Ai sensi del CCNQ 13 luglio 2016. La firma non è scontata, considerato che i confederali che hanno firmato il contratto nel comparto non hanno la maggioranza in questo tavolo. Per Udir il tema della perequazione interna deve essere affrontato una volta per tutte e superato in linea con quanto stabilito dal legislatore, sia in tema di stipendio tabellare che di salario accessorio. Le risorse della Buona Scuola, invece, devono essere utilizzare per estendere la RIA a tutti gli assunti dopo il 2001. Il tema sarà affrontato domani durante un convegno nazionale organizzato dal giovane sindacato nel capoluogo siciliano. Partecipa pure tu.
Ulteriore vittoria dei legali Anief avverso le procedure della mobilità straordinaria posta in essere dal Miur durante l’anno scolastico 2016/2017: nuovamente sotto accusa l’algoritmo ministeriale che ha spostato con criteri a dir poco discutibili i docenti da una parte all’altra dello stivale. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): questa è solo una delle problematiche legate alla mobilità. Bisogna rivedere tutte le regole nel rispetto dei principi costituzionali e eurounitari.
Il Tribunale del Lavoro di Velletri, su ricorso patrocinato dagli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Marco Di Pietro e Salvatore Russo, accoglie la richiesta di una docente trasferita dall’algoritmo “impazzito” del Miur addirittura in altra regione rispetto a quella di appartenenza e condanna il Ministero imponendogli il rispetto del principio costituzionale del merito. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “L’utilizzo del famigerato “algoritmo impazzito” nella mobilità 2016 ha portato il Miur e gli organi competenti, nella maggior parte dei casi, a commettere macroscopici errori durante le varie fasi della mobilità straordinaria penalizzando la meritocrazia e il punteggio dei docenti che ne facevano richiesta in favore di un criterio del tutto arbitrario. Con la nostra rappresentatività ci batteremo ai tavoli contrattuali per sanare tutte le illegittimità ancora contenute nel CCNI come il mancato punteggio assegnato al servizio nelle scuole paritarie, il mancato computo del preruolo per il quinquennio di sostegno o l’illegittima valutazione parziale del servizio da precari nelle graduatorie interne d’istituto”. L'Anief ricorda che è sempre possibileaderire ai ricorsi sulla mobilità 2018 per quanti hanno dichiarato titoli e servizi di cui rivendicano la valutazione.
La novità è inserita a pagina 26 del contratto di Governo che Movimento 5 Stelle e Lega Nord stanno sottoscrivendo in via definitiva e che a breve verrà sottoposto al parere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: la nuova soglia, inserita nel capitolo “Pensioni, stop alla Legge Fornero”, potrebbe contenere delle differenziazioni o delle riduzioni di assegno per l’uscita anticipata.
Il giovane sindacato ricorda che dal prossimo 1° gennaio l’Italia diventerà di gran lunga il Paese più severo di tutti in fatto di pensioni: una circostanza confermata dalla Circolare Inps n. 62 del 4 aprile scorso. Oggi in Europa, in media, un insegnante lascia la cattedra a 63 anni. In Francia ancora prima, perché si consente ai docenti di andare in pensione a 60 anni, al massimo a 62. Altri, come la Germania, che con circa 25 anni di insegnamento permettono di lasciare il lavoro. Come se non bastasse, va ricordato che ammesso che si riesca ad anticipare l’accesso al pensionamento, questi docenti percepiranno in media un assegno pensionistico ridotto, rispetto al 2011, fino all’8%. L’unica vera ancora di salvataggio introdotta dagli ultimi due governi è stata l’Ape Social, l’anticipo pensionistico, fino a circa tre anni e mezzo, finanziato con un prestito pagato direttamente dallo Stato: peccato che sia rimasto relegato ad una quindicina di professioni, inglobando, nel settore più esposto al rischio burnout, solo i maestri della scuola materna.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Chiediamo di includere l’operato di docenti e personale Ata tra i lavori usuranti: studi di lunga portata, come il ‘Getsemani Burnout e patologia psichiatrica negli insegnanti’, hanno confermato che per i lavoratori della scuola il burnout presenta percentuali molto più alte che in altre professionalità, con un’alta incidenza di malattie psichiatriche ed oncologiche. Non possiamo pensare che, per salvare centinaia di migliaia di cittadini che operano da decenni per lo Stato, non si riescano a trovare dei fondi che invece si reperiscono magicamente per salvare aziende o banche: il Governo che si sta allestendo deve sapere che il “lavoro educativo” è un “ambito professionale particolarmente esposto a condizioni stressogene”, soprattutto tra i docenti più giovani e caratterialmente fragili o emotivi. Pensare di mandare queste persone in pensione a 67 anni significherebbe produrre un danno sicuro a loro e ai giovani in formazione, perché affidati a personale anziano, stanco e sottoposto a patologie di vario genere.
