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News dal mondo Anief

 

 

Rinnovo del contratto, bonus merito e diritto alla disconnessione: il festival delle polemiche inutili

È già guerra di comunicati tra Miur e sindacati Confederali. Per l’amministrazione centrale “l’importo disponibile per il bonus passa da 200 milioni annui a 160 milioni a regime (130 milioni solo nel 2018), pari all’80% di quanto riconosciuto sino ad oggi. Ma potrà crescere, anche superando il valore di 200 milioni”. Questo significa che una parte dei soldi del “merito” andrà nella Retribuzione professionale docenti, quindi anche ai precari. Replica delle sigle firmatarie: le risorse residue del bonus vengono ripartite secondo parametri definiti a livello di contrattazione integrativa nazionale. Le medesime risorse residue del bonus sono poi soggette alla contrattazione di scuola che contratterà i criteri generali per determinare i compensi. Non vi è nessuna valutazione dei docenti.

Nel frattempo, gli stessi sindacati sembrano compiacersi per avere introdotto, sempre nel nuovo contratto di categoria, l’art. 22 che “introduce una singolare novità: sono oggetto di contrattazione integrativa, a livello di istituzione scolastica ed educativa, i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare”.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): I Confederali confondono la card annuale per l’aggiornamento professionale dei docenti con le attività previste dall’ultima riforma, tutte oggetto di valutazione del dirigente. Per chi sa come stanno le cose, stiamo assistendo ad un’altra polemica inutile, vista anche l’entità dei soldi che andranno ad ogni lavoratore. La vera novità è piuttosto quella che il decreto legislativo 150/09 ora entra a pieno titolo nelle scuole, con il placet delle organizzazioni rappresentative dei lavoratori. I fondi verranno assegnati, infatti, attraverso la valutazione soggettiva di ogni lavoratore della scuola che andrà ad incidere su parte dei compensi e sulla loro carriera. E sul suo diritto alla ‘disconnessione’ si scopre l'acqua calda, perché il personale non ha alcun obbligo di consultare i propri mezzi elettronici al di fuori dell’orario di servizio. Il diritto alla disconnessione non è concesso. Tanto fumo per niente.

 

News dal mondo Anief
13 Febbraio 2018
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Contratto, 8.400 vice-presidi traditi dai sindacati Confederali: addio indennità di ruolo superiore

Per la prima volta, dopo vent'anni, scompare l'indennità di presidenza istituita con l'art. 69 del CCNL del 1995 e ribadita dall'art. 146 del CCNL 2007: in occasione del rinnovo contrattuale, sottoscritto all’Aran il 9 febbraio scorso, i sindacati Flc-Cgil, Cisl e Uil si piegano all'interpretazione illegittima del Miur del comma 22 dell'art. 14 della Legge 135/12. Producendo oltre al danno la beffa, perché allo stesso tempo ridimensionano anche il fondo del “merito” previsto dalla Legge 107/15 e utilizzato dal dirigente scolastico per compensare almeno una parte di quelle funzioni superiori negate dal legislatore.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Quella del vice-preside rischia di diventare una prestazione lavorativa quasi da volontariato e ciò accade ancora una volta con il beneplacito dei sindacati rappresentativi. I quali, anziché evidenziare l’ingiustizia e impugnare la norma di legge come ha fatto Anief, la recepiscono nel nuovo contratto, con un accordo che mortifica la professionalità dei collaboratori e sostituti dei capi d’istituto: il fatto diventerà ancora più grave a settembre, quando quasi una scuola su tre andrà in reggenza, dopo che una su quattro è stata accorpata o cancellata negli ultimi dieci anni dai tagli della politica.

Per maggiori informazioni: Ricorso Anief per il riconoscimento dell'indennità di reggenza e sostituzione DS ai vicari.

 

 

News dal mondo Anief
12 Febbraio 2018
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Iniziativa Anief “Sostegno: non un'ora di meno!” - vittoria anche a Napoli per la tutela dei diritti degli alunni disabili

