In CdM, la Ministra ha detto che, a seguito della recente ordinanza della Cassazione, le scuole stanno operando scelte che sono conformi al quadro normativo vigente in materia di tutela dell'incolumità delle studentesse e degli studenti minori di 14 anni, ma “se si vuole cambiare l'ordinamento serve un intervento in Parlamento”, perché “occorre venire incontro alle esigenze delle famiglie, chiarendo anche il quadro delle responsabilità giuridiche e penali rispetto alla tutela dei minori dopo la fine delle lezioni”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La responsabilità dei giovani, una volta usciti dal perimetro scolastico, non può essere additata ancora agli insegnanti, al personale Ata o al dirigente scolastico. Su questo il Miur dovrebbe essere chiaro. Va bene rassicurare le famiglie, ma è un modo di procedere che non condividiamo, perché significa implicitamente addossare alla scuola e a chi vi opera le eventuali manchevolezze del patto di corresponsabilità stipulato con i genitori. Fino a prova contraria, la scuola esercita un pubblico servizio che prevede dei precisi orari di apertura e chiusura. Al di fuori delle ore prestabilite, non è possibile garantire la permanenza e vigilanza del minore. Ancora di più perché in questi casi il docente dovrebbe affidare l’alunno al suo preside, che quasi sempre non c’è perché ha in media sette-otto sedi da seguire, oppure al collaboratore scolastico, che però a sua volta deve rispettare degli orari di lavoro e siccome gli ausiliari sono stati tagliati in numero drastico, sono sempre più frequenti i casi, soprattutto alle medie, di istituti che già subito dopo l’ora di pranzo sono costretti a chiudere. Oppure, si mettano nelle condizioni i comuni di prelevare tutti i minori di 14 anni e portatori di disabilità di portarli a scuola attraverso appositi pullmini.
"Non sono più in elenco le assunzioni del
personale amministrativo, tecnico ed ausiliario sui posti vacanti in
organico di fatto liberi dopo le immissioni in ruolo che avrebbero in
parte sanato i 18mila posti vacanti. Invece, è presente una modifica
per la sostituzione del personale assente, togliendo il divieto della
finanziaria 2015. Anche questa, tuttavia, non è una notizia che può
rincuorare più di tanto la categoria". A segnalarlo è l'Anief
intervendo così sul dossier scuola.
Tutto ciò, continua l'Anief, "perché 'nella legge di bilancio si
consentirà ai dirigenti di coprire le assenze superiori a 29 giorni
per assistenti amministrativi e assistenti tecnici'. Pertanto, la
stragrande maggioranza delle assenze brevi, di pochi giorni,
continueranno a non prevedere sostituzioni del titolare. Inoltre, non
è nemmeno detto che la misura venga approvata, perché risulta ancora
al vaglio della Ragioneria dello Stato". "Le scuole non possono
funzionare a giorni alterni. Il capitolo assunzioni sta rasentando la
follia" scandisce Marcello Pacifico di Anief-Cisal.
Lo stanziamento nella Legge di Bilancio 2018 è di 31,7 milioni di euro per il 2018 e di 95,12 a decorrere dal 2019: sembra che comporterà un aumento stipendiale per i dirigenti di 11.899,74 euro lordi. Ovvero corrispondente a 3.500 euro in più all’anno. Si tratta di una cifra largamente inferiore a quella che sarebbe servita per attuare una vera equiparazione con gli stipendi degli altri dirigenti pubblici, perché il gap rispetto agli altri dirigenti pubblici dell’istruzione e della ricerca è superiora agli 11mila euro.
La stessa Legge di Stabilità, inoltre, prevede lo stanziamento effettivo in busta paga solo con un anno di effetto retroattivo: in pratica, si vuole incrementare la retribuzione di posizione parte fissa, che ha effetti diretti pure sull’assegno previdenziale, solo dal 2018. Secondo il sindacato Udir, tuttavia, la retroattività del provvedimento di soli dodici mesi non basta: poiché lo stipendio rientra nell’attuale contratto collettivo nazionale di categoria, occorre procedere all’incremento stipendiale già dal 2016.
