Nella pre-intesa sul nuovo contratto collettivo nazionale della scuola, sottoscritta qualche giorno fa all’Aran, si continuano ad ignorare tutte le sentenze e decisioni che nell’ultimo decennio hanno prodotto i tribunali nazionali ed europei: si elude la giurisprudenza sui contratti a termine, si nega la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, non si ottiene il riconoscimento per intero del servizio pre-ruolo nella ricostruzione di carriera e nelle graduatorie interne d’istituto. Risulta particolarmente grave che non si adeguino le norme sul personale precario, dopo che il Governo italiano ha fornito ampia rassicurazioni al Consiglio d’Europa in risposta al reclamo collettivo n. 146/17 presentato da Anief.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Se ancora il CCNL 2006/09 poteva discriminare i precari perché coloro che l’avevano firmato, evidentemente, non ritenevano applicabile al precariato scolastico la direttiva UE n. 70/99 sui contratti a termine e il principio di non discriminazione sotteso, dopo le sentenze degli ultimi anni tutti si aspettavano un cambiamento di rotta. Invece, le sentenze della Corte di giustizia UE, della Corte costituzionale e delle Sezioni Unite Cassazione sono passate in sordina. Anziché vedere inserito nel nuovo CCNL 2016/18 il pieno riconoscimento dei diritti dei precari e il rispetto della norma comunitaria, in concreto ci ritroviamo solo con le recenti flebili osservazioni dello Stato italiano sul reclamo collettivo presentato da Anief che predispongono l’Italia ad un’altra sempre più probabile condanna per abuso di precariato. Ecco perché i sindacati firmatari FLC-CGIL, CISL e UIL, d’accordo con l’Aran, nell’intesa raggiunta il 9 febbraio sul rinnovo del contratto, ci sorprendono nel lasciare tutto come prima. Con un rinvio aleatorio ad una normativa che è stata dichiarata illegittima e incostituzionale. La domanda allora è: perché è stato firmato qualcosa di ingiusto, già condannato in partenza ad essere disapplicato dai giudici del lavoro e denunciato dallo stesso Consiglio UE? Forse la risposta la daranno tutti quei docenti e Ata, precari e di ruolo, con le elezioni RSU di aprile, quando si ricorderanno di chi l’ha costretti per l’ennesima volta a ricorrere in tribunale, mentre li avrebbero potuti tutelare nei tavoli contrattuali forti di una serie di sentenze che fanno oramai giurisprudenza.
Nel frattempo, il Miur continua ad essere condannato a risarcire ogni dipendente con decine di migliaia di euro, anche per l’assegnazione degli scatti di anzianità ai precari ed Anief prosegue i ricorsi gratuiti per attribuire il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018. Si ricorda che la violazione della normativa comunitaria riguarda anche la mancata stabilizzazione: si può quindi decidere di ricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Ai ricorsi sono interessati pure i lavoratori già assunti a tempo indeterminato.