Il sindacato rappresentativo è intervenuto in VII commissione del Senato, AA67 sul “contrasto ai crescenti episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico”. Daniela Rosano, segretaria generale Anief, ha illustrato la memoria che l’organizzazione sindacato ha prodotto.
Il sindacato ha raccolto racconti di docenti che riportano episodi di violenza, provenienti spesso da contesti in cui le famiglie sono assenti. Dai provvedimenti recenti, circolari dell’8 febbraio e del 17 febbraio, si nota come il ministro abbia preso atto di questi accadimenti che ledono l’autorità e la dignità dei lavoratori della scuola.
La sindacalista ha affermato che “assistiamo sempre più frequentemente a episodi di violenza subita da personale della scuola e dai docenti in particolare nel contesto lavorativo: operare nella scuola oggi significa esporsi in prima linea a questi eventi. Con la nota dell’8 febbraio del 2023 il ministro Valditara ha preso atto di un innegabile e allarmante aumento di episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico che si verificano all’interno delle scuole, anche nel corso delle lezioni. Questi episodi costituiscono atti illeciti, intollerabili, suscettibili di provocare danni fisici e psicologici alle vittime, che ledono l’autorità e l’autorevolezza dei docenti, nonché la dignità di tutto il personale. Come giustamente riportato in una recente circolare dell’USR Sicilia, gli atti di violenza nei confronti del personale scolastico assumono valenza anche nei confronti del Ministero dell’istruzione e del merito, in quanto gli stessi comportano un ostacolo allo svolgimento delle funzioni istituzionalmente a esso attribuite e una lesione alla sua immagine, compromettendo seriamente la qualità dei servizi, con pregiudizio del fondamentale diritto allo studio”.
“Con la nota il Ministro offre una soluzione rimettendo al centro il principio della responsabilità con la convinzione che per restituire piena serenità al contesto lavorativo degli insegnanti e del personale scolastico, nonché al percorso formativo degli studenti, sia risolutivo l’intervento dell’Avvocatura generale dello Stato al fine di assicurare la rappresentanza e la difesa del personale della scuola, nelle sedi civili e penali, ai sensi dell'articolo 44 del r.d. n. 1611 del 1933. Ricordiamo che il docente, nel momento in cui esercita la sua funzione è un pubblico ufficiale a tutti gli effetti”, ha aggiunto Daniela Rosano.
“La successiva circolare operativa del 17 febbraio scorso prevede che la tutela garantita con la nota dell’8 febbraio sia attuata nel caso in cui la condotta posta in essere nei confronti del dipendente risulti idonea a fondare ipotesi di risarcimento a titolo di responsabilità civile. Per il procedimento è previsto che il dirigente scolastico riceva l’istanza del dipendente corredata di ogni utile documentazione, comprensiva di apposita autorizzazione dell’interessato al trattamento dei dati personali necessari ai fini della tutela giudiziale, e la inoltri tempestivamente al competente Ufficio Scolastico Regionale. Il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, espletata l’ulteriore attività istruttoria resasi eventualmente necessaria, effettua una prima valutazione amministrativa della ricorrenza dei presupposti per l’attivazione della tutela accordata dall’art. 44 R.D. n. 1611/1933 e trasmette, con urgenza e comunque non oltre 10 giorni dal ricevimento dell’istanza, la documentazione al Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, che provvede a formalizzare la richiesta di patrocinio all’Avvocato Generale dello Stato”, ha detto la segretaria generale Anief.
Daniela Rosano si è anche soffermata sul fatto che è necessaria una revisione degli organici docenti sulla base di fattori di rischio: “in molti casi i docenti vittime di violenza riportano la difficoltà di gestire classi numerose soprattutto laddove sono presenti fattori di rischio per l’esplosione del disagio degli studenti. La presenza di più colleghi o di un educatore che si affianchi al docente curriculare consentirebbe una migliore gestione delle emergenze. È necessario analizzare il territorio: se un istituto che è collocato in un quartiere problematico, per abbandono degli studenti, forti flussi migratori o altro, non può avere lo stesso numero di docenti e Ata di una scuola inserita in un contesto ottimale.
La sindacalista ha parlato anche del ruolo centrale che riveste il supporto psicologico: “l'introduzione di uno psicologo nelle scuole può contribuire a ridurre il fenomeno della violenza nei confronti dei docenti identificando precocemente i segnali di disagio come l'isolamento sociale, l'aggressività e la scarsa autostima e intervenendo tempestivamente per prevenire il verificarsi di comportamenti violenti”.
“Non dimentichiamo infine che la classe docente è anche fortemente esposta a forme acute di stress ed è a rischio burnout: si tratta evidentemente di un problema culturale sicuramente più ampio cui porre mano. Fino a quando non sarà restituito il giusto riconoscimento al personale della scuola continueremo ad assistere a episodi che ne mortificano la professionalità”, ha chiosato la segretaria generale del giovane sindacato rappresentativo.
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