Dopo il via libera allo sciopero UDIR del 25 maggio giunto ieri dalla Commissione di garanzia e la comunicazione del Miur, i presidi che intendono aderire possono finalmente porre in essere gli adempimenti previsti dalla normativa vigente. I dirigenti scolastici, infatti, possono scioperare solo previa comunicazione al direttore generale del proprio Ufficio Scolastico Regionale. UDIR mette a disposizione la modulistica.
Il conteggio deriva dalla somma dei precari abilitati vincitori di concorso presenti nelle Graduatorie di Merito e in quelle a esaurimento: Campania, Lazio, Lombardia e Sicilia sono le regioni che presentano il maggior numero di docenti ancora da immettere in ruolo. La maggior parte dei precari è presente nella graduatoria della scuola d’infanzia e in particolare in Sicilia e Lazio. Segue l’insieme dei docenti delle secondarie di I e II grado, quindi la primaria. Per avere un quadro completo della gravità della situazione, occorre anche considerare, in lista di attesa, anche i 250mila insegnanti precari collocati nelle graduatorie d’istituto, sia come abilitati sia come laureati con titolo acquisito.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): stando così le cose il quadro del precariato scolastico italiano è destinato a peggiorare. Noi, però, non stiamo a guardare. Abbiamo impugnato lo stato di stallo dei nostri governanti in tutte le sedi possibili: nei tribunali italiani, dove non si contano più le sentenze favorevoli ai ricorrenti, con risarcimenti danni riguardanti i mancanti scatti di anzianità, i periodi estivi e la stabilizzazione ritardata oltre modo; ci siamo poi rivolti alla giustizia transnazionale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Le impugnazioni del giovane sindacato sono o stanno per essere recepite dal Consiglio d’Europa, dalla Commissione per le Petizioni del Parlamento Ue e dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo, sempre per consentire la stabilizzazione di tutto il personale docente e Ata scolastico. Anief ricorda che è ancora possibile effettuare la preadesione al ricorso per l’inserimento immediato nelle GaE, a seconda della propria posizione da tutelare, collegandosi on line sul portale Anief. Per ulteriori informazioni sui ricorsi Anief e agire in tribunale per ottenere le medesime progressioni stipendiali dei lavoratori a tempo indeterminato, il risarcimento del danno per illecita reiterazione di contratti a termine e l’eventuale stabilizzazione, cliccare qui.
Anche dopo gli investimenti del Governo Renzi, a oggi in Italia non esiste una scuola a norma. I nostri dirigenti scolastici rischiano la pena dell’arresto o dell’ammenda, la sanzione pecuniaria amministrativa, perché sono individuati come datori di lavoro. Poi, però, a ben vedere, sono sprovvisti del potere di spesa per la gestione e manutenzione delle strutture e degli impianti dei plessi. A tal fine deve essere cambiato il Testo Unico sulla materia con un capo specifico che passi la responsabilità dal conduttore al proprietario dell’immobile. Perché tutto ciò comporta un’amplificazione dei rischi fisici per i fruitori dell'edificio. Ai numeri negativi si aggiungono le notizie di cronaca, come quelle di pochi giorni fa, quando le istituzioni sono state costrette a chiudere tre scuole del casertano. Un altro motivo per aderire allo sciopero Udir dei dirigenti scolastici del prossimo 25 maggio, confermato in queste ore dalla Commissione Garanzia.
Marcello Pacifico (Confedir-Udir): se i dirigenti dovessero arrivare a chiudere le scuole da loro dirette non si pensi di denunciarli per aver commesso reato di interruzione di pubblico servizio. Perché i presupposti per aver preso una decisione del genere sono stati messi su non certo dai presidi ma, piuttosto, dall’amministrazione centrale che gestisce scelte e fondi. Il tutto avviene mentre gli stessi capi d’istituto subiscono l’ennesimo taglio degli stipendi. Il sindacato Udir mette a disposizione un proprio team di esperti su questi problemi specifici, impegnandosi nel contempo a chiedere una modifica parlamentare delle norme.
Ancora una volta i legali Anief ripristinano la legalità e fanno condannare il Ministero dell'istruzione per illecita reiterazione di contratti a termine. Per ottenere il rispetto della propria professionalità, è ancora possibile aderire ai ricorsi Anief.
Palese discriminazione nei confronti dei docenti precari e abuso di contratti a termine, questo quanto emerge dalla nuova sentenza ottenuta dall’ANIEF presso il Tribunale del Lavoro di Bologna che condanna il Ministero dell’Istruzione per violazione di norme comunitarie nei confronti di un docente precario cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi nel corso degli anni. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Tiziana Sponga – che da anni tutelano con successo in tribunale i diritti dei lavoratori della scuola – ottengono la condanna del Miur al pagamento di circa 15mila euro tra risarcimento danni e condanna alle spese di giudizio.
Marcello pacifico (Anief-Cisal): sfruttare per anni il lavoro a termine reiterando contratti su posti vacanti e disponibili o non riconoscere ai precari la progressione stipendiale legata all’effettiva anzianità di servizio realizza un illecito e pone in essere una disparità di trattamento non sorretta da ragioni oggettive che contrasta con i principi comunitari in materia di lavoro a tempo determinato così come interpretati dalla Corte di Giustizia. Sono anni che ci battiamo e tuteliamo i diritti dei lavoratori della scuola per ottenere il rispetto della loro professionalità e proseguiremo in tutte le sedi opportune la nostra battaglia.
L'Anief ricorda a tutti i docenti ancora precari che è sempre possibile aderire agli specifici ricorsi promossi dal nostro sindacato.
Stamane è giunto il via libera all’astensione dal servizio dei capi d’istituto: la massima protesta sarà possibile perché il sindacato Cub ha specificato (con nota del 9 maggio scorso) che il giorno successivo è stata organizzata l’astensione dal lavoro solo per la categoria dei docenti e del personale Ata. Lo sciopero si svolgerà, nel giorno della mobilitazione organizzata dalle altre organizzazioni sindacali, per rivendicare un adeguato aumento stipendiale, dei carichi di lavoro più umani e una riduzione delle cogenti responsabilità, anche di carattere penale, che oggi più che mai contraddistinguono la professione di chi dirige un istituto scolastico. Sempre per il 25 maggio, Udir ha programmato una manifestazione nazionale a Roma e, in contemporanea, delle assemblee sindacali in varie città d’Italia.
Marcello Pacifico (Confedir-Udir): il nostro giovane sindacato si contraddistingue dagli altri perché è pronto a impugnare al Tar del Lazio tutti i Contratti Integrativi Regionali che saranno sottoscritti. Alla mobilitazione sindacale, infatti, seguirà la tutela giudiziaria con dei ricorsi specifici che impugneranno gli atti ministeriali illegittimi al Tribunale Regionale. Ma lo sciopero vuole sensibilizzare le istituzioni pure sul recupero del dimensionamento che ha cancellato 4mila scuole e ridotto un quarto degli organici, sull’esigenza di raddoppiare il Fun, assegnato invece alle altre aree dirigenziali dello Stato, sulla mancata assegnazione dei 226 euro mensili di indennità di vacanza contrattuale, in attesa del recupero di una cifra analoga per la firma del contratto da settembre 2015, sulla necessità di conferire la Ria a tutti i neo-assunti dal 2001.
Il giovane sindacato ha intanto messo a disposizione specifici modelli di diffida, finalizzati al recupero di una serie di 'voci' e diritti sino a oggi negati: Recuperi Erariali, Trattenuta TFR/TFS, Trattenuta ENAM, Indennità di vacanza contrattuale, RIA, FUN.