Marcello Pacifico (Anief-Cisal): L’esperto di finanza e risparmi pubblici conosce a fondo i problemi della scuola, perché a seguito dell’incontro da noi organizzato a Roma a Palazzo Bonadies, quando era Commissario per la spending review italiana, cambiò la sua idea iniziale sulla necessità di tagliare anche sull’istruzione pubblica: un concetto ribadito qualche mese fa, prima delle elezioni del 4 marzo, quando Cottarelli disse di non avere mai proposto tagli alla Scuola, perché per la pubblica istruzione e la cultura non spendiamo affatto troppo rispetto al prodotto interno lordo. Pertanto, il nuovo Governo, anche se provvisorio, è chiamato ad approvare un decreto urgente che assicuri il regolare avvio del nuovo anno: bisogna urgentemente riaprire le GaE, da dove sono stati scalzati decine di migliaia di maestri con diploma magistrale, una parte dei quali addirittura già immessi in ruolo; trasformare tutti i posti oggi in organico di fatto in quello di diritto, che corrisponde ad un travaso di quasi 100mila cattedre e alcune decine di migliaia di posti di Ata; immettere quindi in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, attraverso il doppio canale di reclutamento.
Nel 2013 vennero presentati a Cottarelli dei dati che oggi più che mai rimangono attuali: mentre non sono stati toccati i costi della politica, delle società partecipate e delle consulenze, nell’ultimo decennio abbiamo assistito a ridimensionamenti importanti in settori chiave del nostro welfare. Ad iniziare dalla scuola, il più colpito con il 75% dei tagli di tutta la P.A.: basti pensare alla riduzione di un sesto del personale e dell’orario degli studenti, di un terzo dei dirigenti e delle scuole autonome, l'utilizzo perpetuo del precariato per il 15% dei posti in organico al fine di evitare il pagamento degli scatti di anzianità ora precluso anche ai neo-assunti.