Lavoro agile per gli assistenti amministrativi: richiedi all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. il modulo da inviare poi al dirigente scolastico
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L’emergenza Coronavirus sembra avere arrestato la volontà politica di produrre gli incrementi “a tre cifre” promessi in più occasioni dagli ultimi tre ministri ai lavoratori della scuola, anche attraverso l’accordo sottoscritto dieci mesi fa con il premier Giuseppe Conte. La verità è che l’avvicinamento degli stipendi dei docenti italiani a quello dei colleghi europei rimane però solo sulla carta. Anief chiede di essere convocata, in qualità di sindacato rappresentativo, appena verrà superato l’allarme del Covid 19.
Marcello Pacifico, leader del sindacato rappresentativo Anief: “Ben venga il taglio del cuneo fiscale, frutto dell’estensione del cosiddetto bonus Renzi da 80 euro netti anche ai lavoratori che guadagnano oltre i 35 mila euro, non fermandosi quindi più agli attuali 26.600 euro. Non vorremmo, però, che la situazione di emergenza, dovuto al contagio del Coronavirus, faccia passare in secondo piano, o nel dimenticatoio, lo scandalo degli stipendi ridicoli conferiti al corpo insegnante italiano e al personale Ata della scuola. Servono risorse immediate, fissate già all’interno del Def di primavera, come impegno formale per la prossima Legge di Bilancio: lo abbiamo detto durante l’ultimo incontro sul memorandum della PA, tenuto a Palazzo Vidoni con la ministra della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone. Lo ribadiamo ora”.
Il giovane sindacato invia richieste scritte di chiarimento agli istituto che non si sarebbero adeguati alle misure minime di sicurezza
Si parla tanto di contrasto delle classi pollaio, anche con il supporto delle ultime norme approvate col decreto Milleproroghe. A tutt’oggi, però, non ci sono disposizioni che riducono il numero di alunni per classe: il ministero dell’Istruzione, infatti, si appresta a chiedere alle scuole di allestire nuove prime classi con gli stessi parametri dell’anno passato: fino a 29 alunni nella scuola dell’infanzia, 27 allievi alla primaria e 30 alle medie. Potrebbero fare eccezione le superiori, per le quali è stato approvato un emendamento che introduce il “tetto” di 23 studenti: solo che potrà riguardare un ristretto numero di casi.
Anief torna a ribadire che per la formazione delle classi occorre superare la logica delle soglie numeriche minime e massime: “Approfittando anche del calo demografico – spiega il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico -, mai come in questo momento occorre puntare alla formazione di organici differenziati, da determinare in funzione delle esigenze del territorio, della dislocazione delle sedi scolastiche, della rete di collegamento delle istituzioni, a partire da quelle collocate nelle piccole isole o nelle comunità montane, dell’ubicazione in località a rischio, ad alto tasso di dispersione scolastica e migratorio, oltre che in zone economicamente depresse”.
Chiudere tutte le scuole e non solo sospendere le attività didattiche anche per il bene delle famiglie. Ancora una volta il personale Ata è figlio di un dio minore