Secondo il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, mandare in Dad gli alunni non vaccinati non è discriminante “perché è coerente con il punto fondante con cui abbiamo affrontato la pandemia fin dall’inizio: la sicurezza viene dalla vaccinazione”. Il ministro ha aggiunto che il Governo ha “la massima attenzione per i nostri bambini, ma il messaggio che abbiamo dato è indirizzato in modo responsabile ai loro genitori: richiamiamo tutti a una responsabilità collettiva alla quale le famiglie non possono sottrarsi”.
Pronta la replica di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Mi preme ricordare al ministro Bianchi che il diritto costituzionale all'istruzione in una scuola senza barriere, senza discriminazioni e libera, vale per tutti gli alunni italiani, con o senza vaccino. Inoltre, esiste una differenza profonda tra raccomandare e obbligare: se si lasciano a casa gli alunni non vaccinati non è per la loro salute ma per l'incapacità dei Governi degli ultimi due anni di garantire lezioni in classe in sicurezza; e non è il vaccino che protegge dall'attuale variante Omicron, ma quel distanziamento fisico che nessuno ha voluto far rispettare dalla variante Delta”.
“Quando un milione e 300mila studenti seguono le lezioni in didattica digitale integrate - continua Pacifico - sono certamente discriminati: poi possiamo anche aggiungere che in qualche modo possono partecipare alla lezione e che siano salvi, ma sempre esclusi sono. È la stessa logica distorta che ha portato a sospendere il personale che non si è fatto somministrare il vaccino: in Germania, Inghilterra e Stati Uniti, nel frattempo, l’obbligo vaccinale è caduto persino per il personale sanitario. credo proprio che sia ginto il momento di cancellare le restrizioni ora anche in Italia”, conclude il presidente Anief.
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