"Mentre l'attenzione dei sindacati e di alcuni rappresentanti della Lega è tutta concentrata sul decreto scuola, destinato a non arrivare mai in Gazzetta Ufficiale perché manca l'accordo del primo partito del Parlamento, le nomine in ruolo del personale docente stanno andando a rotoli": lo sostiene il sindacato Anief secondo il quale le notizie sulle tante convocazioni andate deserte giunte nei giorni scorsi dai propri delegati sparsi nei vari territori, soprattutto del Nord Italia, a partire da Piemonte, Veneto e Liguria, vengono confermate anche da altri sindacati
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Mentre l’attenzione dei sindacati e di alcuni rappresentanti della Lega è tutta concentrata per il non risolutivo decreto scuola, meglio noto come accordo “salvo intese”, destinato a non arrivare mai in Gazzetta Ufficiale perché manca l’accordo del primo partito del Parlamento, le nomine in ruolo del personale docente stanno andando a rotoli: le notizie sulle tante convocazioni andate deserte giunte nei giorni scorsi dai delegati Anief sparsi nei vari territori, soprattutto del Nord Italia, a partire da Piemonte, Veneto e Liguria, vengono adesso confermate anche dagli altri sindacati dopo che qualche giorno fa lo stesso Miur aveva ammesso il problema.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “La situazione del precariato scolastico è ormai cronicizzata ed ora sta entrando in una fase addirittura peggiore perché si sta riuscendo nell’impresa assurda di creare nuovi supplenti, dal nulla, lasciando a casa quelli già esistenti: quest’anno, infatti, dopo che più della metà delle assunzioni andranno deserte e quasi tutte quelle su sostegno, si assegneranno decine di migliaia di posti vacanti con le ‘messe a disposizione’, ai candidati in possesso del solo titolo di studio, a volte nemmeno attinente, mentre i vincitori di concorso e gli abilitati all’insegnamento rimangono in attesa in altre graduatorie regionali e provinciali. Tutto questo è assurdo. E siccome ogni Governo che si forma fa peggio del precedente, siamo sempre più convinti che a risolvere la questione sarà la Commissione europea, la quale dopo la lettera di costituzione in mora inviata nelle scorse settimane allo Stato italiano, per abuso reiterato di precariato, si accinge ad avviare una procedura d’infrazione salatissima che stavolta lascerà il segno”.
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