Il 2021 è alle spalle: è stato un anno difficile, contrassegnato ancora da Covid, con le scuole costrette a ricorrere spesso alla didattica a distanza, ma soprattutto con il Governo che non è stato in grado di mettere nelle condizioni migliori i docenti e il personale scolastico per garantire le lezioni in presenza. Anief nel corso degli ultimi 12 mesi ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per pungolare il legislatore nell’assicurare una didattica comunque di qualità, ma anche per difendere i diritti dei lavoratori, docenti e Ata, precari e di ruolo, che mai come in questo periodo di pandemia hanno pagato il conto di norme sbagliate e di un contratto di categoria da rivedere in molte parti. Partiamo dalla fine, dall’approvazione di queste ore della Legge di Bilancio 2022, che a colpi di fiducia ha confermato la poca considerazione di chi governa per la Scuola, contro la quale Anief ha scioperato ed è scesa in piazza a Roma il 10 dicembre scorso.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda i successi del sindacato, le tante sentenze vinte a favore del personale scolastico, le migliaia di assemblee svolte nelle scuole e guarda con ottimismo al 2022: “Daremo l’anima per farlo diventare l’anno delle risposte al Covid, dimezzando il numero degli alunni per classe e aumentando gli spazi, considerando anche che le classi pollaio riguardano ben mezzo milione di alunni, oltre che trovare la soluzione definitiva al problema endemico del precariato, ripristinando il doppio canale di reclutamento, anche da Gps, e dando il giusto riconoscimento a chi lavora nelle nostre scuole. Come Anief non possiamo più tollerare che chi ha un contratto da più di 36 mesi di supplenze svolte non abbia un contratto a tempo indeterminato: con il nuovo anno, anche attraverso la contrattazione, cercheremo di arrivare a soluzioni chiare sugli organici e allo sblocco dell’assegnazione provvisoria, oltre al passaggio verticale del Personale Ata ignorato dalla manovra di bilancio. Come bisognerà eliminare i vincoli sui trasferimenti e valorizzare con risorse adeguate il personale docente e amministrativo: un obiettivo che si realizzerà anche grazie alle Rsu che verranno rinnovate la prossima primavera. Sono impegni importanti per una categoria dimenticata che attende il rinnovo del contratto da oltre tre anni e non si può certo accontentare di meno di cento euro di aumento lordo medio a lavoratore”.
UN ANNO DI SCUOLA, MESE PER MESE
Negli ultimi 12 mesi, le risposte ai lavoratori della scuola, che continuano ad essere vessati e discriminati da norme sbagliate e ottuse, sono arrivate ancora una volta dai giudici. Nell’ultima decade del 2021, è significativa la posizione presa dalla Corte Costituzionale, secondo la quale assumere i supplenti serve anche a fermare il malcostume dell’abuso dei contratti a termine. Una brutta prassi che ha indotto il giovane sindacato a introdurre un apposito Calcolatore, per fare quantificare in modo automatico a ogni docente e Ata – anche di ruolo - quanto gli deve le Stato: le differenze retributive riguardano i supplenti pagati meno del dovuto, le mensilità estive sottratte, i risarcimenti non assegnati anche per le assunzioni ritardate, le ricostruzioni di carriera incomplete, gli scatti professionali negati. Tutte questioni già impugnate, con il tribunale che in alta percentuale ha dato ragione al sindacato: come la Cassazione, che sulla ricostruzione di carriera incompleta di un docente ha detto che non si può fare e che i soldi sottratti, fino a 20mila euro, vanno restituiti. Anief ha quindi deciso di impugnare la norma dell’obbligo vaccinale imposto al personale scolastico, convinta che sia illegittima, discriminante e in contrasto con quello che dice Bruxelles sulla libertà di scelta dei cittadini europei. Una decisione che fa il paio con quella del Green Pass obbligatorio, sul quale a sua volta diversi giudici hanno avuto diverse cose da ridire.
