A distanza di oltre due anni dall’approvazione della Legge 107/2015 che ha potenziato il progetto di collegamento con le aziende, gli studenti del triennio finale delle scuole superiori continuano ad avere pochissime tutele e attendono ancora l’approvazione dello statuto dei loro diritti che garantisca qualità e gratuità degli stage. Il risultato è che i giovani continuano a sentirsi sfruttati. Solo qualche mese fa, con le nuove regole in atto, in Sicilia, dei giovani hanno denunciato di essersi ritrovati a fare i camerieri, i gelatai e le maschere del cinema. Oppur di servire hamburger ai tavoli e allevare cozze. O ancora, di fare i commessi per una nota casa di moda, in attesa che questa selezionasse lavoratori all’altezza della situazione. La studentessa di un alberghiero di Bari è finita a lavare i bagni e a fare volantinaggio, per dodici ore consecutive. Non si tratta di casi isolati. In alcuni di questi sono state avviate delle vere e proprie vertenze, ma “i ragazzi hanno paura a fare nomi e cognomi, temono ritorsioni”.
Eppure, in base alle nuove norme, l’Alternanza scuola-lavoro è destinata a diventare uno dei tasselli più importanti del nuovo Esame di Stato della secondaria. A risolvere il problema non possono essere nemmeno i mille tutor inseriti nelle scuole, attraverso la sottoscrizione di un accordo con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, frutto di un progetto in capo all’Anpal: dovrebbero essere almeno il doppio. Diventa anche importante verificare l’efficacia della piattaforma Miur per l’applicazione dell’alternanza, annunciata da tempo dallo stesso Ministero dell’Istruzione. Lo stesso vale per la carta dei diritti degli studenti e delle studentesse in alternanza, su cui un mese fa è arrivato il via libera della Conferenza Unificata, in precedenza del Consiglio di Stato e su cui a breve si esprimerà il Consiglio del Ministri.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Con la riforma Renzi-Giannini le attività di alternanza Scuola-Lavoro sono diventate formazione didattica a tutti gli effetti: per gli studenti, le esperienze pratiche svolte in azienda, ma anche nei musei, diventano infatti anche requisito d'ammissione agli Esami di Stato. Peccato che non ci sia ancora uno statuto nazionale utile per stipulare convenzioni con i datori di lavoro, in modo da scongiurare il rischio di sfruttare i ragazzi. Come il nostro sindacato ha da tempo denunciato. Rimane poi irrisolto il problema degli studenti privatisti che non possono svolgere attività di alternanza scuola-lavoro.