Nuovo capitolo nella vicenda delle supplenze svolte durante il lockdown dello scorso anno scolastico e mantenute anche dopo il rientro del titolare. La misura, prevista dall’art. 121 del D.L. 18 marzo 2020 n. 18, ha causato da subito non pochi problemi di applicazione su cui il Ministero dell’istruzione è dovuto intervenire con numerose note che hanno via via ridotto, fino di fatto ad azzerarla, l’applicazione effettiva di tale possibilità per le scuole.
Nelle prime settimane dopo la pubblicazione del decreto ‘Cura Italia’, tuttavia, sono stati moltissimi i casi di proroga della supplenza in seguito a rientro del titolare. Adesso, come segnala la testata specializzata Orizzonte Scuola, con nota n. 656 del 12/01/2021, il ministero informa le istituzioni scolastiche che i pagamenti di quelle supplenze sono stati bloccati dalla Ragioneria Generale dello Stato “in quanto dalla suddetta norma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Il problema, prosegue la nota, avrebbe origine nel fatto che “tali contratti andrebbero a formalizzare dei nuovi incarichi, e non delle supplenze ordinarie, per i quali tuttavia non è stato comunicato un preciso stanziamento di risorse”.
La nota si conclude con un invito, rivolto alle scuole, che sa di beffa sia per i supplenti mai pagati che per i dirigenti scolastici su cui, adesso, viene scaricata la croce di un provvedimento pasticciato sin dall’inizio. Il Ministero, infatti, invita le scuole “ad attenersi a quanto segue: provvedere al pagamento dei docenti interessati mediante proprie risorse finanziarie di bilancio, senza vincolo di destinazione, al fine di evitare ulteriori oneri di interessi e spese legali derivanti da contenziosi instaurati dal personale interessato, a cui non è stato riconosciuto il compenso per le prestazioni rese; procedere all’annullamento di quanto caricato su SIDI, mediante l’inserimento e la trasmissione del prospetto A-1.”
“La decisione della Ragioneria dello Stato – dichiara Marco Giordano, segretario generale ANIEF – di non pagare i supplenti e di scaricare sulle scuole la responsabilità di provvedervi con risorse proprie è inaccettabile. I docenti hanno lavorato e hanno quindi diritto al pagamento di quanto dovuto, ma non si può certo dire alle scuole ‘scusate, abbiamo sbagliato, adesso sbrigatevela da sole’. Cosa accadrà se non avranno in cassa fondi sufficienti cui fare affidamento? E anche se li avessero, perché mai dovrebbero essere le istituzioni scolastiche a pagare il conto di una norma pasticciata?”
ANIEF invita tutto il personale interessato dal mancato pagamento delle supplenze durante il lockdown dello scorso anno scolastico a prendere immediatamente contatto con la sede provinciale più vicina per avviare gratuitamente tutte le azioni volte al recupero di quanto spettante, nonché per ottenere il pagamento della quota di 174,50 euro lordi al mese per la retribuzione professionale docenti, non riconosciuta ai supplenti brevi. Un danno enorme, che riguarda anche i supplenti dell’organico Covid oggi in servizio.
Per il presidente nazionale ANIEF, Marcello Pacifico, “è necessario l’immediato intervento del Governo per porre rimedio a questa incresciosa vicenda. Se la norma era scritta male – conclude il leader del giovane sindacato – la responsabilità certo non può essere imputata alle scuole né tantomeno ai supplenti, che hanno diritto al pagamento delle spettanze, nel rispetto dei contratti stipulati”.
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