“I risultati dei test di ammissione all’ultimo corso del TFA sostegno confermano ancora una volta la denuncia che ha fatto Anief. Innanzitutto sul numero programmato: è veramente incredibile come ancora una volta, nonostante i legali dell’Anief abbiamo vinto già l'anno scorso un ricorso in Consiglio di Stato che ordinava al Ministero dell’Istruzione di tenere conto del reale fabbisogno della programmazione del numero di accesso, questo numero si è fermato a 20mila unità, quando sappiamo che più di 45mila posti sono assegnati a personale non specializzato”. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: durante un’intervista a Italia Stampa, il sindacalista si sofferma sulle discrepanze territoriali tra cattedre vacanti e posti messi bando, con incomprensibili differenze regionali. Per questi motivi, Anief consiglia di impugnare il decreto sul VI ciclo Tfa sostegno e aderire al ricorso del sindacato, proprio con l’obiettivo di incrementare il numero dei posti di accesso e permettere quindi l’ammissione ai corsi universitari di specializzazione su sostegno.
Il sindacato Anief lo ha sempre detto: organizzare i corsi con numeri inadeguati e poi rifiutare l’iscrizione da parte di candidati che presentano regolari titoli e servizi svolti è un lusso che la scuola italiana non può permettersi: guardiamo in faccia la realtà: assicuriamo il diritto allo studio degli alunni disabili, specializzando nell’insegnamento della didattica speciali tutti coloro che chiedono di farlo. Il posto c’è, perché continuare a dire no?
Ma cosa prevede la normativa? “La normativa – ricorda il presidente Marcello Pacifico - prevede che oltre a chiedere il numero dei posti disponibili da parte degli atenei, si debba tener conto necessariamente del numero delle supplenze, del numero dei posti in deroga, del numero degli insegnanti chiamati, dal numero degli insegnanti precari in possesso del titolo di specializzazione. Quindi stiamo parlando di migliaia di unità, più del doppio dei posti programmati”.
“Ribadiamo – continua il sindacalista autonomo - che chiunque non è riuscito a passare la prova preselettiva comunque può fare il ricorso con Anief per andare a impugnare poi questo numero programmato e quindi per allargare la platea dei partecipanti per raggiungere il fine ultimo, che è quello del diritto all’inclusione dei nostri studenti: per farlo basta aderire ai ricorsi che sono promossi nel sito internet dell’Anief”.
Per presentare ricorso contro l’esclusione dai corsi a causa della mancata inclusione nel bando di selezione di un numero adeguato di posti sulla base dalle effettive esigenze territoriali cliccare qui.
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