Ci sono disposizioni che interessano da vicino la scuola nel DPCM firmato nella notte dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro della Salute Roberto Speranza contenente le nuove misure per il contrasto al contagio da Covid19: oltre al divieto di assembramenti, con multe “salate” per coloro che quindi stazionano anche davanti alle scuole, studenti e genitori compresi, il provvedimento governativo ha imposto il diniego ai viaggi d’istruzione, come pure alla didattica a distanza in tutti i gradi scolastici e l’apertura alle riunioni collegiali in presenza.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, queste restrizioni sono la naturale quanto inevitabile conseguenza a seguito del pericoloso innalzamento dei contagi: tuttavia, per la prevenzione del Covid all’interno degli istituti è anche indispensabile riprendere il protocollo sulla sicurezza per la ripresa a settembre, sottoscritto lo scorso 6 agosto pure dall’Anief. Proprio in quel documento, al punto B, c’era scritto nero su bianco che il ministero dell’Istruzione si sarebbe impegnato a convocare periodicamente il Tavolo nazionale permanente e che, in base al punto D, ciò si sarebbe dovuto verificare con cadenza almeno mensile. Questo non è avvenuto e, alla luce dei pericoli maggiorati dell’ultimo periodo, chiediamo al ministero di viale Trastevere di allestire con urgenza una riunione con tutte le parti interessate. Nel frattempo esortiamo tutte le istituzioni interessate, in particolare il Comitato tecnico scientifico e il ministero dei trasporti, ad intervenire con disposizioni straordinarie e immediate per evitare che gli studenti raggiungano le scuole o tornino a casa dalle stesse su mezzi pubblici stracolmi di persone, dove evidentemente i rischi di contrarre il Covid diventano altissimi”.
LE DISPOSIZIONI SULLA SCUOLA
C’è pura la Scuola presenta tra le misure che saranno valide per i prossimi 30 giorni nell’ultimo DPCM anti-Covid. In base al testo approvato, scrive Orizzonte Scuola, “le riunioni collegiali di ogni ordine e grado potranno essere svolte in presenza o distanza. La decisione dovrà essere assunta sulla base della possibilità di garantire il distanziamento fisico e la sicurezza personale”. Risultano invece “sospesi tutti i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”.
LA DIDATTICA CONTINUA SOLO IN PRESENZA
Il no didattica a distanza per le superiori non era scontato. “Nella giornata di ieri, alcuni governatori regionali avevano avanzato la possibilità di presentare sul tavolo del Governo una richiesta” in questa direzione, al fine di “alleggerire la pressione sui trasporti pubblici”. Ed è un problema che “a quanto pare esiste. La problematica era stata sollevata ieri dal governatore dell’Emilia Romagna preoccupato per il trasporto pubblico e sulla necessità di avere più mezzi. Avrebbe, quindi, avanzato l’idea di una didattica a distanza per le superiori. Notizia subito smentita dal suo ufficio stampa, ma il presidente della Regioni Abruzzo, Marsilio, rilasciava una dichiarazione all’ANSA nella quale confermava che la DAD per gli studenti più grandi era stato un tema discusso tra alcuni governatori regionali. Il problema, che ha visto al momento una netta opposizione da parte del Governo”.
MASCHERINA SEMPRE CON SÈ
Ma ci sono anche altre disposizioni che in qualche modo interessano la scuola. Come l’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi aperti. Dunque, anche fuori gli istituti, dove non di rado si assembrano troppi genitori oppure gli studenti si soffermano più del dovuto in fase di entrata e uscita da scuola. L’articolo 1 del DPCM stabilisce, infatti, che “è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”. Dall’obbligo è escluso chi fa attività sportiva (anche a scuola chi svolge educazione motoria), i bambini sotto i 6 anni, i soggetti con patologie e disabilità incompatibili con l’uso della mascherina.
RIVEDERE IL PROTOCOLLO SULLA SICUREZZA
Anief rammenta che si legge nel protocollo sulla sicurezza nelle scuole approvato ad agosto si sarebbe dovuto comporre “da rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, del Ministero della Salute e delle OO.SS. firmatarie del presente Protocollo, con funzioni di gestione condivisa relativa al confronto sull’attuazione del Documento tecnico scientifico presso le istituzioni scolastiche”. A quel protocollo, inoltre, vanno associati i tavoli permanenti regionali, da istituire “presso ogni USR, di cui fanno parte rappresentanti dell’USR designati dallo stesso Direttore, delle OO.SS. del settore scuola firmatarie del presente Protocollo, degli enti locali, dei Servizi di igiene epidemiologica e della Protezione Civile operanti sul territori”. Questo, al fine di dare la possibilità alle Regioni più colpite in questa seconda fase di pandemia, quindi sui singoli territori in base alle particolari esigenze, di agire con gli strumenti e le strategie più idonee.
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