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Lo studio legale Udir conferma di ritenere illegittimi il paragrafo 2.d.b. della circolare 4537/18 e le precisazioni di cui alla nota Miur 6078/18 per le discriminazioni evidenti nel trattamento delle domande presentate dai dirigenti dei diversi cicli di istruzione, contrastanti il ruolo unico. Appaiono illegittimi, ai fini della presentazione della domanda: l’obbligo di possedere un’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado; le diverse modalità di presentazione della domanda disposte e le relative tempistiche nonché l’eventuale graduazione differente; l’obbligo d’individuazione di un docente sostituto secondo criteri arbitrariamente introdotti dal MIUR o di dichiarazione della conclusione degli esami di primo ciclo di cui si è presidente nei tempi utili per lo svolgimento degli esami di secondo ciclo. È possibile aderire al ricorso gratuito al Tar Lazio entro il 20 aprile per chiedere la sospensione degli atti impugnati.
Marcello Pacifico (presidente Udir): Viste le tempistiche di nomina delle Commissioni, saranno richieste misure cautelari d’urgenza al Tar Lazio per l’ammissione delle domande prive dei requisiti contestati nonché per la sospensione dei provvedimenti impugnati.
Il Ministero dell’Istruzione ha appena pubblicato la Nota n. 360 sulle modalità e contenuti della prova di ammissione al corso di laurea in Scienze della formazione primaria relativo all’anno accademico 2018-2019: saranno ammessi, conteggiando diverse Università, circa 8mila candidati. Come si temeva, l’accesso per insegnare nelle scuole dell’infanzia e primaria è a numero programmato secondo una previsione di posti vacanti e disponibili che purtroppo non consentirà mai l’immissione in ruolo di tantissimi precari. Ciò perché dal 2012 (come prevede la Legge 14) le Graduatorie ad esaurimento sono chiuse ai nuovi laureati abilitati, né è stata prevista una fase transitoria per questo segmento d’istruzione nel decreto legislativo 59/17, applicativo della Buona Scuola.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): Se il Parlamento si ostina a tenere blindate le GaE, altri 8 mila giovani saranno truffati, convinti di seguire un percorso per diventare insegnanti, salvo ritrovarsi alla lunga ancora disoccupati e senza prospettive di stabilizzazione. È arrivato il momento di finirla con questa truffa: o si chiudono i corsi inserendo nelle Graduatorie ad esaurimento tutti i laureati in Scienze della Formazione Primaria, anche dopo il 2011, come è stato fatto con le SSIS oppure si garantisce al personale formato dalle Università la possibilità di essere assunti nei ruoli dello Stato attraverso lo scorrimento delle GaE. Lo stesso deve essere fatto per coloro che sono in possesso di quei titoli ritenuti abilitanti all’esercizio della professione, come il diploma magistrale o il diploma per insegnamenti tecnico pratici o ancora le abilitazioni conseguite a seguito della frequenza dei corsi TFA (sempre a numero programmato), PAS (sempre organizzati dalle Università), all’estero o per idoneità negli ultimi concorsi a cattedra. Non deve essere il tribunale a decidere chi ha diritto o meno ad entrare nella GaE, ma è prerogativa del Parlamento.
ROMA, 7 APR - "Ci saremmo certamente aspettati modifiche che rimpolpassero, in assoluto, lo spessore della scuola superiore di secondo grado. Sarebbe stato quindi più opportuno qualificare il titolo di studio, elevandone la qualità complessiva. Questo, avrebbe contribuito anche a spazzare via, una volta per tutte, i periodici tentativi di cancellazione del valore legale del titolo di studio: è una questione di primaria importanza, perché in tal modo si dà il giusto valore all'impegno degli studenti e si risolleva, anche a livello di considerazione sociale, l'operato di docenti e personale Ata. Anziché sulla verifica caso per caso, si è voluto puntare, invece, sulla logica dell'uniformità a tutti i costi". Lo sostiene in una nota Marcello Pacifico (Anief-Cisal) in merito alle novità sull'esame di maturità previste nel 2019. "A ben vedere, prosegue la nota, la revisione delle prove ha comunque depotenziato gli esami di maturità, perché dal 2019 si svolgeranno meno prove, solo due scritti e un'orale, ma anche ha apportato una complessiva riduzione dei punteggi derivanti degli esiti diretti dell'esame stesso. Anche il continuo investimento sulle prove standardizzate Invalsi ha collaborato in questo: stiamo andando verso un sistema che guarda sempre più alla valutazione delle nozioni e della preparazione di base, quindi ad una istruzione sempre più 'piatta'. E pensare che solo qualche mese fa, lo stesso Istituto Invalsi aveva ammesso, al termine di un monitoraggio nazionale, che occorrono politiche scolastiche differenziate in base alle esigenze del territorio e alle tipologie di scuole". "Le innovazioni - aggiunge- verteranno principalmente sulla seconda prova scritta: comprenderà più discipline, ci sarà la definizione dei quadri di riferimento, la mancanza di un riferimento esplicito ed esclusivo alle conoscenze, abilità e competenze del quinto anno e la definizione di una griglia di valutazione comune. Tra le (poche) novità positive c'è l'introduzione di un curriculum dello studente allegato al diploma, nel quale saranno indicati, in forma descrittiva, i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale, distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese". (ANSA).
