Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, preannuncia la posizione del giovane sindacato: è decisivo per salvaguardare il diritto allo studio riscrivere l'obbligo scolastico dai tre ai diciotto anni, spostare tutti i posti oggi nell’organico di fatto in quello di diritto, stabilizzare i precari, rivedere i profili professionali, aumentare i plessi, le aule, gli edifici scolastici, garantire il diritto all'inclusione, eliminare i vincoli sui trasferimenti, reclutare i precari dal doppio canale di reclutamento, attribuire gli organici in base ai fabbisogni.
Le organizzazioni sindacali rappresentative sono state convocate, assieme alle Confederazioni, per il giorno 26 gennaio, alle ore 10.30, sul tema dei “progetti del Ministero dell’Istruzione relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza”: l’incontro “sarà presieduto dall’On. Ministro”.
LA POSIZIONE DELLA MINISTRA
Sul tema, pochi giorni fa la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, durante un intervento televisivo, ha detto che “Il Recovery Plan è un’occasione storica per il nostro Paese e per la scuola ancor di più sulla quale abbiamo più di 27 miliardi: parte anche sull’edilizia scolastica, costruzione di nuove scuole e sull’efficientamento energetico, la digitalizzazione”. La maggiorazione dello stanziamento al comparto della Conoscenza è scaturito in queste ultime ore dall’esito del confronto con le forze di maggioranza, che sulla base delle varie osservazioni critiche da queste formulate ha prodotto una bozza diversa da quella iniziale. Con maggiore attenzione, appunto, per Istruzione Ricerca.
IL PARERE DEL PRESIDENTE
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “la vera sfida per il nostro Stato è ora quella di investire al meglio questi finanziamenti provenienti dall’Europa, senza disperdere un solo euro: siamo ben lieti di incontraci con i vertici dell’amministrazione scolastica e con la ministra dell’Istruzione, ai quali faremo presente che oltre ai processi di digitalizzazione, ammodernamento e rifacimento di un alto numero di strutture scolastiche, sarà importante valorizzazione del personale, partendo dalla cancellazione della supplentite, assumendo in ruolo tutti i precari con titoli e servizi, anche da graduatorie d’Istituto, incrementare in modo finalmente importante gli stipendi di docenti e Ata. Ma anche aumentare gli organici, le scuole autonome, le dirigenze scolastiche, i posti di Dsga e cancellando una volta per tutte i posti in organico di fatto e la vergogna delle deroghe su sostegno. Sempre per il personale, sarà fondamentale, infine, introdurre la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, anche in tema di ricostruzione di carriera e di mobilità, andando a cancellare quei vincoli che oggi allontanano il diritto al lavoro da quello che tutela la famiglia”.
COSA DICE LA BOZZA APPROVATA DAL CDM
La missione 4 del piano dei finanziamenti UE, dedicata a istruzione e ricerca, prevede il potenziamento delle competenze di diritto allo studio, delle Competenze Stem e del multilinguismo, ma anche la valorizzazione degli insegnanti. Nel testo approvato dal CdM si indica la necessità di “costruire una carriera docente dando l’opportunità ai docenti più dinamici e capaci di assumere responsabilità all’interno della scuola, accompagnata alla possibilità di crescere in ruolo. Potranno avere funzioni di coordinamento, progettazione o formazione dei loro colleghi e per le loro mansioni aggiuntive e per la qualifica raggiunta avranno una retribuzione mensile maggiore. I migliori docenti del Paese potranno dedicare alcuni anni a inizio o fine carriera all’insegnamento in scuole svantaggiate”. Inoltre, “si incoraggerà la mobilità dei docenti (e la loro permanenza) presso aree svantaggiate o scuole con particolari criticità socio-economiche”.
Al fine di favorire l’autonomia scolastica si valorizzeranno, riporta il testo approvato dal CdM, si investirà per valorizzare “docenti e dirigenti e il ruolo attivo di studenti e genitori nella vita scolastica e nella progettazione dei piani di offerta formativa”. Concetti che si ritrovano nell’Atto di indirizzo politico-istituzionale del 2021 con cui la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha stabilito le priorità politiche e gli obiettivi strategici sulla destinazione delle risorse finanziarie disponibili nello stato di previsione della spesa per il 2021 e per i prossimi tre anni.
