La Legge di Bilancio entra nella sua fase decisiva: dopo l’approvazione del testo da parte del Consiglio dei ministri, che ha stanziato 30 miliardi di euro nella manovra espansiva, di cui 12 per tagliare le tasse, è nel Parlamento che si porterà a termine la parte definitiva. L’esame del testo prenderà il via a Palazzo Madama, da dove comincia l’esame quest’anno. Per le modifiche ci saranno almeno 500 milioni di euro a disposizione: si parla di interventi ulteriori al Superbonus, al Reddito di cittadinanza, agli anticipi pensionistici, ma anche all’organico Covid, della scuola che ha lasciato fuori nella prima stesura tutto il personale Ata: il fronte comune che vuole l’estensione a tutto l’organico Covid continua ad allargarsi, considerando che dopo il M5S anche la Lega si sta impegnando per presentare emendamenti e sanare la situazione. Una richiesta che è partita prima di tutti dal sindacato Anief.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, chiede: “come si fa a pensare di dimenticare decine di migliaia di amministrativi, tecnici e ausiliari licenziandoli il 1° gennaio 2022 e lasciando sguarnite più di 8mila scuola, già private di 50mila Ata negli ultimi 12 anni? La stessa nostra richiesta è arrivata dal Movimento 5 Stelle. Anche perché sta diventando una spiacevole costante: già l’estate scorso, per esempio, amministrativi e collaboratori scolastici non erano stati considerati nel Piano Estate per il recupero degli apprendimenti persi per la pandemia. A settembre è arrivato l’organico Covid dimezzato rispetto al 2020, adesso nemmeno prorogato: esortiamo senatori e deputati ad approvare quella modifica che permetterà agli Ata di portare avanti il lavoro avviato nelle scuole almeno sino alla fine dell’anno scolastico. Come pure chiediamo di trovare le risorse per arrivare ad un rinnovo del contratto che per il personale della scuola non può andare sotto i 300 euro medi a docente e Ata, dopo che anche Eurodyce e Aran hanno confermato il mancato adeguamento anche rispetto all’inflazione. L’elenco delle priorità per la scuola è lunghissimo, ma assieme all’allargamento della carta docente al personale precario, queste risposte – conclude Pacifico – sono davvero imprescindibili”.