Il ministero dell’Istruzione blocca le assunzioni annuali dei 70 mila insegnanti e Ata aggiuntivi finanziati in parte con il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 e in parte con il decreto-legge n. 34 del 2020, introdotti proprio per fronteggiare l’emergenza coronavirus, in particolare nelle scuole dove le classi sono state sdoppiate per mantenere i distanziamenti fisici di almeno un metro imposti dal Comitato tecnico scientifico. Dopo che gli istituti scolastici, sulla base del numero indicato dai propri Uffici territoriali, hanno nei giorni scorsi provveduto ad assumere gli insegnanti e Ata autorizzati, è delle ultime ore la “doccia fredda”, sotto forma di circolare, inviata dal Ministero ai presidi di tre regioni: a causa di non meglio specificate difformità tra i calcoli fatti dal Mi e quelli del portale degli stipendi della Pubblica amministrazione, i dirigenti sono stati invitati a fermare questo genere di assunzioni.
Secondo l’Anief, che ha da subito giudicato una vittoria l’apertura al lavoro “agile” anche per questi insegnanti, dopo avere considerato del tutto illegittima l’introduzione di contratti atipici nella scuola pubblica, questo procedere all’insegna di stop and go non fa bene alla scuola: “dopo avere superato il problema delle differenziazioni illegittime di tipo contrattuale tra insegnanti che svolgono la medesima professione, hanno medesimi doveri e responsabilità, l’azione del nostro sindacato – dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - era e rimane la collocazione dei 60 mila insegnanti e 10 mila Ata Covid nell’organico di diritto. Auspichiamo davvero che gli intoppi che si sono venuti a determinare in alcune province, per la loro assunzione, siano davvero temporanei. Non possiamo pensare che in piena emergenza Covid, con le scuole che hanno estremo bisogno di questo personale, si debba rinunciare a dei lavoratori il cui apporto è fondamentale per realizzare la didattica nell’anno scolastico più complicato da quando è entrata in vigore la Costituzione italiana”, conclude Pacifico.
Si ferma inaspettatamente la nomina dei docenti e Ata da assumere nell’anno del Covid19. “La strana circolare – scrive il Corriere della Sera - è già arrivata ai presidi di Toscana, Veneto e Abruzzo e nelle prossime ore c’è da immaginare che raggiunga le scrivanie dei dirigenti scolastici delle altre regioni impegnati a completare l’organico”. Lo stop all’assunzione dei docenti e Ata cosiddetti Covid si va a sommare all’anora tutt’altro che completata assegnazione dei precari sulle cattedre prive di personale titolare. Il problema, conferma il quotidiano nazionale, è che “ancora mancano i supplenti ordinari che gli uffici scolastici sperano di avere in cattedra entro la fine di novembre”.
“L’incidente che coinvolge proprio una delle misure «finalizzate a consentire l’avvio e lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 – dice sempre Il Corriere della Sera - è stato commesso dal Ministero dell’Istruzione lo scorso agosto quando ha inviato agli uffici scolastici la tabella di calcolo che non corrisponde alla «spesa calcolata dal sistema NoiPa», il servizio degli stipendi della pubblica amministrazione. In attesa che il ministero, di concerto con il Mef, elabori le divisioni corrette dei fondi a disposizione, «si chiede di sospendere a decorrere l’attivazione degli incarichi temporanei del cosiddetto organico Covid non ancora perfezionati».
Anief ricorda che l’inquadramento dei docenti-Covid è stato istituito dall’art. 231-bis della Legge 17 luglio 2020, n. 77 e quindi indicato nella lettera b) dello stesso articolo 231 bis del decreto-legge n. 34 del 2020, con la quale si dispone di “attivare ulteriori incarichi temporanei di personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) a tempo determinato dalla data di inizio delle lezioni o dalla presa di servizio fino al termine delle lezioni, non disponibili per le assegnazioni e le utilizzazioni di durata temporanea. In caso di sospensione dell’attività in presenza, i relativi contratti di lavoro si intendono risolti per giusta causa, senza diritto ad alcun indennizzo”.
Successivamente, con una doppia nota di chiarimento del capo dipartimento Max Bruschi, la n. 1843 del 13 ottobre e la nota, la n. 1870 del giorno successivo, il ministero dell’Istruzione ha chiarito che tali docenti rientrano a pieno titolo nell’organico dell’autonomia, non possono essere utilizzati esclusivamente per le supplenze del personale assente ed essere collocati per fare sostegno agli alunni disabili, ma soprattutto in caso di lockdown potranno operare in smart working. Quindi, non potranno essere licenziati. Sempre che vengano assunti.
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