GLI ASSI PORTANTI DEL PROGETTO
Secondo quanto riferito dalla stampa specializzata, la missione “Istruzione e ricerca” collocata nel Recovery Plan ruota attorno ai seguenti assi portanti:
– l’ampliamento delle competenze acquisite nelle scuole, nelle università e nelle istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale da parte di giovani, di lavoratori e ampie fasce di popolazione attiva;
– il potenziamento della ricerca di base e delle grandi infrastrutture di ricerca, fondamentali nelle aree di frontiera e per il trasferimento tecnologico, il miglioramento dell’interazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo, nonché della propensione all’innovazione delle imprese, soprattutto delle PMI, e la loro partecipazione a progetti e filiere strategiche. Per questa via si sostengono anche la domanda e l’adeguato impiego di competenze avanzate nel nostro sistema produttivo;
– l’internazionalizzazione della formazione superiore e della ricerca attraverso la promozione della mobilità di docenti e ricercatori, sia verso l’estero che verso l’Italia, per contribuire ai principali processi internazionali di ricerca e formazione di nuove competenze, nei principali ambiti strategici per il futuro;
– il supporto alla ricerca condotta dai giovani talenti, con finanziamenti ad essi dedicati, seguendo il modello d’eccellenza degli ERC grant europei.
Missione 4 – Istruzione e ricerca
La missione è divisa in 2 componenti ed è particolarmente focalizzata sulle generazioni future.
Affronta il tema strutturale più importante per rilanciare la crescita, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali.
Ha due obiettivi fondamentali:
(i) garantire le competenze e le abilità necessarie per affrontare le sfide presenti e future, intervenendo sui percorsi scolastici e universitari degli studenti, sostenendo il diritto allo studio e accrescendo l’incentivo delle famiglie a investire nell’acquisizione di competenze avanzate da parte dei giovani;
(ii) rafforzare i sistemi di ricerca e la loro interazione con il mondo delle imprese e delle istituzioni.
La prima componente, “Potenziamento delle competenze e diritto allo studio”, è dedicata al potenziamento della didattica. Si prevede un notevole sforzo per colmare il ritardo del Paese nelle strutture e nei servizi dedicati all’età prescolare, iniziative per il contrasto alla povertà educativa e per la riduzione dei divari territoriali nella quantità e qualità dell’istruzione, in particolare nel Mezzogiorno, interventi per la didattica digitale integrata, per le competenze STEM e il multilinguismo, con un focus specifico alla formazione delle donne.
La seconda componente, “Dalla ricerca all’impresa”, guarda alla ricerca di base, applicata, e al trasferimento tecnologico per rafforzare il sistema della ricerca lungo le diverse fasi della maturità tecnologica, agendo in maniera sistemica sulla leva degli investimenti in R&S. Una prima direttrice di intervento è rivolta al potenziamento della filiera di R&S attraverso grandi infrastrutture di ricerca, partenariati allargati per lo sviluppo di progetti di ricerca. Una seconda direttrice si focalizza sul potenziamento dei meccanismi di trasferimento tecnologico, incoraggiando – con partnership ed investimenti pubblici e privati – l’innovazione attraverso l’uso sistemico dei risultati della ricerca da parte del tessuto produttivo.
Sono contemplati, in quest’ambito, investimenti per il potenziamento di strutture di ricerca e la creazione di “reti nazionali” di R&S su alcune tecnologie abilitanti (Key Enabling Technologies), la creazione di “ecosistemi dell’innovazione” attorno a “sistemi territoriali” di R&S.
PER APPROFONDIMENTI:
LEGGE DI BILANCIO – Stipendi, Anief chiede il salario minimo adeguato all’inflazione
RECOVERY FUND – I 10 miliardi alla Scuola possono non bastare
RECOVERY FUND – Più soldi alla Scuola per il dopo-Covid