I giudici del lavoro continuano a dare ragione ai docenti e Ata precari della scuola: lo Stato sbaglia a negare loro la legittima ricostruzione di carriera su tutto il periodo svolto e il riconoscimento degli scatti durante le supplenze. Stavolta a beneficiare del parere della Giustizia sono tre lavoratori, ai quali Tribunali del Lavoro di Reggio Calabria e Palmi hanno assegnato, con tre nuove sentenze, il pieno riconoscimento del diritto di altrettanti docenti a ottenere il pagamento degli scatti di anzianità per il servizio svolto a termine prima dell'immissione in ruolo e per la ricostruzione di carriera integrale e immediata. Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “queste sentenze sono la dimostrazione che l’azione del sindacato è indispensabile per superare le discriminazioni stipendiali ancora presenti nel contratto nazionale di lavoro a discapito dei precari”.
Purtroppo, sono tantissimi i lavoratori della scuola che subiscono danni economici importanti, anche di altro tipo: per loro, Anief ha realizzato un apposito calcolatore Anief, finalizzato a quantificare il recupero delle differenze retributive. Inoltre, con Anief è ancora possibile aderire ai ricorsi Anief specifici per il personale precario con supplenze brevi per il recupero della Retribuzione Professionale Docenti o del Compenso Individuale Accessorio, anche per le supplenze Covid, recuperando mensilmente fino a 257,50 euro per i docenti (Rpd) e fino a 64,50 euro mensili per il personale ATA (Cia).
Nello specifico, grazie all’azione dell’Anief, patrocinata dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giuseppe Miceli, le tre nuove sentenze emesse in Calabria evidenziano come “la pacifica circostanza del mancato riconoscimento ai fini retributivi dell’anzianità maturata nel predetto periodo risulta illegittima alla luce delle norme europea e delle sentenze della Corte di Giustizia europea: di fatto, l’Italia continua ad eludere il principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo indeterminato e lavoratori a tempo determinato sancito dalla direttiva 1999/70/CE, attuativa dell’allegato accordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso il 18/03/1999”. Ai giudici non è rimasto altro da fare che accertare e dichiarare il diritto dei ricorrenti “alla progressione retributiva maturata in forza dei contratti a tempo determinato stipulati con il M.I.U.R. per l’arco temporale meglio specificato in parte motiva e per l’effetto, condanna il M.I.U.R. al pagamento delle differenze retributive corrispondenti ai suddetti incrementi stipendiali dovuti, oltre interessi legali dalla maturazione e sino all’effettivo soddisfo”.
L'Anief ricorda a tutti i lavoratori che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto all'integrale ricostruzione di carriera commisurata agli effettivi anni di servizio prestati con contratti a tempo determinato e per ottenere immediatamente il corretto inquadramento stipendiale. Per ulteriori informazioni e aderire al ricorso, clicca qui.
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