Con il nuovo anno, a seguito delle ultime sentenze dei tribunali, si dovranno applicare delle norme che permettano di immettere in ruolo in modo automatico tutti i supplenti, docenti e Ata, che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio: a dirlo, durante un intervento a Italia Stampa, è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Il sindacalista ha ricordato che pochi giorni fa “la Corte Costituzionale ha stabilito ancora una volta, se ce n’era bisogno, che è possibile stabilizzare il personale del pubblico impiego” e che quindi assumere i supplenti serve anche a fermare il malcostume dell’abuso dei contratti a termine.
L’inizio del nuovo anno coincide con il compimento del decennio di battaglie vinte dal giovane sindacato rappresentativo nei tribunali nazionali ed europei a tutela di migliaia di lavoratori del comparto Istruzione e non solo. Ecco, in ordine cronologico, le fondamentali sentenze ottenute dall’Anief innanzi alle giurisdizioni superiori: Corte di Giustizia Europea, Corte Costituzionale, Suprema Corte di Cassazione e Consiglio di Stato.
"Il prossimo anno si potrà andare in pensione con Quota 102, ma urge una revisione urgente del sistema perché sia più equo": a dirlo è Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief. Intervistato dall’agenzia Teleborsa, il sindacalista autonomo si è soffermato sulle prospettive previdenziali per i giovani oramai apocalittiche: "un 22enne di oggi dovrebbe lavorare fino a 81 anni per avere il 60% dell'ultimo assegno", ha detto Pacifico.
In fase di conversione in legge del D.L. "fiscale" 146/2021 (avvenuta con la Legge 2015/2021) è stato approvato un emendamento, articolo 5 bis, che prevede modifiche al trattamento economico del personale in servizio all'estero
Il 2021 è alle spalle: è stato un anno difficile, contrassegnato ancora da Covid, con le scuole costrette a ricorrere spesso alla didattica a distanza, ma soprattutto con il Governo che non è stato in grado di mettere nelle condizioni migliori i docenti e il personale scolastico per garantire le lezioni in presenza. Anief nel corso degli ultimi 12 mesi ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per pungolare il legislatore nell’assicurare una didattica comunque di qualità, ma anche per difendere i diritti dei lavoratori, docenti e Ata, precari e di ruolo, che mai come in questo periodo di pandemia hanno pagato il conto di norme sbagliate e di un contratto di categoria da rivedere in molte parti. Partiamo dalla fine, dall’approvazione di queste ore della Legge di Bilancio 2022, che a colpi di fiducia ha confermato la poca considerazione di chi governa per la Scuola, contro la quale Anief ha scioperato ed è scesa in piazza a Roma il 10 dicembre scorso.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda i successi del sindacato, le tante sentenze vinte a favore del personale scolastico, le migliaia di assemblee svolte nelle scuole e guarda con ottimismo al 2022: “Daremo l’anima per farlo diventare l’anno delle risposte al Covid, dimezzando il numero degli alunni per classe e aumentando gli spazi, considerando anche che le classi pollaio riguardano ben mezzo milione di alunni, oltre che trovare la soluzione definitiva al problema endemico del precariato, ripristinando il doppio canale di reclutamento, anche da Gps, e dando il giusto riconoscimento a chi lavora nelle nostre scuole. Come Anief non possiamo più tollerare che chi ha un contratto da più di 36 mesi di supplenze svolte non abbia un contratto a tempo indeterminato: con il nuovo anno, anche attraverso la contrattazione, cercheremo di arrivare a soluzioni chiare sugli organici e allo sblocco dell’assegnazione provvisoria, oltre al passaggio verticale del Personale Ata ignorato dalla manovra di bilancio. Come bisognerà eliminare i vincoli sui trasferimenti e valorizzare con risorse adeguate il personale docente e amministrativo: un obiettivo che si realizzerà anche grazie alle Rsu che verranno rinnovate la prossima primavera. Sono impegni importanti per una categoria dimenticata che attende il rinnovo del contratto da oltre tre anni e non si può certo accontentare di meno di cento euro di aumento lordo medio a lavoratore”.