L’inflazione continua ad impoverire gli italiani: incrociando i dati tendenziali Istat con l’ultimo bollettino della Banca centrale europea, secondo cui il 2023 non sarà di certo l’anno della fine dell’inflazione esplosa nel 2022, risulta chiaramente che in soli 24 mesi il costo della vita è destinato a crescere di oltre 12 punti percentuali. Per i lavoratori della scuola è una “mazzata” non indifferente. Se con il rinnovo cel contratto collettivo 2019-2021, infatti, insegnanti e Ata si sono visti assicurare un aumento del 4,2%, superiore all’inflazione dell’arco temporale, con la guerra in Ucraina e il caro energia il costo della vita ha fatto registrare un’impennata che non si verificava da decenni: nel 2022 il caro vita ha sfiorato il 9% e nel 2023 i più ottimisti dicono che farà registrare il 4% ma più realisticamente si dovrebbe assestare attorno al 6%; secondo la Banca centrale europea l’aumento della vita sarà del 6,3%.