Continua l’opera di avvicinamento in sicurezza alle lezioni in presenza da parte del ministero dell’Istruzione. Con la nota n. 19261, firmata dal Direttore Generale Jacopo Greco, l’amministrazione centrale ha inviato a tutti i dirigenti scolastici una ulteriore richiesta per la rilevazione delle eventuali esigenze spazi per la ripresa delle attività didattiche in presenza e in sicurezza il prossimo 14 settembre, al fine di comprendere a che punto è la collocazione di almeno un milione e 200 mila alunni senza aule adeguate. E se con la nota prot. n. 1436 del 13 agosto 2020 del Capo Dipartimento Marco Bruschi, si fa giustamente riferimento al fatto “che la misura del distanziamento fisico, inteso come distanza minima di un metro tra le rime buccali degli alunni, rimane uno dei punti di primaria importanza nelle azioni di prevenzione del contenimento epidemico”, dal Cts giunge l’indicazione che il famoso metro “tra le rime buccali, si può anche derogare purché si usi la mascherina chirurgica”. Via libera anche all’uso dell’app IMMUNI per tutti gli studenti più grandi, i genitori e il personale scolastico, all’introduzione di psicologi nelle scuole.
Marcello Pacifico, presidente Anief, ricorda che “la sicurezza passa non solo per il distanziamento, ma anche pe la gestione dei flussi e per le operazioni di igienizzazione: sarebbe bene che i Comuni puntassero sulla differenziazione dei percorsi interni e dei punti di ingresso e di uscita da scuola. Come serve un’adeguata segnaletica orizzontale e sui percorsi da effettuare, sulla pulizia approfondita e aerazione frequente e adeguata degli spazi, come previsto dal rapporto ISS Covid19 n. 19/2020. Siamo d’accordo sul fatto che venendo meno la distanza minima indicata dal Cts, allora l’uso della mascherina durante tutta la permanenza all’interno della struttura diventi vitale per non incorrere in situazioni di pericolo. Sempre, comunque, che si tratti di soluzioni temporanee. Infine, il Ministero fa bene a mettere a disposizione gli psicologi, ma è altrettanto centrale assumere personale attraverso l’immissione in ruolo di almeno 150 mila docenti in più, non certo usa e getta, e 40 mila Ata, la cui presenza a scuola diventerà basilare proprio per la pulizia continua dei locali, per la sorveglianza maggiorata, i contatti permanenti con l’esterno e le famiglie, oltre che per la gestione dei laboratori”.
Continua l’opera di rilevazione del ministero dell’Istruzione per capire quali scuole hanno effettivamente bisogno di un sostegno che superi gli enti locali: ai capi d’istituto è stato chiesto infatti di compilare “un sintetico questionario finalizzato ad aggiornare, a livello nazionale, il fabbisogno di ulteriori spazi necessari alle istituzioni scolastiche per garantire la ripresa delle attività didattiche”. Il ‘form’ dovrà essere compilato e inviato al dicastero di viale Trastevere “entro le ore 12.00 del giorno Lunedì 17 agosto”.
Nella compilazione del questionario, il ministero dell’Istruzione fa riferimento alle “informazioni già comunicate relative alle esigenze di spazi di cui alla nota prot. n. 1359 del 30 luglio 2020 nonché alla nota prot. n. 1436 del 13 agosto 2020 del Capo Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione” Marco Bruschi. In quest’ultima nota, inviata anch’essa ai dirigenti scolastici, viene ricordato che con il rientro in classe bisognerà da un lato garantire “il diritto costituzionale all’istruzione; dall’altro, una esigenza sociale di supporto alle famiglie che, a loro volta, devono guardare il più serenamente possibile ai pur difficili mesi del prossimo autunno; in terzo luogo, anche le istituzioni scolastiche contribuiscono al più generale impegno di tutti al contenimento del contagio; infine, vi è una motivazione per così dire simbolica, ma non meno rilevante: perché dalla ripartenza del sistema scolastico si valuta la capacità di ripresa dell’Italia”.
