Anche la Corte Costituzionale sostiene la tesi del sindacato: assumere a tempo indeterminato serve a contrastare l’abuso dei contratti a termine. La posizione è giunta con la sentenza 250/21 del 21 dicembre scorso, con cui i giudici sono intervenuti in ordine a una questione di costituzionalità sollevata dal Tribunale del Lavoro di Massa, su un contenzioso riguardante rapporti di lavoro con contratti di somministrazione presso le pubbliche amministrazioni. Secondo Orizzonte Scuola, la sentenza della Corte contiene alcuni “principi che possono essere in linea generale di riferimento anche per la scuola. dove la stabilizzazione pare ad oggi essere un miraggio”. Inoltre, la Corte aveva già chiarito con un’altra sentenza, la n. 89 del 2003, che la diversificazione, tra il settore pubblico e il settore privato, della disciplina dei rimedi dell’inosservanza delle regole imperative sul contratto di lavoro a termine non si traduce in una illegittima e discriminatoria riduzione della tutela attribuita al pubblico dipendente. Ne consegue che quella di assumere in ruolo il personale “altro non è che una questione di volontà politica che il legislatore dovrebbe raccogliere”: pertanto l’immissione in ruolo “sarebbe costituzionale, legittima e rispettosa dello Stato di diritto, cosa che il precariato ripetuto negli anni non lo è”.
Anief ricorda che da anni si batte per l’immissione in ruolo di decine e decine di migliaia di precari storici, rivendicando l’applicazione della risoluzione dell'Unione europea del 2018 che impegna la Commissione a trovare delle soluzioni sull’abuso di precariato, come pure una sentenza della Corte di Giustizia UE che Anief ha ottenuto con un reclamo collettivo nel 2020, sempre sul medesimo tema. “Stiamo portando avanti la nostra battaglia, l’abbiamo condotta con convinzione – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – convinti che l’Unione europea alla lunga si imporrà per evitare il perdurare dell’abuso di precariato: puntiamo alla stabilizzazione automatica, dopo 24-36 mesi di supplenze, anche non continuative. Ci stiamo battendo anche perché non è giusto che i precari lavorino senza avere avanzamento di carriera: è la prima cosa che abbiamo denunciato nei tribunali, anche quelli d’Europa, che hanno detto ‘no’ alle discriminazioni tra docenti di ruolo e precari: abbiamo ottenuto dei risarcimenti. Per questo motivo abbiamo predisposto un Calcolatore automatico: un dispositivo che, automaticamente e in pochissimi minuti, stima quanti soldi sono stati sottratti, anche per la negazione dei mesi estivi o del riconoscimento completo della ricostruzione di carriera”.
La giustizia si pone in soccorso dei tanti precari sfruttati e licenziati per anni come se fossero delle pedine. Con una presa di posizione resa pubblica poco prima di Natale, i giudici della Corte Costituzione – scrive la stampa specializzata - hanno considerato che il frequente ricorso, da parte delle pubbliche amministrazioni, ai contratti a termine, di formazione e lavoro, di somministrazione e, in genere, alle forme contrattuali flessibili – pur consentito solo per esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o eccezionale, ma spesso reiterato oltre i previsti limiti temporali – ha determinato situazioni di precariato, cronicizzate nel tempo. Sempre per la Corte, ciò ha indotto il legislatore ad introdurre procedure di “stabilizzazione”, finalizzate all’obiettivo dell’assorbimento dei lavoratori precari nel personale stabile con contratti a tempo indeterminato: si tratta di assunzioni che costituiscono uno strumento di reclutamento derogatorio rispetto a quello ordinario del pubblico concorso, in quanto introducono un percorso riservato ad una platea ristretta di soggetti, che risultino in possesso di determinati requisiti e abbiano maturato un determinato periodo di esperienza lavorativa in ambito pubblico, secondo dettagliate disposizioni previste da specifiche leggi. Nel documento, infine, si riportano alcuni esempi di procedura di stabilizzazione.
In conclusione, “alla fine è una questione di volontà politica. La stabilizzazione del precariato nella scuola è fattibile e conforme ai principi costituzionali, malgrado alcune sentenze anche della Cassazione tendano a disconoscere ad oggi questa possibilità, limitandosi a sostenere il diritto al risarcimento del danno a livello economico, per non parlare di decreti come quello sviluppo del 2011, forse le carte in tavola potranno cambiare con la Corte di Giustizia Europea, i cui pronunciamenti a livello di interpretazione della norma saranno vincolanti ma spetterà ai giudici interni decidere come applicarli”.
Anief ricorda a tutti i lavoratori che è ancora possibile ricorrere per vedersi riconosciuto il diritto all'integrale ricostruzione di carriera commisurata agli effettivi anni di servizio prestati con contratti a tempo determinato e per ottenere immediatamente il corretto inquadramento stipendiale. Inoltre, il sindacato tutela supplenti pagati meno del dovuto, che ha avuto mensilità estive sottratte, risarcimenti non assegnati anche per le assunzioni ritardate, ricostruzioni di carriera incomplete, scatti professionali mai assegnati: con un apposito Calcolatore, Anief è in grado di far quantificare allo stesso lavoratore – docente e Ata - il recupero delle differenze retributive.
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