Secondo la stampa specializzata, una questione fondamentale per il nuovo Governo “riguarda l’allargamento delle categorie dei lavori usuranti che permettono un anticipo della pensione. Ricordiamo che tra le categorie sono state inserite le maestre d’infanzia e quelle d’asilo, escludendo tutte le altre categorie di docenti”. Del resto, la necessità di fare uscire anticipatamente dal lavoro chi opera nella scuola sta diventando un tema impellente: tra i docenti, in particolare, lo stress da lavoro è altissimo e diversi studi hanno confermato che nella categoria l’incidenza del burnout è decisamente più alta che per altre professioni, specificatamente con un’alta incidenza di malattia psichiatriche ed oncologiche. L’Anief, pertanto, ribadisce tale priorità ai nuovi parlamentari e al Governo in arrivo: è bene che non ascoltino le “sirene” contrarie, ad iniziare dalle dichiarazioni del presidente dell’Inps.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il nostro sindacato chiede di inserire il lavoro di tutto il personale della scuola come usurante, con una finestra a 61 anni. Come ribadito nel corso dello sciopero di venerdì scorso, della manifestazione a Roma e negli incontri con i dirigenti ministeriali e politici, la riforma Fornero per i lavoratori della Scuola è inapplicabile: occorre quindi tornare alle condizioni precedenti a quella riforma pensionistica, in modo anche da rispettare la mancata previsione dell’ultimo ‘gradone’ stipendiale nel contratto collettivo nazionale 2016/18, oltre che favorire il turn over ciò permetterebbe di abbattere anche il precariato e ridurre finalmente quel gap generazionale-anagrafico alunni-discenti che ci ha fatto diventare la barzelletta dell’area Ocse a causa dell’età sempre più avanzata dei nostri insegnanti, oltre al sempre troppo alto numero di anni di supplenze da svolgere prima di arrivare all’immissione in ruolo.
Ricordiamo che i lavoratori pubblici che hanno necessità di chiarimenti sul loro futuro pensionistico possono chiedere una consulenza personalizzata a Cedan.