Mobilità, sulle assegnazioni provvisorie troppe restrizioni: migliaia rischiano lo spostamento-beffa
Il personale scolastico non può a esempio produrre domanda all'interno del comune di titolarità; a livello interprovinciale introdotti diversi vincoli, con la domanda che può essere accolta ma per finire poi di fatto lontano da dove è necessario assolvere alle motivazioni che sono alla base della domanda presentata. Il contratto sottoscritto il 21 giugno scorso è ancora al vaglio degli organi di controllo per la prevista certificazione di rito: sarebbe bene, quindi, che sulle assegnazioni provvisorie cadano gli attuali vincoli. In caso contrario, l’Anief annuncia sin d’ora che ha intenzione di tutelare tutto il personale della scuola che venisse danneggiato da tali illegittime preclusioni, lesive di oggettive esigenze personali o familiari.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le assegnazioni provvisorie sono accordate eccezionalmente, sulla base di motivazioni comprovate, sempre per un anno: che senso ha ridurne la portata, introducendo spostamenti su Ambito territoriale o genericamente su provincia? In questo modo, molti dipendenti scolastici rischiano di vedersi concessa la loro domanda. Ma poi, di fatto, non possono usufruire degli effetti in pieno, perché non sono stati collocati nel Comune richiesto. Il senso dell’assegnazione provvisoria è venire incontro a necessità personali, spesso legate a motivi di salute propri, di parenti o affini. Laddove vi sono le possibilità, ovvero posti vacanti, allora è bene procedere all’assegnazione piena. Concederla a metà costituisce un no sense che rischia di avere anche degli strascichi in tribunale. Con riflessi negativi pure sul regolare avvio dell’anno scolastico, il quale potrebbe andare a produrre spostamenti d’ufficio a lezioni abbondantemente avviate.