Dopo avere aperto all’insegnamento dell’inglese sin dalla materna, stavolta la Ministra dell’Istruzione va oltre affermando che “si dovrebbero rendere obbligatorie le lezioni di inglese con insegnanti madrelingua fin dalla primaria: assolutamente, e questa cosa di deve portare avanti anche alle superiori, è fondamentale”. Peccato che il proposito della Fedeli sia stato espresso da Anief da diverso tempo, già all’indomani della assurda cancellazione, risalente a dieci anni fa, di 10 mila posti a seguito della scellerata Legge 169/08 che, assieme alla Legge 133/08, ha prodotto un maxi-risparmio per lo Stato a spese dei fruitori e dei lavoratori della scuola pubblica.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Sono anni che chiediamo la reintegrazione di quei posti che garantivano una maggiore qualità dell’insegnamento della lingua divenuta oggi indispensabile per muoversi nel mondo e nel mercato globalizzato. Come ci siamo battuti in tutti i modi per l’insegnamento su moduli, quindi per il tempo pieno, la cui sottrazione portò a un taglio di ulteriori 30 mila posti e ai peggiori risultati di sempre dei nostri bambini sull’apprendimento. E pensare che prima di quei tagli, voluti dall’ultimo Governo Berlusconi, l’Italia era al quinto posto dei rapporti PIRLS per apprendimento e formazione studentesca. Ora che la Ministra uscente ammette la centralità dello stesso ripristino, invitiamo il nuovo inquilino di Viale Trastevere ad ascoltarci. Perché, in questi ultimi dieci, abbiamo già compromesso la formazione linguistica di tante generazioni. Non si può, per ragioni di mera economia, sacrificare il diritto a un’istruzione completa, specifica e migliore.
Le innovazioni verteranno principalmente sulla seconda prova scritta: comprenderà più discipline, ci sarà la definizione dei quadri di riferimento, la mancanza di un riferimento esplicito ed esclusivo alle conoscenze, abilità e competenze del quinto anno e la definizione di una griglia di valutazione comune. Tra le (poche) novità positive c’è l’introduzione di un curriculum dello studente allegato al diploma, nel quale saranno "indicati, in forma descrittiva, i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale", distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese. Se ne è parlato al Congresso Nazionale della Mathesis, alla presenza di diversi esperti di settore. Il punto di partenza della discussione, visto l’argomento, non poteva che essere il decreto legislativo n. 62 della Buona Scuola sulle norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed Esami di Stato.
A ben vedere, la revisione delle prove ha comunque depotenziato gli esami di maturità, perché dal 2019 si svolgeranno meno prove, solo due scritti e un’orale, ma anche ha apportato una complessiva riduzione dei punteggi derivanti degli esiti diretti dell’esame stesso. Anche il continuo investimento sulle prove standardizzate Invalsi ha collaborato in questo: stiamo andando verso un sistema che guarda sempre più alla valutazione delle nozioni e della preparazione di base, quindi ad una istruzione sempre più “piatta”. E pensare che solo qualche mese fa, lo stesso Istituto Invalsi aveva ammesso, al termine di un monitoraggio nazionale, che occorrono politiche scolastiche differenziate in base alle esigenze del territorio e alle tipologie di scuole.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Ci saremmo certamente aspettati modifiche che rimpolpassero, in assoluto, lo spessore della scuola superiore di secondo grado. Sarebbe stato quindi più opportuno qualificare il titolo di studio, elevandone la qualità complessiva. Questo, avrebbe contribuito anche a spazzare via, una volta per tutte, i periodici tentativi di cancellazione del valore legale del titolo di studio: è una questione di primaria importanza, perché in tal modo si dà il giusto valore all’impegno degli studenti e si risolleva, anche a livello di considerazione sociale, l’operato di docenti e personale Ata. Anziché sulla verifica caso per caso, si è voluto puntare, invece, sulla logica dell’uniformità a tutti i costi.
Dall'Università Pegaso del capoluogo campano, in collegamento streaming, l'organizzazione sindacale affronterà i temi vicini ad un milione di lavoratori chiamati al rinnovo delle RSU il 17-18-19 aprile: presentati 8mila candidati all'interno di 5.000 liste.
Marcello Pacifico (presidente Anief): di fronte alla volontà di procedere rapidi su stato giuridico e merito, c’è bisogno di un nuovo sindacato, forte, che sia anche rappresentativo e portavoce delle istanze del personale della scuola, da valorizzare e non più da mortificare: per questo abbiamo lanciato l’hastag #perunascuolagiusta.
Il 16 aprile 2018 alle ore 15.00 clicca al seguente link per seguire la diretta:https://youtu.be/WCCfznsFjgE
È conto alla rovescia per il rinnovo delle Rsu per un milione di lavoratori che operano nella scuola italiana: tra meno di un mese sono in programma le elezioni dei rappresentanti dei lavoratori e l'Anief, il primo dei sindacati non rappresentativi, il 16 aprile 2018 presenta il suo programma elettorale a Napoli, all'Università Pegaso, in collegamento streaming dalle ore 15.00 alle ore 16.30.
Attraverso l'Anief Day, il giovane sindacato, che arriva a questo appuntamento dopo aver presentato 8mila candidati all'interno di 5.000 liste nelle varie scuole, intende portare all'attenzione dell'opinione pubblica le elezioni RSU 2018, le quali mai come quest'anno saranno decisive per la categoria.
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