SEGUIRE IL CTS
A questo scopo, il capo dipartimento del MI ha anche inviato ai ds “il verbale del 12 agosto 2020, n. COVID/0044508, attraverso il quale il Comitato Tecnico Scientifico istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, ha inteso fornire ulteriori delucidazioni circa le misure di protezione da adottare per garantire, dal mese di settembre 2020, lo svolgimento dell’attività scolastica. Rispetto alla garanzia delle condizioni di sicurezza, il CTS ha ribadito che la misura del distanziamento fisico, inteso come distanza minima di un metro tra le rime buccali degli alunni, rimane uno dei punti di primaria importanza nelle azioni di prevenzione del contenimento epidemico, assieme alle misure organizzative e di prevenzione e protezione già più volte richiamate all’interno dei documenti emanati tra i mesi di maggio e luglio 2020 dal CTS medesimo e riprese nel Documento tecnico di organizzazione di cui al Decreto del Ministro dell’Istruzione n. 39/2020”.
LA DEROGA AL METRO
Nello stesso verbale del 12 agosto del Comitato tecnico scientifico, gli esperti dicono però anche che “nelle situazioni temporanee in cui fosse impossibile garantire il prescritto distanziamento fisico (cioè il famoso metro tra le rime buccali), si può anche derogare purché si usi la mascherina chirurgica. Tradotto in pratica – sostiene il Corriere della Sera - vuol dire che i presidi potranno usare i banchi doppi nelle aule e stipare gli studenti un po’ di più di quello che avevano previsto, allo scopo di far cominciare il nuovo anno scolastico il 14 settembre, senza ulteriori ritardi. Basterà dunque in questi casi la mascherina «strumento precauzionale cardine», insieme all’igiene delle mani, all’aerazione dei locali e alla pulizia degli ambienti. E’ evidente, precisa il Cts che queste situazioni di mancato distanziamento andranno «corrette il prima possibile”.
MASCHERINE PER TUTTI
Ciò premesso, il ministero dell’Istruzione conferma che la fornitura di mascherine monouso di tipo chirurgico sarà effettuata a cura della struttura commissariale, per tutto il personale scolastico e per tutti gli studenti assimilati ai lavoratori nel corso delle attività scolastiche, nella misura di undici milioni di esemplari al giorno. In tale contesto si colloca l’invio del “questionario che sarà recapitato nella posta istituzionale” degli istituti scolastici, “al fine di monitorare il quadro degli interventi e delle necessità ancora in capo alle scuole, ferme restando l’indicazione allegata del CTS e la fornitura dei banchi/sedute monoposto che sarà effettuata, sempre a cura della struttura commissariale, nei tempi indicati da successive comunicazioni”.
SÌ ALL’APPLICAZIONE ‘IMMUNI’
Parallelamente, dallo stesso ministero si raccomanda “tra le misure assolutamente opportune, l’utilizzo dell’applicazione IMMUNI. Il CTS, sin dalla seduta n. 92 del 02/07/2020, ne ha fortemente consigliato “l’adozione da parte di tutti gli studenti ultraquattordicenni”, quindi a partire della scuola superiore, “di tutto il personale scolastico docente e non docente, di tutti i genitori degli alunni. Il CTS ritiene che l’impiego congiunto di azioni di sistema, di monitoraggio clinico- laboratoristico, dell’applicazione IMMUNI costituisca uno dei punti chiave della strategia complessiva di prevenzione e monitoraggio del mondo della scuola”.
LE ESIGENZE: DIRITTO ALLO STUDIO E ALLA SALUTE
“Tale misura, come rilevato dal CTS, è finalizzata a garantire il regolare avvio dell’anno scolastico e rappresenta un equilibrato contemperamento delle esigenze di tutela della salute e di garanzia dell’effettività del diritto all’istruzione”, ha scritto ancora il capo dipartimento. Questi ha quindi ricordato che “ai fini dell’adeguamento e dell’adattamento degli ambienti e delle aule didattiche per garantire il distanziamento, sono stati erogati a favore degli Enti locali 326,3 milioni di euro, per un totale di oltre 5.600 enti finanziati; altri 30 milioni di euro per 139 interventi sono previsti da un Decreto in corso di registrazione; nel cosiddetto “decreto Agosto”, inoltre, un’ulteriore quota economica di 32 milioni per il 2020 e di 48 milioni per il 2021 sarà destinata ai fini dell’acquisizione in affitto (o con altre modalità previste dalla legge) di strutture temporanee, di ulteriori spazi da destinare all’attività didattica nell’anno scolastico venturo, nonché delle spese derivanti dalla conduzione di tali spazi e del loro adattamento alle esigenze didattiche”.
