Secondo la Nota Tecnica del capo dipartimento del dicastero dell'Istruzione Stefano Versari il dipendente senza la “certificazione verde COVID-19”, oltre a essere sospeso fin dal primo giorno di servizio dopo l’avvenuto mancato riscontro, deve anche pagare allo Stato una sanzione da 400 a 1.000 euro: assieme alla “sospensione senza stipendio”, scrive il dirigente ministeriale, si applicherà una “sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro”.
Il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico non ha dubbi: “Siamo alla follia. Faremo restituire stipendi e multe a migliaia di insegnanti, ma qualcuno dovrà rispondere per queste azioni discriminatorie. Intanto, invitiamo tutto il personale a firmare la petizione contro l’obbligo vaccinale del personale scolastico e universitario, alla quale hanno aderito già 110mila persone, ad aderire al ricorso e a scioperare il primo giorno delle lezioni in ogni regione italiana”.
Anief ricorda che la sicurezza nelle scuole passa per il rispetto delle norme sul distanziamento sociale e non facendo la “voce grossa” contro chi non si vuole vaccinare, ma ha diritto alla tutela della propria salute, ha diritto al lavoro e all'istruzione in luoghi sicuri senza sospensioni e sanzioni.
Prende forma il Decreto-legge n. 111/2021 sulle “Misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti”: a poche ora dal Ferragosto, il Ministero ha inviato alle scuole un documento tecnico con il quale vengono analizzate le casistiche previste dallo stesso decreto, prevedendo che nei confronti dei docenti e Ata non vaccinati contro il Covid19 non siano “dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato”.
“Il mancato possesso della certificazione verde – riporta ancora il parere tecnico del ministero dell’Istruzione – è dalla norma qualificato come “assenza ingiustificata” e il personale scolastico che ne è privo non può svolgere le funzioni proprie del profilo professionale, né permanere a scuola, dopo aver dichiarato di non esserne in possesso o, comunque, qualora non sia in grado di esibirla al personale addetto al controllo”. Inoltre, coloro che non avranno “osservanza delle disposizioni” sull’obbligo vaccinale incorreranno in una “violazione” che, riporta ancora la nota tecnica del Ministero dell’Istruzione, comporterà una “sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro”.
Il sindacato Anief rifiuta categoricamente tale modo di procedere. Dopo avere non sottoscritto l’accordo sulla sicurezza nelle scuole, malgrado alcuni miglioramenti rispetto al testo inziale, cui lo stesso sindacato ha contribuito, l’organizzazione rappresentativa della scuola ribadisce il suo ‘no’ senza se e senza ma a tali ingerenze nei confronti di lavoratori: i dipendenti non possono essere costretti alla vaccinazione, così come indicato nel Regolamento comunitario n. 953/21.
Dopo aver raccolto 110mila firme in una settimana per la cancellazione del Green Pass, il giovane sindacato conferma la volontà di presentare il ricorso collettivo gratuito al Tribunale di Roma per impugnarlo, entro il 21 agosto, insieme al Decreto legge n. 106, al fine di chiedere la sospensione della norma. L’obiettivo dell’Anief è quello di replicare in Italia la decisione dei tribunali spagnoli, dove il Green Pass per la circolazione nei trasporti sarà ritirato.
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