È ancora stallo sul nuovo concorso STEM. Ministero e sindacati hanno fornito due interpretazioni diverse dell’art. 59 del D.L. 73/2021. Per le organizzazioni dei lavoratori non è condivisibile la scelta di assegnare tutti i posti residui a un nuovo concorso ordinario per le classi STEM, ignorando il nuovo concorso straordinario previsto dal comma 9-bis.
Pacifico (ANIEF): serve una ricognizione puntuale dei posti rimasti vacanti dopo le immissioni 2021/22 per assegnarli agli idonei del primo ordinario STEM e bandire la nuova procedura straordinaria anche per queste classi di concorso.
Sulle nuove certificazioni del Pei, relative al piano didattico degli alunni disabili, il Consiglio di Stato ribadisce la posizione del Tar del Lazio del 24 settembre scorso e respinge l’istanza cautelare presentata dal Ministero dell’Istruzione, poiché, hanno spiegato nella, “il succedersi dei provvedimenti cautelari aventi possibili esiti diversi rischierebbe di determinare maggiori disfunzioni amministrative di quelle prospettate dall’appello”: nel negare la possibilità di un intervento immediato, anche perchè “le linee guida sanitarie non sono state ancora adottate”, i giudici di Palazzo Spada hanno previsto la discussione in Camera di Consiglio per il prossimo 25 novembre. Anief reputa la condivisibile la posizione, oltre che in linea con le sue battaglie legali
Si è svolto oggi l’intervento, voluto dal ministero dell’Istruzione, per la presentazione delle Linee Guida sulla nascente figura del mobility manager, ai sensi della Legge 221 del dicembre 2015 si tratta di individuare una figura all’interno degli istituti con il compito di coordinare iniziative per la mobilità sostenibile in ambito scolastico. “Il tutto – scrive la rivista Orizzonte Scuola - senza riduzione di orario per il docente rispetto al proprio orario di servizio e senza che tale incarico possa essere retribuito. Il decreto, infatti, prevede espressamente che l’attuazione di tale figura deve avvenire senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Anief si dice sin da subito fortemente contrariata da questa decisione, imposta a costo zero e senza possibilità di svolgere l’incarico durante il proprio orario di servizio.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la mancanza di economie dedicate, la mancanza di esonero dal servizio, la mancanza di esonero dalla responsabilità per mansioni al di fuori della stretta competenza scolastica, nonché la discrepanza tra esigenze di spazi e tempi per il distanziamento anticovid e le esigenze di diminuire l’impatto ambientale limitando il numero di mezzi pubblici, rischiano di creare un sovraccarico di lavoro non retribuito e non riconoscibile che dovrebbe essere in capo agli enti locali, più che agli istituti scolastici”.
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha parlato ieri sera a Rai 3 di aumenti stipendiali deidocenti dichiarando che “sul bilancio corrente” si sta “facendo un ragionamento e sarà il Parlamento a dire la sua”. Sulla effettiva possibilità di centrare un rinnovo del contratto dignitoso, quindi, non basta il sì del ministero dell’Istruzione ma dipende tutto dalla volontà politica: se nella Legge di Bilancio non arriveranno ulteriori risorse, considerando anche le coperture per la perequazione e l’indennità di vacanza contrattuale, sembra che si proceda verso un rinnovo non molto superiore agli 85 euro lordi di tre anni fa.
“Se così fosse – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si tratterebbe di una linea politica in perfetta sintonia con quanto accaduto negli ultimi due decenni, durante i quali gli aumenti stipendiali dei dipendenti privati sono saliti del 20-30%, mentre quelli dei lavoratori pubblici sono sprofondati del 20% e scesi pure sotto il livello dell’inflazione. Ci ritroviamo oggi che un professionista, ad esempio un ingegnere, percepisce un compenso mensile fino a dieci volte superiore di un insegnante. E poi ci lamentiamo perché alle superiori non si trovano docenti per coprire le cattedre di discipline scientifiche: ma perché un ingegnere dovrebbe guadagnare 1.400 euro al mese per otto anni, mentre il collega con lo stesso titolo e le medesime competenze ne prende almeno 4.000? La verità è che per dare una svolta a tutto questo servono molte risorse aggiuntive nella Legge di Bilancio andando prima di tutto a coprire il reddito minimo all’inflazione. Dalle nostre stime servono incrementi di almeno 300 euro netti a dipendente”.
Le scuole hanno bisogno estremo di personale, in classe come per la sorveglianza e nelle segreterie. Invece, il Governo continua a mantenere gli organici fortemente ridotti, a seguito dei tagli attuati negli ultimi dodici anni, senza prendere provvedimenti in barba alle indicazioni e ai fondi che arrivano dall’Unione europea. A sostenerlo è Marcello Pacifico in un’intervista rilasciata alla rivista specializzata Orizzonte Scuola. È emblematica la clamorosa e ingiustificata proroga dei contratti degli Ata Covid, assunti fino al termine del 2021 e poi, nemmeno a metà anno scolastico, rimandati a casa come se la pandemia fosse terminata con il passaggio al 2022. “È una brutta notizia che conferma la volontà del governo di invertire la rotta del governo precedente”, quando i contratti furono allungati per l’intero a.s. 2020-21, e “questo dimostra che il governo non ritiene utile questo organico al di là dell’emergenza”. A questo proposito, Anief ha predisposto da subito un emendamento per allungare i contratti del personale Ata cosiddetto Covid almeno fino a giugno 2022. La verità, ha detto il sindacalista autonomo, è che “nel giro di un anno e mezzo, a parità di pandemia, il Governo pensa che la sola vaccinazione”, di fatto imposta con il Green Pass, “possa bastare, anziché sdoppiare le classi e dotare le scuole di organico aggiuntivo”.