Al giudice, come al legislatore, il sindacato autonomo ha anche chiesto di disapplicare la norma che impone il vincolo alla mobilità per decine di migliaia di lavoratori, pur in presenza di valide ragioni per ricongiungersi alla famiglia e di posti vacanti dove accoglierli. Anief ha quindi rivendicato i tamponi gratuiti, ma anche diverse indennità, tra cui quella di rischio biologico, la stessa che si accorda ai sanitari, e ottenendo solo quella di sede per i docenti delle piccole isole: il sindacato ha quindi spiegato nelle opportune sedi che se si vuole cancellare il gap stipendiale servono almeno 300 euro netti a lavoratore. Tra le vittorie, seppure non complete, ci sono quella del prolungamento dei contratti Covid docenti e Ata, per ora fino al 31 marzo 2022, e dell’introduzione dell’attività motoria alla primaria (anche se solo nelle classi quarte e quinte).
L’organizzazione sindacale autonoma si è quindi opposta alla proposizione di concorsi, ad iniziare da quello in corso di svolgimento riservato ai docenti di infanzia e primaria, contrassegnati da esclusioni dei candidati dalle prove immotivate, come pure per esclusioni affrettate, compilazione di graduatorie inadeguate e distribuzioni dei posti errate. Anche per specializzare i docenti su sostegno, che continua a sfornare 90mila supplenze l’anno. È stata quindi stralciata la norma che avrebbe introdotto nella scuola l’assegnazione di risorse aggiuntive solo ai dipendenti che mostrassero adeguata “dedizione” verso la professione. Anief ha quindi proseguito la battaglia per difendere i diplomati magistrale assunti in ruolo con riserva e poi licenziati. Tra le sentenze vinte c’è quella della Corte di Cassazione che lo scorso novembre ha dato ragione all’Anief confermando il diritto al punteggio nelle graduatorie per il servizio militare prestato non in costanza di nomina. Sempre sui supplenti, Anief a novembre ha realizzato uno studio sui precari, dopo che erano state sottoscritte almeno 180mila supplenze annuali, con richiesta di interventi nella Legge di Bilancio e un tavolo tecnico con il ministero. Tra le varie istanze del sindacato c’è stata anche quella della Carta da 500 euro annue da allargare a tutto il personale scolastico, di cui ha cominciato ad interessarsi anche la Corte di Giustizia UE.
Ad ottobre, sempre la Corte di Giustizia europea ha stabilito che la formazione dei lavoratori va fatta fuori l’orario di lavoro e retribuita. Sempre nello stesso mese, il giudice italiano ha accolto il ricorso Anief per far svolgere le prove suppletive ai candidati che non avevano potuto partecipare al concorso straordinario della secondaria per colpa del Covid. In quei giorni, il Ministero decide, su spinta del sindacato, che è possibile presentare messa a disposizione anche se inseriti nelle Gps e in graduatoria d’istituto. Nel frattempo, il capitolo stipendi nel 2021 è diventato tragicomico: si è arrivati al terzo anno di blocco e Eurydice ha detto che di fatto il fermo è da un lustro. E l’età del personale docente italiano è diventata sempre più alta, senza che il Governa faccia nulla per anticiparne il pensionamento tranne che per i docenti e collaboratori della primaria.
Nel mese di settembre, tra le varie sentenze vinte c’è quella interessante sul passaggio di ruolo da infanzia-primaria a secondaria: il giudice ha stabilito che è illegittimo non riconoscere il servizio nel ruolo precedente. Da segnalare anche una serie di sentenze vittoriose in tutta Italia sull’assegnazione della retribuzione professionale docenti anche i supplenti “brevi”. E anche sul sostegno ai disabili, che per il giudice deve sempre avere assicurato il diritto all’istruzione. Anief ha quindi detto la sua sulla gestione dei miliardi in arrivo da Pnrr, anche al fine di arrivare a più personale e sedi scolastiche, e meno alunni per classe. Ad inizio settembre, il giudice ha anche stabilito che chi insegna istruzione e formazione professionale è un docente dello Stato che va ammesso ai concorsi pubblici. Nello stesso periodo, Anief proclamava lo sciopero in occasione del primo giorno di scuola anticipando quella che sarebbe diventata una contestazione nazionale per la mancanza di un protocollo di sicurezza da adottare nel corso dell’anno scolastico, delle disposizioni utili a tornare in classe in condizioni adeguate grazie ad investimenti corposi e perché solo una parte delle scuole è a norma, con il 9% del personale ancora da nominare.