Nuova vittoria dell'iniziativa 'Sostegno, non un'ora di meno!' promossa dall'Anief per la tutela dei diritti degli alunni con disabilità. Sempre possibile contattare il nostro sindacato per avere consulenza e informazioni sulle ore di sostegno negato scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Le famiglie degli alunni con disabilità cui il Miur nega il corretto apporto di ore di sostegno hanno nuovamente avuto ragione in tribunale grazie all'iniziativa “Sostegno, non un'ora di meno!” promossa dall'Anief e dalla sua rete di legali su tutto il territorio nazionale. Stavolta è il Tribunale Amministrativo di Napoli, su ricorso patrocinato dagli Avvocati Walter Miceli, Ida Mendicino, Dolores Broccoli e Elena Boccanfuso, a condannare il Miur e l'Amministrazione scolastica e ad imporre loro l'integrazione del PEI per la corretta attribuzione del monte ore di sostegno a beneficio di un alunno in situazione di handicap.  Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Questa è una vittoria particolarmente soddisfacente per la nostra iniziativa perché ribadisce ancora una volta che l'Amministrazione deve erogare il servizio didattico predisponendo le misure di sostegno necessarie per evitare che l'alunno altrimenti fruisca solo “sulla carta” del percorso di istruzione. Con la rappresentatività ci impegneremo perché il diritto all'istruzione e all'integrazione degli alunni disabili non venga più calpestato né dal Miur, né dalle singole amministrazioni scolastiche”.

 

 

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12 Febbraio 2018
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Contratto, il Miur ringrazia i sindacati Confederali per aver messo a regime l'Istituto del merito

Sull’ammontare effettivo dei fondi pubblici destinati a premiare i docenti migliori e sulle regole per distribuirli all’interno di ogni istituto, l’amministrazione bacchetta Flc-Cgil, Cisl e Uil: rispetto a quanto previsto dal decreto legislativo 165/01 e modificato dalla riforma Brunetta 150/09, confluito nella Legge 107/2015, nulla cambia con il rinnovo contrattuale firmato il 9 febbraio. Il nuovo contratto “prevede che le scuole contrattino i criteri generali per la determinazione dei compensi previsti dal cosiddetto bonus dei docenti. Quindi non i criteri valutativi, ma i criteri per la determinazione del suo ammontare”. E a regime, le somme complessive e individuali sottratte al monte annuale del merito per essere spostate sugli stipendi saranno ridotte.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Niente cambia per l'amministrazione, la quale ricorda come la gran parte del fondo istituito dalla Legge 107/2015 a regime sia sempre attribuito dal dirigente scolastico, secondo i criteri già sperimentati. In contrattazione andrà solo il quantum da attribuire. La spiegazione del Miur serve anche a confermare come tutta l’operazione porti degli aumenti individuali imbarazzanti. Perché quest’anno il fondo del merito professionale dei docenti, sempre a detta del Miur, sarà decurtato di 60 milioni di euro, quindi meno dei 100 inizialmente indicati, poi ridotti a 80. Se già si trattava di somme esigue, figuriamoci ora: una volta che saranno distribuiti a pioggia tra 1 milione e 200 mila lavoratori, nelle tasche dei dipendenti della scuola andranno alla fine meno di 4 euro netti a testa al mese. Ma di cosa stiamo parlando? Il merito lavorativo, introdotto da decreti e leggi dello Stato, non può di certo essere scalfito da un accordo contrattuale; allo stesso modo, cercare di convincere l’opinione pubblica che la scuola ha ottenuto uno aumento di stipendio addirittura più alto degli altri comparti è pura demagogia.

 

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12 Febbraio 2018
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Rinnovo contratto, le vere cifre sugli aumenti sono altre: pure i sindacati firmatari ammettono che almeno il 32% è di tassazione

Con colpevole ritardo, ora la Flc-Cgil, la Cisl scuola e la Uil scuola dicono che le decurtazioni ci sono e non sono affatto ridotte: quindi, gli incrementi reali netti vanno dai 55 ai 71 euro netti. Considerando anche gli arretrati-mancia del biennio 2016-17, collocati tra i 271 e i 412 euro, la teoria dei numeri gonfiati rischiava di rivelarsi un boomerang: quando, tra qualche settimana, il personale si sarebbe trovato in busta paga degli incrementi stipendiali fortemente inferiori, i Confederali non avrebbero fatto proprio una bella figura. Tuttavia, le stesse organizzazioni sindacali non chiariscono ancora se gli aumenti sono al lordo dipendente o al lordo Stato: si tratta di un “particolare” rilevante, perché nel secondo caso si applicherebbe una decurtazione ulteriore del 15%. E gli aumenti veri sarebbero in media di appena 40 euro mensili medi.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Solamente se si vince il ricorso per recuperare l'indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale proposto da Anief e gratuito per gli iscritti si avranno molti più soldi. A pensarci bene, i sindacati che hanno firmato questo contratto indegno, dopo tanti anni di blocco, non potevano fare di più, alla luce della scarsità degli stanziamenti governativi. Quello che potevano certamente fare, però, era non sottoscriverlo. Per poi anche presentarlo come un ottimo risultato: sicuramente per loro, ma non per i lavoratori che gli hanno conferito il mandato.

 

News dal mondo Anief
11 Febbraio 2018
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ANIEF INFORMA

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