Il TAR Lazio, con la sentenza n. 5357/2018, segna la disfatta del Ministero dell'Istruzione nella vicenda dell'esclusione dei docenti in possesso di diploma ITP dal concorso 2016. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l'accesso al concorso 2016 e alla II fascia delle GI sono un atto dovuto nei confronti di quanti da anni lavorano nella scuola pubblica come precari e non hanno mai avuto neanche la possibilità di abilitarsi attraverso procedure ordinarie.
È una nuova soddisfazione quella che arriva dal TAR Lazio e una nuova conferma di un successo tutto targato Anief che vede l’emanazione da parte del TAR del Lazio di una nuova sentenza di pieno accoglimento che conferma il diritto alla partecipazione alle prove concorsuali 2016 per Insegnanti Tecnico Pratici dei docenti in possesso dello specifico diploma che dà accesso alle classi di concorso ITP. Gli Avvocati Alberto Agusto e Corrado Resta ottengono ancora una volta ragione sul Miur in tribunale con la condanna dell'amministrazione resistente al pagamento di 1.500 Euro di spese di soccombenza. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La partecipazione al concorso 2016, così come l'inserimento nella II fascia delle Graduatorie d'Istituto sono un atto dovuto nei confronti di tanti docenti che da anni lavorano nella scuola pubblica come precari e non hanno mai avuto neanche la possibilità di abilitarsi attraverso procedure ordinarie. Come sindacato non potevamo non intervenire per sanare ancora una volta le illegittimità poste in essere dal Ministero dell'Istruzione nei confronti di migliaia di lavoratori che avevano tutto il diritto di accedere alle procedure utili per ottenere l'immissione in ruolo”.
Ad essere esclusi, dopo la mancata sottoscrizione del contratto siglato lo scorso 20 aprile, saranno lo Snals e la Gilda. E sono più che fondate le ragioni della loro impugnazione contro l’art. 22 del CCNL 2016-2018: a dargli ragione è anche la sentenza n. 231/2013 della Consulta, la quale, seppur intervenuta nel settore privato, ha ribadito come violerebbe il principio di uguaglianza, nonché di libertà sindacali, una norma come quella contrattuale che impedisce la partecipazione alla contrattazione, ancorché integrativa o d’istituto, ovvero aziendale, ai rappresentanti sindacali di associazioni rappresentative ma che non hanno voluto firmare il contratto ritenuto ingiusto o illegittimo.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Aspettiamo di conoscere l’esito di questa vicenda e ci costituiremo in giudizio non appena ci certificheranno la rappresentatività raggiunta alle ultime elezioni Rsu, svolte lo scorso mese di aprile, perché non è possibile considerare i rappresentanti dei lavoratori sulla base del consenso adottato o meno su un contratto, per la cui stesura potrebbero pure avere un ruolo fondamentale ed ora però vengono lasciati a casa. Quei sindacati hanno pieno diritto a partecipare alla contrattazione integrativa: certe modalità quasi ‘punitive’ non hanno più motivo di esistere.