Durante tale periodo l'inflazione è salita di sei punti e le condizioni di lavoro sono peggiorate anche sulla sicurezza
È il terzo proclamato dal più giovane sindacato tra i rappresentativi dopo quello del primo giorno di lezione in ogni regione e del 10 dicembre scorso. Dal 3 febbraio, giorno in cui il ministro Bianchi ha incontrato le parti sociali per illustrare l'atto di indirizzo, nessuna notizia in Aran per le trattative di un contratto già scaduto. Allo stato attuale, sono previsti se si sblocca il tavolo 2 mila euro di arretrati e cento euro di aumenti in media da gennaio 2022, anche se Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha chiesto al Governo di onorare l'impegno assunto a maggio di destinare risorse aggiuntive al personale scolastico.
Per l’intero giorno di domani è in programma una giornata di mobilitazione di tutto il personale scolastico: il sindacato Anief ha infatti proclamato lo sciopero nazionale del comparto d’istruzione. Alla base delle motivazione dello sciopero c’è una lunga piattaforma: si va dallo sblocco del contratto, fermo da 40 mesi, all’allineamento degli stipendi all’inflazione nel frattempo cresciuta di quasi 10% (7 punti tra il 2008 e il 2018 al netto degli ultimi aumenti contrattuali e altri 2 punti al netto delle nuove risorse stanziate nelle ultime leggi di bilancio); dalla necessità di rivedere i livelli e i profili professionali alla richiesta di parità di trattamento tra personale precario e di ruolo; dal prevedere specifiche indennità di incarico, sede e burnout, considerando l’alta incidenza di malattie gravi e invalidanti dopo i 60 anni, all’esigenza sempre più impellente di sdoppiare le classi e garantire la sicurezza a scuola; non da meno è l’importanza dell’adeguamento degli organici di fatto e Covid agli organici di diritto, oltre all’eliminazione dei vincoli ai trasferimenti e ai passaggi di ruolo. Come è sempre più indispensabile stabilizzare i precari e assumere gli idonei dei concorsi, fermare gli ingiusti licenziamenti e le illegittime sospensioni, come pure ogni forma di discriminazione.
“Un primo piccolo passo in avanti lo abbiamo ottenuto nei giorni scorsi – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel presentare lo sciopero di domani – ed è stato quello di ascoltare delle dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi orientate finalmente a favore dei diritti dei lavoratori della scuola e a rimarcare il prezioso lavoro delle organizzazioni sindacali. È chiaro che però non ci basta, perché servono anche nuove leggi e quindi la volontà del Governo e del Parlamento di cancellare le tante storture che impediscono al personale di potere operare in condizioni almeno dignitose, in un’organizzazione proficua e contando su stipendi superiori come minimo al costo della vita. Ci sono delle realtà, come quella del reclutamento e del precariato, che non possono più attendere; altre, come il rinnovo contrattuale, sulle quali siamo oltre il tempo massimo”.
“Con quella di domani – continua Pacifico – è già la terza volta, nel corrente anno scolastico, che decidiamo di proclamare lo sciopero: l’ultima era stata lo scorso 10 dicembre e in precedenza nel primo giorno delle lezioni a settembre in ogni regione. Nell’arco di questi mesi le rivendicazioni sono rimaste pressoché immutate, mentre il malcontento verso chi gestisce e organizza le nostre 8.200 scuole è cresciuto: segno della mancata attenzione da parte di chi governa l’istruzione in Italia per i bisogni della gente, degli studenti e delle loro famiglie. Domani ci fermiamo prima di tutto per loro”, conclude il presidente Anief.
I motivi dello sciopero Anief di tutto il personale scolastico in programma domani 25 marzo.
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