Nel mese di agosto il sindacato ha negato la sua firma sul Protocollo sicurezza proposto dal Ministero, che composto in quel modo, senza nemmeno il distanziamento fisico minimo di un metro e con classi non sdoppiate in aule rimaste immutate come spazi e dispositivi di aerazione (inesistenti), non offriva certezze almeno sufficienti per poter svolgere o fruire delle lezioni in classe. Poi Anief ha impugnato l’obbligo del Green Pass, contro il quale ha prodotto anche una partecipata petizione on line, rivendicando pure la mancanza di adeguata riservatezza sui dati personali dei lavoratori, ha avviato l'azione legale per i docenti esclusi dalle procedure di nomina in ruolo straordinaria da GPS, ha chiesto con fermezza l’immissione in ruolo dei docenti di religione precari che attendono il concorso da quasi vent’anni e non che non risultano contemplati nella procedura in arrivo. Il giovane sindacato è tornato poi a contestare e a ricorrere contro l’esiguo e sbilanciato numero di posti del nuovo Tfa Sostegno, ha fatto ricorso anche per l’immotivata cancellazione della Call veloce che avrebbe agevolato diversi precari nell’immissione in ruolo, ha ribadito la considerazione, sempre per le assunzioni a tempo indeterminato delle liste degli idonei ai concorsi, ha seguito passo passo le procedure di stabilizzazione del 2021, decisamente sproporzionate, fornendo assistenza ai precari interessati.
A luglio, Anief è tornata a chiedere pubblicamente i dati sull’incidenza tumorale tra il corpo insegnante, chiedendo ancora una volta di anticiparne il pensionamento così come avviene per le forze armate, quindi poco dopo i 60 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. Ancora di più perché, come gli Ata, i nostri insegnanti risultano tra i più anziani al mondo. Il sindacato ha quindi contestato l’obbligo del corso di formazione obbligatorio da 25 ore al di fuori dell’orario di servizio, la mancanza di provvedimenti (fortemente rivendicati) nel decreto Sostegni bis, per il quale si è scesi anche in piazza, la formazione di classi pollaio addirittura da 51 alunni, la ferma opposizione al vincolo sulla mobilità invece confermato dal ministro Patrizio Bianchi, l’esclusione di un esercito di precari dalla prima fascia GPS, poi in parte recuperati con il cambio della norma.
In piena estate, ancora l’Anief ha prodotto una serie di emendamenti salva-scuola al Decreto Semplificazioni, ha contestato l’esclusione di due terzi dei candidati al concorso Stem, ha quantificato in 260mila i posti vacanti nella scuola italiana, definendo quelli di ogni categoria, ha seguito da vicino la ripartizione dei fondi del Pnrr destinati alla scuola, chiedendo attenzione per i precari, il reclutamento scolastico e la valorizzazione del personale.
A giugno Anief ha inanellato l’ennesima vittoria in tribunale sulla ricostruzione di carriera, anche per il “gradone” 0-3 anni, pure per il personale Ata: i giudici hanno stabilito che va riconosciuto immediatamente e per intero il servizio pre-ruolo; ha quindi alzato la voce per la mancanza di attivazione dei corsi abilitanti, con tanto di ricorso al Tar; si è consumata, inoltre, ancora una sentenza favorevole sulla precedenza per assistenza al genitore disabile nei trasferimenti interprovinciali. Intanto, Marcello Pacifico, leader dell’Anief, è stato eletto presidente dell’Accademia Europa per i prossimi 4 anni dal consiglio direttivo della Cesi. Il sindacato ha incassato, quindi, lo stop da parte del Tar per il nuovo Pei non conforme alle necessità degli alunni disabili; è riuscito a fare produrre domanda di assegnazione provvisoria e utilizzazione ai Dsga neo assunti e anche l’indennità di funzione, pari a 15mila euro. Sul sostegno ai disabili ha ottenuto una straordinaria sentenza con le ore previste dal PEI che d’ora in poi potranno solo essere aumentate e non più ridotte. Sul passaggio di ruolo da infanzia a secondaria, il giudice ha ribadito che è illegittimo non riconoscere il servizio nel ruolo precedente. Sui trasferimenti i docenti e Ata sono stati accontentati solo nella metà dei casi: per Anief potevano essere molti di più. Sul record dei contratti a termine della scuola, inoltre, è stata presentata una proposta ufficiale.