IL SUPPORTO ALLE SCUOLE
Sempre il capo dipartimento Marco Bruschi ha quindi annunciato che “nei prossimi giorni l’Istituto Superiore di Sanità diramerà il testo del Rapporto ISS COVID-19 n. 58/2020, recante “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”. In tale ambito, l’amministrazione centrale ha annunciato che “intende garantire ad ogni Autonomia scolastica tutto il supporto operativo necessario affinché lo spazio che ci separa dall’inizio del nuovo anno scolastico sia percorso assieme, con coraggio e determinazione”. Quella che stiamo vivendo, ha scritto ancora il dirigente pubblico, è “un’occasione imperdibile per mettere a frutto la capacità delle scuole autonome di essere, come spesso peraltro già sono, punto di riferimento del territorio, da non intendersi solo in senso geografico, ma umano”. Dopo avere ricordato che “la ragione sociale della scuola è nell’istruzione” e “il centro e le responsabilità dell’attività didattica sono i docenti, con un particolare impegno per i docenti di sostegno, chiamati a coadiuvare le attività dell’intero gruppo classe intorno al tema dell’inclusione degli alunni più fragili”, il dott. Marco Bruschi ha quindi spiegato che la componente docente è in grado di “mettersi in posizione di ascolto e collaborazione, vagliando e accogliendo i diversi contributi”.
L’IMPORTANZA DEGLI PSICOLOGI
A questo scopo, “la ‘riscolarizzazione’ (perché, specie nel primo ciclo, non vanno sottovalutate le ricadute della brusca separazione dal gruppo classe) e la ricostruzione degli ambienti di apprendimento si potranno dunque avvalere in maniera sistematica del contributo dell’ordine degli psicologi e delle figure di supporto pedagogico di cui spesso le istituzioni scolastiche si sono già dotate in questi anni, mettendo a frutto le rispettive e specifiche competenze”. Una necessità già presente, del resto, “nelle linee guida adottate con DM 39/2020, che ricorda la fattiva collaborazione con gli ordini degli psicologi attraverso la prosecuzione “degli specifici protocolli ... per la gestione degli effetti emotivi del Lockdown sugli alunni, sul personale della scuola e sulle famiglie”; il senso dei “Patti educativi di comunità tra scuole, Enti locali, istituzioni pubbliche e private, realtà del Terzo settore per favorire la messa a disposizione di strutture e spazi alternativi per lo svolgimento delle attività didattiche e per lo svolgimento di attività integrative o alternative alla didattica”.
PROTOCOLLI E COOPERAZIONE
Il capo dipartimento ha citato, quindi, “il protocollo d’intesa tra Ministro dell’Istruzione e sindacati, con particolare riferimento al paragrafo 6, “Supporto psicologico”, che richiede peraltro una attività di coordinamento da parte degli USR, in modo da ottimizzare le opportunità”. Da viale Trastevere si chiede, infine, di “isolare il rumore di fondo, costituito da un circuito di “non notizie”, alimentate dalla comunicazione social, ma anche da canali più autorevoli; e contemporaneamente lavorare insieme, amministrazione e istituzioni scolastiche, per affrontare le specifiche criticità”.
IL PARERE DEL SINDACATO
Anief reputa importante che nella disamina, effettuata dal Capo Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione Marco Bruschi, siano stati citati anche gli accordi con i sindacati, il cui ruolo, in qualità di rappresentanti dei lavoratori direttamente coinvolti nella delicata fase di rientro a scuola in sicurezza, costituisce un punto di riferimento centrale per il buon esito dell’operazione. In particolare, Anief ritiene che alle disposizioni impartite, derivanti dalle indicazioni fornite dal Comitato tecnico scientifico, debbano seguire precisi impegni politici contro i tagli agli organici e alle sedi scolastiche attuate negli ultimi 12 anni, così da favorire finalmente quella continuità didattica che ad oggi rimane una chimera. Nell’immediato, il giovane sindacato rappresentativo sostiene che l’organico cosiddetto Covid, per il quale il ministero ha mostrato sensibilità e diponibilità, debba essere proporzionale al numero di alunni che non hanno spazio nelle loro sedi scolastiche, quindi non meno di un milione e 200 mila giovani, che dovranno essere collocati in una sede esterna anch’essa adeguatamente predisposta per fare lezione in sicurezza.
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