Con il comma 4 dell’articolo 4 del decreto Milleproroghe, si proroga all’anno scolastico 2019/2020 la norma che impone l’abilitazione per essere inseriti nelle liste di attesa delle scuole. La modifica, del resto, era inevitabile, vista la mancanza di percorsi abilitanti e già da quest’anno molte scuole, a fronte di graduatorie esaurite, hanno dovuto reperire i supplenti utilizzando le domande di messa a disposizione, quindi senza alcuna regolamentazione. Nelle scuole, in pratica, si sarebbe creato un caos per mancanza di aspiranti docenti collocati in regolari graduatorie.
Sempre in tema di docenti precari, l'ultima volta che furono riaperte le graduatorie (in quell’occasione le GaE) fu il 2012, sempre grazie alle pressioni dell'Anief. Anche stavolta, viene data piena ragione alla linea della giovane organizzazione su tale esigenza: lo stesso sindacato autonomo, che si è battuto nei tribunali per consentire sempre ai laureati non abilitati di partecipare anche all'ultimo concorso, dopo aver avuto ragione dal Tar per il concorso precedente, aveva presentato un emendamento simile nell'ultima Legge di Stabilità a quello che approverà ora il Parlamento italiano entro fine febbraio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è legittimo chiedersi se un laureato può ancora insegnare e inserirsi nelle graduatorie d'istituto, visto che non ha potuto partecipare all'ultimo concorso, essendo evidente il rispetto dello stesso principio di non retroattività della norma? Forse in Consiglio di Stato, i giudici potrebbero cambiare idea per la terza volta, visto che già ad aprile avevano accolto l’appello dell’Anief, per poi tornare sui loro passi.
È una cifra enorme che dovrebbe far riflettere i nostri governanti, i quali si ostinano a ergere muri contro la stabilizzazione dei lavoratori precari che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio, oltre che l’equiparazione dei diritti del personale non di ruolo con quello assunto a tempo indeterminato. Solo per l’ultimo Concorso a cattedra, l’Anief ha presentato 21mila ricorsi, facenti capo a più tipologie di aspiranti docenti esclusi. I diplomati magistrale, che hanno chiesto l’inserimento nelle GaE, sono stati 4.500; poi, ci sono state 1.400 richieste di inserimento in GaE da parte di abilitati Pas e Tfa e, ancora, altri 500 laureati in scienze della formazione primaria e con altre abilitazioni più altri 582 reinserimenti. Sono oltre 3.500 le impugnazioni presentate per chiedere stabilizzazioni, “scatti” automatici in busta paga, da estendere ai precari e per l’estensione dei contratti. Poi, ci sono i ricorsi per tante altre motivazioni, tra cui la tutela allo studio dei disabili. Non è un caso se negli ultimi dodici mesi abbiamo assistito a una vera ascesa di adesioni al giovane sindacato, con la quantità di deleghe equamente divisa tra personale di ruolo e non: a fine 2015, i lavoratori della scuola iscritti all’Anief si fermavano a 21.693, oggi sono poco meno di 30mila. Nell’ultimo periodo, boom di presenze del sindacato anche tra i media.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): sono risultati che premiano la nostra volontà di agire sempre a tutela di chi opera nella scuola, troppo spesso costretto a vedersi calpestare i propri diritti. Ora ci aspetta un anno di preparazione al 2018, quando, attraverso il previsto rinnovo delle Rappresentanze sindacali unitari all’interno degli istituti, abbiamo intenzione di diventare un sindacato rappresentativo per portare le nostre battaglie storiche in sede di contrattazione nazionale.
Una nuova vittoria in tribunale targata Anief riconosce il diritto di 13 docenti a percepire le progressioni stipendiali maturate durante gli anni di servizio a tempo determinato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Tiziana Sponga battono nuovamente il MIUR presso il Tribunale del Lavoro di Bologna e ottengono la piena equiparazione del servizio svolto con contratti a termine ai fini della corresponsione degli scatti di anzianità. Marcello Pacifico (Anief-Cisal). “Ci siamo sempre battuti contro ogni discriminazione nei confronti dei lavoratori precari e ci aspettiamo che il MIUR ne prenda atto e applichi, finalmente, le direttive comunitarie: non riconoscere le progressioni di carriera durante il precariato è illegittimo così come è illegittimo non riconoscere immediatamente e per intero il servizio preruolo nella ricostruzione di carriera”. L'Anief ricorda a tutti i lavoratori della scuola che, al momento, l'unico modo per vedersi riconosciuto il diritto a percepire gli scatti di anzianità durante il precariato e il corretto computo del servizio preruolo all'atto della ricostruzione di carriera è promuovere gli specifici ricorsi che il giovane sindacato propone gratuitamente.
I numeri sono eloquenti: solo per il Concorso a cattedra del 2016, Anief ha presentato 21mila ricorsi, facenti capo a diverse tipologie di aspiranti docenti esclusi. I diplomati magistrale, che hanno chiesto l’inserimento nelle GaE, sono stati 4.500 a cui si aggiungono quasi 1.400 richieste di inserimento in quarta fascia GaE da parte di abilitati Pas e Tfa; e, ancora, 500 laureati in scienze della formazione primaria e con altre abilitazioni, con oltre 582 reinserimenti. Sono oltre 3.500 le impugnazioni presentate per l’ottenimento delle stabilizzazioni, degli “scatti” automatici in busta paga, da estendere ai precari e per l’estensione dei contratti. Vi sono, poi, i ricorsi per tante altre motivazioni, tra cui la tutela allo studio dei disabili. Negli ultimi dodici mesi abbiamo, poi, assistito a una vera ascesa di adesioni al giovane sindacato, con la quantità di deleghe equamente divisa tra personale di ruolo e non: a fine 2015, i lavoratori della scuola iscritti al giovane sindacato si fermavano a 21.693. Nell’ultimo periodo, boom di presenze del sindacato anche tra i mass media.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): sono risultati eccezionali, raggiunti grazie alle pressioni che siamo riusciti ad esercitare attraverso i tribunali, sempre a tutela di chi opera nella scuola costretto a vedersi calpestare i propri diritti. Ora ci aspetta un anno di preparazione al 2018 quando, attraverso il rinnovo delle Rsu, abbiamo intenzione di diventare un sindacato rappresentativo, per portare le nostre battaglie storiche direttamente in sede di contrattazione nazionale, dinanzi al Miur.
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