Anief: no a inutili imposizioni, pronti allo sciopero se si ritornerà in presenza con le classi pollaio e senza un sensibile aumento degli organici e l'assorbimento del precariato. Il sindacato contesta anche le mancate soluzioni per i diplomati magistrale per i quali si attende una pronuncia del comitato europeo dei diritti sociali dopo la denuncia inviata nel 2018, per gli ITP per i quali è incorso di presentazione una nuova denuncia, e per l'assegnazione annuale provvisoria ancora negata.
Da domani e fino a venerdì si decidono le sorti del nuovo anno scolastico: la bozza di proposta del ministero dell’Istruzione sul Piano Scuola sarà ulteriormente definita e poi presentata alle Regioni, probabilmente mercoledì 4 agosto, dopo che giovedì scorso il confronto è saltato all’ultimo momento. Al massimo giovedì, invece, si dovrebbe riunire il Consiglio dei ministri che potrebbe approvare, con la contrarietà del giovane sindacato e di anche qualche partito della maggioranza, un decreto legge che porterà all’adozione del Green Pass per l’accesso a scuola da settembre. Infine, il 6 agosto il ministro dell’Istruzione ha convocato i sindacati di categoria per l’adozione di quel ‘Patto per la Scuola’ approvato lo scorso 20 maggio a Palazzo Chigi, ma di cui si sono perse subito le tracce a seguito dell’approvazione in CdM di una prima versione del decreto Sostegni bis, poi in buona parte confermata in fase di conversione in Parlamento dalla legge 106.
“Siamo alla resa dei conti – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e noi come sindacato ci arriviamo a testa alta e con la coscienza a posto: sono settimane, anzi mesi, che indichiamo la strada da intraprendere per far tornare i nostri alunni a scuola in sicurezza e per tutelare il personale. Non è certo quella della vaccinazione obbligatoria, né del personale scolastico, che ha aderito al 90%, anche nelle regioni in ritardo, come la Sicilia, dove si è superato abbondantemente l’80%, né tantomeno degli alunni. A questo proposito, continuiamo ricordare che la vaccinazione dei solionsegnanti senza tutti gli alunni è totalmente inutile per evitare la diffusione del contagio. Riteniamo, piuttosto che i tempi siano invece maturi per altri percorsi: quelli che portano almeno al rispetto, se non all’innalzamento, dei parametri, pari ad 1,80 metri quadrati ad alunno nella scuola dell’infanzia e primaria e a 1,96 nella scuola secondaria, che regolano il rapporto alunni-superficie scolastica, in 45 anni mai rispettati, tanto che siamo pronti a lanciare una mega class action”.
Per la scuola sta arrivando l’ora della verità. In settimana si getteranno le basi che definiranno i destini del nuovo anno scolastico. Governo, ministero dell’Istruzione, Regioni ed enti locali saranno chiamati a dire la loro. Poi, il Consiglio dei ministri tirerà le somme e prenderà le decisioni che potrebbero a questo punto essere anche definitive. Uno dei nodi da sciogliere è certamente quello del green pass per entrare a scuola, con diverse ipotesi che si stanno accavallando nelle ultime ore, tra cui quella dell’adozione del ‘pugno duro’ solo nei territori più indietro. Una possibilità che però dovrà essere ben ponderata, considerando la poca attendibilità delle stime governative sui non vaccinati. Il vero problema, il sindacato lo continua a ripetere, non è quello dell’imposizione delle vaccinazioni, ma la scarsità di spazi in cui si fa lezione nelle nostre scuole.
“È chiaro – dice Marcello Pacifico, leader Anief - che le scuole che continuano a tenere 30 alunni in 30-40 metri quadrati non possono convivere con il Covid, ma nemmeno con i parametri ordinari sulla sicurezza. Purtroppo non sono poche, siamo nell’ordine delle decine di migliaia. E poi dove sono i mezzi di trasporto aggiuntivi da mettere a disposizione degli studenti delle scuole superiori per evitare assembramenti e scongiurare i ritorni alla scuola in presenza ad orari ancora scaglionati e in modalità Dad, che nessuno ha voglia di rivivere?”.
“Come se non bastasse – continua il sindacalista autonomo -, in questa difficile situazione siamo riusciti anche a non adottare un sistema di reclutamento straordinario, che per gli altri Paesi Ue sarebbe l’ordinario: l’assunzione progressiva dei precari storici, anche abilitandoli e specializzandoli nell’anno di prova, avrebbe permesso di gestire molto meglio le classi e tutta la scuola in tempo di Covid19. Non esserci riusciti, alzando anche assurdi paletti nella gestione delle Gps, è l’ennesimo errore di chi sta gestendo l’inizio dell’anno scolastico senza ascoltare le esigenze dei protagonisti. È chiaro che, a meno di un mese e mezzo dal ritorno in classe, gli appuntamenti istituzionali della prossima settimana rappresentano davvero l’ultima chiamata. Anche per la valorizzazione di un personale che continua a percepire stipendi inadeguati e lontani della media Ue. Noi ci siamo, speriamo solo - conclude Pacifico - che la volontà sia reciproca e che quanto dovesse essere stabilito e sottoscritto venga stavolta portato avanti. Senza se e senza ma”.
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