Le richieste dell’Anief sulle modifiche alla Legge di Bilancio trovano spazio in Parlamento: oggi è trapelato che è stato accolto l’Ordine del Giorno n. G/2448 sez. I/2/7 (testo 2) al DDL n. 2448, la manovra 2022, presentato da alcune senatori del Pd. L’OdG chiede al Governo di impegnarsi in merito a risorse da destinare all’organico aggiuntivo Covid docente e ATA, aumento stipendi, concorso riservato per Dsga, concorso riservato per gli insegnanti di religione cattolica e deroghe al vincolo triennale dei docenti neoassunti. Segnali nella stessa direzione arrivano anche dalla VII commissione Cultura del Senato, che nell’elaborare un parere sempre sulla Legge di Bilancio ha presentato delle proposte migliorative, in attesa degli emendamenti: i parlamentari chiedono, in particolare, “un’ulteriore riduzione del periodo minimo di permanenza del personale docente nella sede di prima assegnazione” e “di prevedere dall’anno scolastico 2022/23 per i neoassunti la possibilità di derogare dal vincolo di permanenza triennale per la richiesta di assegnazioni provvisorie e utilizzazioni“.
“Quelle sugli aumenti stipendiali, sullo sblocco dei concorsi, della mobilità e degli organici sono istanze che abbiamo presentato da tempo – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e che stiamo rilanciando con nostri specifici emendamenti. Alla base di molte modifiche da apportare al testo sulla manovra, riteniamo che vi sia l’eccessivo numero di alunni per classe e l’esigenza di sdoppiarle, perché è da lì che passa la sicurezza (non solo per il Covid), la qualità della didattica, il tempo pieno, l’addio alle classi pollaio, la formazione di organici adeguati e la necessità di assumere direttamente da graduatorie, da tutte le Gps e senza vincoli, tutti i precari storici ripristinando il doppio canale di reclutamento. Poi, c’è la partita del rinnovo di contratto inadeguato, per il quale servono tre miliardi e non qualche centinaio di milioni. Le nostre richieste, se approvate, andrebbero anche a svecchiare la categoria dei lavoratori della scuola mandando in pensione prima tanti ultrasessantenni invece costretti a rimanere al lavoro pur avendo svolto ben oltre 35 anni di servizio”.
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