La scienza non produce opinioni, ma conclusioni sulla base di evidenze e acclarati studi sperimentali. Quando però non fa comodo quello che sostiene, non si prende in considerazione. È quanto sta accadendo con le sempre più numerose testimonianze prodotte da virologi e docenti universitari sul sicuro aumento dei casi di positività nei prossimi giorni, a seguito della ripresa delle attività didattiche ordinarie in presenza dopo le festività natalizie, voluta contro tutto e tutti dal Governo pur con un numero di contagi di Covid-19 mai così elevati.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “essere tornati in classe oggi con la prospettiva di vedere incrementati i contagi e di essere messi in dad in modo coatto rappresenta una decisione scellerata, le cui conseguenze verranno a breve pagate da tutti. Pensare che la scuola possa fare fronte all’allargamento a macchia d’olio del Covid, non avendo provveduto a realizzare neanche una delle disposizioni indicate, puntando tutto su inutili Green Passe e vaccini obbligatori, rappresenta un atto di quasi autolesionismo”.
Nelle ultime ore, si si è esposto pubblicamente su questo punto, anche il professor Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute e ordinario di Igiene all’Università Cattolica di Roma, secondo il quale sul ritorno in classe “non si stanno prendendo decisioni sulla base delle evidenze scientifiche. In questo modo non si fermerà la pandemia. E le scuole chiuderanno de facto, perché con i contagi in classe scatterà la didattica a distanza”. Ricciardi ha aggiunto che “nell’insieme le misure prese non sono basate sull’evidenza scientifica a cui si è voluto derogare. E questo è pericoloso. La situazione è esplosiva”. Categorico è stato anche Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario IRCCS Galeazzi di Milano, secondo cui indubbiamente “la situazione dell’epidemia è in crescita, siamo in una fase espansiva esponenziale. La riapertura delle scuole porterà un ulteriore stress e temo che il valore giornaliero dei contagi continuerà ancora a crescere almeno fino alla fine di gennaio”.
Marcello Pacifico, leader dell’Anief, chiede quindi al Governo i motivi di tanta incoerenza: “Cosa si vuole dimostrare con questo ritorno, se non mettere in risalto che in quasi due anni non è stato fatto nulla? Perché si è tornati senza avere sdoppiato le classi, ampliato gli spazi scolastici, aumentato sedi e personale? Perché non si è fornita la popolazione scolastica di mascherine Ffp2? Perché si continua a pensare che la ventilazione nelle aule si può fare anche solo aprendo le finestre, anche se la temperatura è sotto lo zero come in questi giorni? Perché i miliardi del Pnrr dedicati alla scuola non sono stati investiti per questo? Perché – conclude Pacifico - l’istruzione si deve accontentare di 40 milioni di euro da una delle leggi di Bilancio più avare verso la scuola?”.
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