A fine maggio, Anief ha sottoscritto a Palazzo Chigi il Patto per la Scuola, con il quale il Governo e il ministro dell’Istruzione hanno dato il via libera alla revisione di punti strategici come reclutamento, formazione, stipendi e numero di alunni per classe. Le parti si sono anche impegnate per assumere i precari direttamente da Gps: un accordo storico, però poi in gran parte non attuato da amministrazione ed esecutivo che dovranno quindi assumersi la responsabilità di tale mancanza. Sempre in quei giorni hanno riscosso particolare successo le assemblee on line indette da Anief, per illustrare anche le proposte di modifica del nuovo contratto collettivo nazionale. E sono state emesse nuove sentenze di condanna e risarcimento per l’abuso di precariato. Anief ha quindi detto la sua su come migliorare la didattica a seguito del calo demografico e ha anche posto l’attenzione su uno studio Eurydice, secondo il quale in Italia si registrano aumenti stipendiali modesti anche dopo 35 anni di servizio, con Romania, Polonia e Slovenia che stanno meglio dei nostri docenti e Ata. Ha quindi prodotto un’altra sentenza che reputa illegittimo il vincolo di 5 anni sul sostegno senza tenere conto del servizio pre-ruolo. Ha preso atto che per il Consiglio di Stato i risarcimenti ai lavoratori non vanno tassati. Grazie all’azione dell’Anief, il Tar del Lazio ha ammesso nuovi candidati alle suppletive del concorso straordinario. Sui posti di specializzazione di sostegno, il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 3655/2021, ha detto che devono rispettare il fabbisogno. La giovane organizzazione sindacale ha quindi ribadito che le classi devono essere al massimo con 20 alunni, in presenza anche di uno solo disabile: una norma che continua a non essere rispettata. Anief ha quindi accolto con entusiasmo la proposta lanciata dall’ex premier Giuseppe Conte sul riscatto gratuito della laurea. E ha ancora presentato ricorso per la valutazione intera dei periodi pre-ruolo nella compilazione dei punteggi delle graduatorie d’istituto e anche per la valutazione per intero del servizio in scuola paritaria.
Nel mese di aprile, il sindacato ha ricordato l’inutilità delle prove Invalsi in tempo di Covid e le difficoltà nella realizzazione della Scuola d’estate, a partire dal mancato coinvolgimento del personale Ata. Ha quindi chiesto ufficialmente la mobilità del personale sul 100% dei posti liberi, di modificare le norme sui nuovi concorsi nella PA che rischiano di discriminare idonei e precari, di allargare gli organici del personale andando anche a modificare la Nota annuale. L’Anief ha quindi vinto in tutta Italia sul riconoscimento del diritto alla Retribuzione Professionale Docenti, invece negata dall’amministrazione. Il 26 aprile ha quindi organizzato l'Ata day, con la presentazione della nuova piattaforma contrattuale ed assemblee nei territori. Per poi presentare il suo nuovo piano di reclutamento al ministero dell’Istruzione. Anief ha quindi preso atto delle novità contenute nel D.lgs 151/2001 che prevede per i dipendenti pubblici con figli di età inferiore a tre anni il diritto all’assegnazione di una sede di servizio temporanea, fino a un massimo di tre anni, nella provincia o nella regione dove l’altro genitore esercita la propria attività lavorativa: per il sindacato, quindi, l’assegnazione temporanea, spetta a chi ha figli di età inferiore a tre anni, anche in deroga al vincolo quinquennale, e per questo è stato predisposto apposito ricorso. Come pure per l’assegnazione dei buoni pasto per il personale Ata e anche per l’accesso con licenza media per il profilo di collaboratore scolastico. Anief ha quindi ricordato che i precari della scuola e della sanità devono essere stabilizzati e sono ormai scaduti i due mesi di tempo per rispondere all’ultimatum della Commissione europea: la condanna dell’Italia si avvicina. Ha quindi espresso tutto il suo disappunto, in tutte le sedi, per avere appurato che nell’anno del Covid e del record di posti liberi, vi sono decine di migliaia di docenti e Ata tenuti lontano da figli, congiunti e genitori anziani.
