Continua l’esame da parte delle Commissioni della Camera del Disegno di Legge di Bilancio 2021: tra gli emendamenti che i parlamentari stanno valutando figurano anche quelli presentare dal sindacato Anief. Il sindacato ha rilevato, tra le proposte presenti, anche molti emendamenti che ricalcano le stesse problematiche esaminate, sintomo anche dell’importanza degli argomenti
Marcello Pacifico (Anief): “Questo è il momento più giusto per rilanciare la scuola e il settore tutto dell’Istruzione. Reputiamo sia un’operazione indispensabile per la crescita dei cittadini e dall’economia del paese, la cui importanza è chiara soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria. Le nostre richieste intendono tutelare tutte le parti in causa, a partire dai lavoratori che rappresentiamo ai quali si continuano ad assegnare stipendi tra i più bassi d’Europa sebbene, proprio durante la pandemia, abbiano dimostrato un altissimo senso del dovere verso la professione e i loro studenti. Inoltre, tra le proposte presentate, auspichiamo il rilancio di settori strategici come l’Università, la Ricerca e l’Alta formazione”
Anief ha presentato quasi 70 emendamenti alla Legge di Bilancio 2021 alla V Commissione della Camera. Sono molte le proposte specifiche per Scuola, Università e Ricerca per affrontare l’emergenza Covid. Le proposte sono state suddivise in sezioni e riguardano la fiscalità, gli organici e l’emergenza covid-19, il salario accessorio e la ricostruzione di carriera, la mobilità, il reclutamento e il precariato, il sostegno e la specializzazione, il welfare e il pensionamento, il personale Ata, educativo, insegnante di religione cattolica, scuole estere, concorso DS, interventi per l’università, la ricerca, l’alta formazione artistica, coreutica e musicale, relazioni sindacali. Il sindacato, per venire incontro a quanti ne hanno diritto nel particolare momento storico che stiamo vivendo, ha richiesto anche la sospensione delle tasse universitarie e detrazioni per i fuorisede, ma anche detrazioni per le spese del personale scolastico. Tra le proposte, anche maggiore impulso ai progetti esterni degli Enti di Ricerca. Il sindacato ha predisposto pure un elenco completo dei temi affrontati negli emendamenti.
Il sindacato, come ha sottolineato più volte, ha sempre cercato di riportare in primo piano la problematica legata alla supplentite, formata da una schiera infinita di precari che, nonostante insegnino anche da decenni nelle nostre scuole, continuano a non poter avere accesso alla stabilizzazione. Non mancano dunque le proposte emendative pure per i precari che hanno svolto 36 mesi di supplenze anche non continuative all’interno della scuola con qualsiasi ruolo. Misure ad hoc ancora per le categorie spesso quasi dimenticate, come gli Ata, gli educatori, gli insegnanti di religione.
Con 250 mila supplenze annuali sottoscritte quest’anno e oltre la metà delle immissioni in ruolo saltate, l’Anief ha rilanciato delle istanze che in passato il Parlamento ha già adottato, come “la riapertura delle GaE”, autorizzata nel 2008 e nel 2012, “e l’avvio di corsi abilitanti aperti a tutto il personale che ha maturato 36 mesi di servizio. Questo è molto importante perché il doppio canale di reclutamento” va necessariamente avviato: “ce lo dice la Cassazione, la Corte Costituzionale italiana e l’Europa. Tra l’altro l’Anief su questo punto ha presentato all’UE dei reclami collettivi e a gennaio si avrà la risposta.
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ha affermato che “tra i vari interventi realizzati c’è anche quello che guarda all’Europa, per far riconoscere il rischio biologico per il personale della scuola perché è quello più a rischio burnout in tutta le Pubblica amministrazione: per tale motivo chiediamo anche un'indennità per il personale scolastico. Riteniamo che questo sia il momento in cui la politica debba valorizzare di più il lavoro che si sta facendo sia in presenza che a distanza, per garantire sempre il diritto all'istruzione. Siamo certi che le nostre proposte daranno sostegno a una categoria provata da mesi di incertezze, che hanno messo a dura prova tutti. Il Paese deve ripartire e la chiave sta in mano alla Scuola”.
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