Per il giovane sindacato ne servirebbero altri 80 mila: la metà per il tempo pieno e gli altri per ritornare alla riforma ante Gelmini su insegnamento per moduli, con il docente specialista in lingua inglese, a cui aggiungere i maestri specializzati in educazione motoria. Non serve annunciare bei disegni di legge sui social se poi ci si infrange contro i paletti della legge di stabilità. Si creano aspettative inutili per famiglie, docenti e Ata, salvo poi scontrarsi con delusioni più cocenti. Basterebbe approvare gli emendamenti suggeriti da Anief e correlati dalle dovute copertura finanziarie, peraltro, in alcuni casi riprese proprio dalle proposte di legge già presentate. Mille posti in più per il tempo pieno sono pioggia nel deserto.
Ora, con l’aumento proposto nella manovra dal primo partito di Governo, non basterebbero 20 anni per allargare il tempo pieno in tutti gli istituti primari d’Italia. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): dopo tanti annunci sul tempo pieno al Sud, rispetto ai 40 mila posti da attivare, pensarne soltanto, forse, mille significa non risolvere il problema degli organici, né dei gap dei numeri che penalizzano il Meridione su livelli di apprendimento, tasso di disoccupazione e abbandono scolastico, che in certe zone raggiunge quasi il 50%, vero preludio al triste e inarrestabile fenomeno dei Neet.