Si celebra oggi la Giornata nazionale in memoria delle vittime del coronavirus. “L’iniziativa ci trova d’accordo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief –, perché stiamo vivendo una vera tragedia, che va affrontata con la consapevolezza che la salute in questo momento è il bene più importante da salvaguardare. Abbiamo avuto notizie nelle ultime ore anche di operatori scolastici che hanno perso la vita a causa del Covid: la tragedia non risparmia nemmeno la scuola e chi vi lavora ogni giorno per la formazione dei giovani. Per tutelarci dai contagi di questo virus è fondamentale la somministrazione dei vaccini: è bene, però, che le autorità sanitarie e il ministro Roberto Speranza forniscano i dovuti accertamenti sulle dosi bloccate. Vi sono oltre 600 mila docenti, amministrativi e ausiliari che vanno rassicurati. E altrettanti che attendono notizie chiare sui possibili effetti collaterali. Per spazzare via i sospetti sulle reazioni pesanti, non bastano i numeri di casi limitati: servono indicazioni e dati scientifici certi, anche da parte dell’Aifa. La quale è bene che chiarisca anche perché l’Europa ha dato il via libera alle somministrazioni di AstraZeneca, a differenza di Stati Uniti e Israele”.
Per l’intera giornata di oggi si stanno susseguendo cerimonie ed eventi in memoria delle tante vittime della pandemia. Stamane, il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato a Bergamo, la città italiana più colpita dalla prima ondata del coronavirus: Paolo Fresu, il più famoso trombettista nazionale, ha accompagnato l'inaugurazione del "Bosco della memoria". Sempre per onorare la memoria di tutte le vittime, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha disposto l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici.
Anief apprezza e sostiene le iniziative odierne volute dal Governo, perché fanno riflettere la cittadinanza sulle oltre 100 mila vittime del Covid19, solo in Italia, e sull’ancora complicatissima situazione epidemiologica che si è venuta a determinare, soprattutto in alcune aree del Paese dove si è dovuti ricorrere a forti restrizioni: tra queste c’è anche la sospensione per ulteriori settimane delle attività didattiche in presenza, anche degli alunni più piccoli. Un sacrificio che dovrebbe contribuire a ridurre i rischi di contagio.
È bene, quindi, che i decisori politici e gli amministratori dell’Istruzione si adoperino al massimo per organizzare al meglio i monitoraggi a “tappeto”, con dialogo permanente tra le Asl e gli istituti scolastici, che il sindacato continua a chiedere da mesi, poiché fondamentale, assieme alle vaccinazioni volontarie del personale, per vincere la pandemia.
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