti specializzati: i numeri dei partecipanti ai vari corsi, distinti per ogni ordine e grado scolastico, continuano ad essere in violazione della legge 104/92, oltre che al regolamento sulla “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti” (DM 249/2010).
ANCORA SQUILIBRI
Anche quest’anno si è infatti ripetuto il forte squilibrio nell’assegnazione dei 14.224 posti dell’ultimo ciclo di specializzazione nel sostegno, palesemente disomogenea e ancora sub iudice, con l’autorizzazione sganciata dalle vacanze di posti e dall’effettiva esigenza locale, come prevede la legge, ed invece tutta incentrata sull'offerta degli atenei. Bissando, in questo modo, una modalità a dir poco macchinosa e inefficace contro la quale Anief è ricorsa già in Tribunale, con il primo atto andato a favore del sindacato autonomo, e con una decisione definitiva che si attende dal Consiglio di Stato.
Leggendo la tabella ‘A’ del DM 95 del 12 febbraio 2020, risultano delle regioni, come la Sicilia (4.675 posti) e il Lazio (ben oltre 3 mila), che fanno razzia di posti, aggiudicandosi il 40% dell’intero contingente. Invece, altre regioni, invece, come il Piemonte (205 posti), il Friuli Venezia Giulia (290) e la Liguria (340), si vedeono assegnare appena l’1% dei circa 20 mila posti complessivi. La stessa Lombardia, la regione con il maggior numero in Italia di scuole ed alunni, non va oltre i mille posti.
LE DIFFERENZE TERRITORIALI
È evidente l’ingiustificata differenza territoriale: in Piemonte il fabbisogno di insegnanti, l’anno scorso, da specializzare ammontava a 4.657 posti, a fronte dei 200 posti autorizzati nel IV ciclo e dei 205 dell’attuale decreto. In Emilia- Romagna il fabbisogno di insegnanti da specializzare ammontava a 4.860 posti, ma sono stati autorizzati soltanto 320 posti per il IV ciclo e nuovi 460 posti. E Rimane, comunque, ancora basso il numero dei posti attivato a fronte di un reale fabbisogno di almeno 81.580 docenti da specializzare sul sostegno nel triennio scolastico 2018-2021 (ossia 51.107 posti attribuiti in deroga, più 11.647 posti vacanti in organico di diritto, con la maggiorazione del 30% ai sensi dell’art. 5 del DM n. 249/2010 per le esigenze delle scuole paritarie), dei 30 mila docenti in possesso di titolo di specializzazione (inclusi quelli del IV ciclo ancora in corso).
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
“Quello che ci rincuora – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che siamo riusciti a fare integrare sensibilmente il numero di posti per partecipare ai corsi di specializzazione: in tutto, di oltre il 30%. Tuttavia, la quantità non è di certo ancora sufficiente, considerando che ci sono oggi più di 60 mila posti liberi, tra organico di diritto e deroghe. E, complessivamente, servirà specializzare sul sostegno oltre 81 mila insegnanti abilitati nel triennio scolastico 2018-2021. Ecco, per quale auspichiamo l’avvio di tavoli di confronto a livello nazionale e regionale sul tema, con le organizzazioni sindacali rappresentative di comparto. Altrimenti, ancora una volta, il ricorso al tribunale per noi sarà scontato”.
COSA SERVE E COME ACCEDERE AI CORSI
Sono stabiliti dall’art. 3 comma 1 e art. 5 comma 2 del Dm n. 92/2019, ossia l’abilitazione specifica per la classe di concorso; la laurea magistrale o a ciclo unico, oppure diploma di II livello dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, oppure un titolo equipollente ed equiparato, coerente con le classi di concorso vigenti alla data di indizione del concorso + 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche per gli ITP potranno accedere con il diploma senza i 24 CFU. Si ricorda che la laurea deve avere tutti gli esami o CFU eventualmente richiesti dal Miur per accedere ad una delle classi di concorso dell’ordine di scuola richiesto.
Il test preselettivo sarà composto da 60 quesiti formulati con 5 opzioni di risposta. Di questi, almeno 20 quesiti saranno volti a verificare le competenze linguistiche e la comprensione dei testi in lingua italiana. La risposta corretta a ogni domanda varrà 0,5 punti; la mancata risposta o la risposta errata varrà 0 (zero) punti. Il test avrà la durata di due ore complessive. Le prove di accesso al TFA sostegno prevedono preliminarmente un test: accede alla prova scritta un numero di candidati pari al doppio dei posti disponibili nella singola sede per gli accessi. Sono altresì ammessi alla prova scritta coloro che, all’esito della prova preselettiva, abbiano conseguito il medesimo punteggio dell’ultimo degli ammessi. Sono altresì ammessi direttamente alla prova scritta i candidati con disabilità uguale o superiore all’80%. Si paga una tassa di partecipazione per ogni ordine di scuola richiesto.
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