Il sindacalista commenta l’ennesimo fatto di cronaca che stavolta ha come protagonista un insegnante di 50 anni ipovedente picchiato e ferito gravemente dal padre di una studentessa nell'istituto comprensivo Abba Alighieri a Palermo. Il docente, una volta considerato come un’istituzione quasi massima della società, oggi è relegato ad un ruolo marginale. Su cui si additano colpe di ogni genere: dalla mancata educazione dei giovani, all’eccessiva assegnazione di compiti a casa; dallo scarso impegno ai troppi giorni di ferie e così via. Chi ci governa non ha fatto nulla per opporsi a certi luoghi comuni, privi di fondamento. Anzi, tenendo fermi gli stipendi per 10 anni e facendo trapelare la volontà di inasprire le norme contrattuali, cercando di impiegatizzare gli insegnanti, ha reso ancora più tangibile questo clima. Questi messaggi sono stati quindi interpretati dai cittadini e dalle famiglie degli alunni a seconda del proprio grado culturale. Arrivando, nei casi estremi, a far scattare la violenza nei confronti dell’insegnante, solo perché il proprio figlio ha detto, senza verificarne la veridicità, che il suo insegnante si è comportato male nei sui confronti. Cominciamo a dare rilievo al ruolo fondamentale del docente, ai fini della formazione delle nuove generazioni e della loro crescita formativo-culturale. Ricominciamo a dare loro l’autorevolezza che meritano: anche le famiglie, con cui la scuola deve sempre tenere in vita il dialogo, si adegueranno.