L’attività scolastica riprenderà, a breve, in condizioni poco rassicuranti: in due classi su tre gli studenti non sono vaccinati o non possono esserlo; su 366 mila classi, soltanto per il 15,9% si può rispettare la norma sul distanziamento, quindi nemmeno una su cinque. Ecco perché è inutile pensare che con il Green Pass possiamo stare tranquilli a riprendere le lezioni nelle aule in presenza. In questo contesto, il ministro dell’Istruzione interviene soltanto sul 2,9% delle classi che superano il numero massimo di alunni per classe, investendo 22 milioni di euro e tralasciando di sdoppiare le classi come si dovrebbe fare nel rispetto delle indicazioni sull'edilizia scolastica che dal 1975 prevede uno spazio minimo da 1,80 a 1,95 metri quadri per alunno.
“Riteniamo a dir poco riduttivo e fuorviante pensare che la vaccinazione o il tampone imposto a docenti e Ata possa minimizzare i rischi del contagio – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: a questo punto, Anief chiederà nelle prossime ore un'informazione a tutti i dirigenti scolastici del Paese per chiedere i criteri della formazione delle classi e se sono state rispettate le norme sulla sicurezza durante lo stato emergenziale”.
La scuola italiana tenta di ripartire con l’attività didattica in presenza proponendo un servizio pubblico fatto di almeno 35mila classi pollaio. Altro che situazione sotto controllo. A sostenerlo è da tempo l’Anief e negli ultimi giorni anche la carta stampata: Il Fatto Quotidiano stima che almeno una classe su dieci è un’aula “pollaio”, con le scuole superiori che stanno peggio degli altri corsi di studio. “Parliamo delle aule scolastiche particolarmente affollate (anche oltre i limiti previsti dalla legge), ma pure di quelle che in generale potrebbero forse essere ridotte per garantire, in tempi normali, una migliore istruzione e, in tempi di pandemia, una maggiore sicurezza”, scrive il quotidiano.
Il problema, osserva il giovane sindacato, è che anche le classi normali, sotto i 25 alunni collocati per aula, non rispettano le norme sulla sicurezza minima. In pratica, l’80 per cento delle classi opera in un contesto fisico non confacente alla normativa vigente. Anief ha calcolato che sono almeno 100mila le classi con circa 25 alunni. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “la legislazione vigente sulla sicurezza dice che per stare nelle regole bisognerebbe avere in aula almeno 1,80-1,90 metri quadrati di spazio ad alunno: questo, di norma non avviene perché nella maggior parte dei casi le nostre aule sono più piccole di 35 metri quadrati. Uno studio del Politecnico di Torino realizzato in questo periodo di Covid per verificare il distanziamento da mantenere negli ambienti chiusi, ha confermato che in un’aula di quelle dimensioni non possono stare più di 15 insegnanti e alunni”.
“È una condizione pericolosa, che potrebbe trasformare le aule in pericolosi focolai. Questo deve essere ben chiaro: il Covid19 si continuerà a diffondere, laddove scatterà la quarantana riattiveremo la didattica a distanza. Ecco perché imporre il Green Pass al personale scolastico non può essere la soluzione del problema contagi. Ed ecco perché abbiamo proclamato lo sciopero nazionale Anief in occasione del primo giorno di scuola: riteniamo che non è possibile, dopo un anno e mezzo, continuare a ripetere le stesse cose a chi guida la scuola. Anziché spostare attenzioni ed energie sulle certificazioni verdi praticamente inutili, visto che gli ultimi report del Governo ci dicono che ha fatto il vaccino oltre il 90% del personale, bisognava agire su classi scolastiche, aumentando lo spazio fisico delle aule, diminuendo il numero di allievi, aumentando le sedi, docenti e Ata”.
Fino a domani, Anief continua a raccogliere le adesioni ai ricorsi contro il Green Pass da parte di dipendenti e studenti universitari che non accettano la violazione discriminatoria di sottoporsi a tampone ogni due giorni per entrare negli istituti scolastici e negli atenei. Inoltre, continua la raccolta delle firme per la petizione contro le relative sanzioni, che ha superato le 121mila adesioni. È poi ancora attiva anche la petizione per eliminare l’obbligo del Green Pass tra gli studenti universitari. Un’ulteriore specifica petizione è stata avviata per lo sdoppiamento delle classi e il raddoppio degli organici di docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari.
PER APPROFONDIMENTI:
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