A marzo, Anief ha presentato ricorso contro il vincolo quinquennale di permanenza nella sede d’immissione in ruolo neoassunti. Il giorno 30 Marcello Pacifico, presidente Anief, è tra i sottoscrittori del Patto di Innovazione e coesione sociale, per i dipendenti pubblici. Sull’Istruzione domiciliare, l'Anief vince al TAR del Lazio: va attivata anche per la Scuola dell'Infanzia. Il sindacato si è quindi soffermato su una delle sue più antiche battaglie: affermare gli stessi diritti per i lavoratori della scuola precari e di ruolo. Sempre a marzo, sui docenti di religione cattolica interviene il procuratore generale della Corte di giustizia europea, per il quale la normativa italiana impedirebbe la loro stabilizzazione. Negli stessi giorni, l’Inail riconosce il Covid-19 come malattia invalidante nella scuola, così Marcello Pacifico chiede l’indennità per docenti e Ata. La Cassazione, intanto, dice basta alle discriminazioni relative alle ricostruzioni di carriera del personale. Anief incontra anche la ministra dell’Università Cristina Messa, alla quale rivolge le sue richieste a tutela dei lavoratori.
Nel mese di febbraio, Anief torna a dire basta allo sfruttamento senza prospettive di stabilizzazione dei Dsga facenti funzione e alla pratiche Inps portate avanti dalle segreterie scolastiche. Ribadisce, quindi, il diritto dei lavoratori alla disconnessione, come sostiene anche una risoluzione del Parlamento europea. Arriva quindi un’altra sentenza, patrocinata da Anief, che avalla il risarcimento del personale non assunto dopo 36 mesi con sentenze importanti per i precari storici. Si riapre quindi la speranza per i diplomati magistrale, con più di 50 mila maestri che possono tornare a sperare nell’assunzione in ruolo. L'Anief vince anche per i supplenti temporanei: illegittimo non riconoscere la Retribuzione Professionale Docenti alle supplenze brevi. A proposito del concorso straordinario in corso a Trento, Anief ricorre per lo scorrimento delle graduatorie per l’immissione in ruolo degli idonei e lo stesso fa a Bolzano. Nel frattempo scatta l’allarme per gli iscritti scuola dell’infanzia: si registra il 15% in meno rispetto al 2013-14 e Anief che di anticipare l’obbligo formativo a tre anni. E sulla ricostruzione di carriera del personale Ata, la Corte d'Appello dà ragione all'Anief: il Ministero viene condannato per violazione della normativa europea. Intanto, il Covid non dà tregua: uno studio della Rockefeller Foundation dice che con test rapidi e distanziamento i contagi sono abbattuti, Anief lo sostiene da tempo.
A gennaio, Marcello Pacifico, presidente Anief, torna a ricordare che un docente precario costa allo Stato più di uno di ruolo. In quegli stessi giorni, il Comitato europeo dei diritti sociali condanna l’Italia, dando ragione al sindacato Anief sul ricorso n. 146/2017, presentato nel 2017, che mette il dito contro la politica perpetrata dai governi italiani sulla reiterazione dei contratti a termine sottoscritti nei confronti degli insegnanti precari. Prendono anche il via i 100 seminari Anief di legislazione scolastica. Per gli scioperi arrivano nuove regole: più trasparenza per le famiglie, tre periodi off limits per proclamarlo. Scoppia il caso di una maestra che dopo 20 anni dal concorso vinto è ancora precaria nell’anno del boom di posti che vanno a supplenza, con Anief che chiede di cambiare le regole. Ad inizio anno si procede anche con una revisione del dimensionamento delle istituzioni scolastiche autonome, ma è solo un primo passo. Nel frattempo, il sindacato chiede anche la revisione del contingente scolastico italiano all'estero. E sugli scatti di anzianità non assegnati durante il precariato, i tribunali confermano che possono essere riconosciuti anche dopo l'immissione in ruolo. Infine, si riduce al 25% la quota dei trasferimenti del personale per colpa del contratto integrativo sottoscritto dai sindacati firmatari e non certo dall’Anief.
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