Marcello Pacifico (Anief-Udir): Ancora una volta, si sta cercando di danneggiare i dirigenti scolastici, con operazioni solo di facciata. È evidente che noi a questo gioco non ci stiamo. Al momento la retribuzione di posizione, parte fissa, dei dirigenti scolastici ammonta a 3.556 euro. Mentre per i dirigenti della stessa area della Conoscenza supera gli 11mila euro. Quindi, indipendentemente dalla parte variabile, i presidi prenderanno 8mila euro in meno, pur appartenendo allo stesso ambito. Per questo, siamo pronti a presentare ricorso che è solo il primo passo per raggiungere la perequazione esterna. La quale si basa sui fondi destinati a restituire una maggiore parte variabile, quella legata ai risultati. Nel triennio attuale non c’è quindi alcuna perequazione da attuare rispetto agli altri dirigenti della stessa area.
Non sono più in elenco le assunzioni del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario sui posti vacanti in organico di fatto liberi dopo le immissioni in ruolo che avrebbero in parte sanato i 18mila posti vacanti. Invece, è presente una modifica per la sostituzione del personale assente, togliendo il divieto della finanziaria 2015. Anche questa, tuttavia, non è una notizia che può rincuorare più di tanto la categoria. Perché “nella legge di bilancio si consentirà ai dirigenti di coprire le assenze superiori a 29 giorni per assistenti amministrativi e assistenti tecnici”. Pertanto, la stragrande maggioranza delle assenze brevi, di pochi giorni, continueranno a non prevedere sostituzioni del titolare. Inoltre, non è nemmeno detto che la misura venga approvata, perché risulta ancora al vaglio della Ragioneria dello Stato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Le scuole non possono funzionare a giorni alterni. Il capitolo assunzioni sta rasentando la follia: perché prima si è prodotto, con il Governo Renzi, un piano straordinario di 100mila assunzioni nello stesso anno dimenticando però gli Ata. La scorsa estate, Ministero dell’Economia ha poi autorizzato appena 6.200, sebbene le unità di lavoro vacanti e disponibili in organico di diritto fossero il triplo, Per non parlare di almeno altri 20mila posti in organico di fatto, in realtà liberi, Quella delle assunzioni mancate degli Ata è una storia che si ripete: due anni fa, per fare spazio ai lavoratori soprannumerari delle province, assistemmo alla pantomima del ‘congelamento’ di migliaia di posti. Poi, alla lunga, nessuno di quei posti andò ai lavoratori in soprannumero degli enti locali. Ma nemmeno al personale della scuola.
A dichiararlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, commentando i dati nazionali emessi stamane dall'Osservatorio dell'Inps riferiti al 2016: a seguito delle riforme attuate dai ministri Amato e Fornero, con il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, si sta gradualmente passando ad un’incidenza stipendiale sul quoziente previdenziale decisamente più sfavorevole ai dipendenti. Il processo, del resto, non è nuovo visto che è stato avviato a partire della fine degli anni 90, con il potere di acquisto delle pensioni che nel frattempo ha perso già il 33%. Così, se oggi abbiamo quasi il 40 per cento dei lavoratori in queste condizioni, peraltro pochi nella scuola, tra pochi decenni tali cifre saranno praticamente comuni al 90 per cento dei lavoratori. Con il paradosso che si avvicineranno sensibilmente a quell’assegno pensionistico minimo di 650-680 euro per tutti, su cui il Governo sta lavorando proprio in queste settimane. Quindi, il problema non è quello di rinviare l’innalzamento della soglia a 67 anni, come ha chiesto oggi il Pd, ma rivedere l’intero sistema che in questo modo sta mettendo in ginocchio l’intera cittadinanza ed in particolare nuove generazioni.
I provvedimenti emanati da alcune amministrazioni periferiche del Ministero dell'Istruzione (come quelli dell'USR Lazio o dell'ATP di Milano e Napoli) che in questi giorni hanno deciso di escludere gli ITP con ricorso al Presidente della Repubblica dalla II fascia delle Graduatorie d'Istituto risultano totalmente ingiustificati e lesivi dei diritti degli interessati. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Siamo intervenuti diffidando le singole amministrazioni e continueremo a vigilare. Nella gran parte d'Italia l'inserimento anche di questi ricorrenti è stato effettuato correttamente, ma chiediamo al Miur un intervento deciso, definitivo e chiarificatore”.
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