La ministra Valeria Fedeli aveva scritto a Padoan per sollecitare 25 mila stabilizzazioni necessarie per far partire senza problemi il nuovo anno scolastico. Il ministro dell’Economia replica: «Dobbiamo prima capire quanto ci costano»La ministra Valeria Fedeli aveva scritto a Padoan per sollecitare 25 mila stabilizzazioni necessarie per far partire senza problemi il nuovo anno scolastico. Il ministro dell’Economia replica: «Dobbiamo prima capire quanto ci costano»
ROMA, 20 APR - "Rispetto a quanto ci hanno detto per mesi le ministre Giannini e Fedeli, dal titolare del Dicastero di Via XX Settembre, Pier Carlo Padoan, arriva ben altra versione: le stabilizzazioni nella prossima estate saranno ridotte a 4.600". Arriva a questa conclusione l'Anief. E spiega come. "Il calcolo deriva - precisa - dalla divisione dei 140 milioni di euro concessi per l'anno in corso per 30mila euro di spesa da considerare per ogni neo-assunto (comprendente stipendi, tredicesima, arretrati e oneri vari, ricostruzione di carriera e i 500 euro per l'aggiornamento professionale). Attraverso altri 260 milioni stanziati per il 2018, si arriverà alla miseria di 13.300 cattedre spostate in organico di diritto in un biennio: un vero fallimento, se si pensa che solo nell'anno in corso ne erano state annunciate 25mila". "C'è una distanza siderale - dichiara il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - rispetto alle necessità di assorbimento del personale precario. Alla fine del braccio di ferro Mef-Miur ci ritroveremo ad assistere alla trasformazione in organico di diritto di meno del 20% dell'attuale organico di fatto. È sempre più evidente che, di questo passo, la supplentite non potrà che essere confermata e perpetrata nel tempo. Ma anche la 'ricorsite'. Perché, nel frattempo, sono sempre più i docenti che decidono di non subire determinate decisioni, lesive dei loro diritti. E sono sempre di più i tribunali che gli danno ragione".
(Teleborsa) - Gli insegnanti dovranno fare molta attenzione alle preferenze delle domande di trasferimento e passaggio: sarà infatti possibile inserire nel modello di domanda massimo 15 preferenze e di queste solamente 5 potranno essere delle scuole specifiche.
Anche i neo-assunti potranno essere collocati su una singola scuola e uscire dalle incertezze professionali derivanti dalla collocazione su ambito territoriale. Diventa fondamentale, quindi, ottenere il massimo del punteggio. E farsi valere dal proprio Ufficio Scolastico Provinciale, di conseguenza, tutti i titoli e i servizi svolti.
Secondo il sindacato della scuola Anief, ci sono diversi punti dell’Ordinanza sulla mobilità 2017 che penalizzano i docenti: non si considera per intero, a esempio, il servizio pre-ruolo; va poi rilevata la mancata equiparazione del servizio svolto nelle scuole paritarie, nonché per i periodi di supplenze su sostegno che andranno considerati per coloro che chiederanno il passaggio su posto comune; non c’è traccia nemmeno di quel punteggio massimo che si sarebbe dovuto assegnare per la presentazione del conseguimento dei titoli abilitanti o specializzanti.
"Siamo di fronte a mancate applicazioni di servizi e titoli che potrebbero essere decisivi ai fini del soddisfacimento delle domande", ricorda il Presidente del sindacato, Marcello Pacifico, aggiungendo che "tanti docenti e Ata della Scuola si stanno rivolgendo a noi per aver giustizia, perché a volte anche un solo punto può fare la differenza sull’esito della domanda di mobilità presentata. Figuriamoci quando in ballo ci sono punteggi importanti derivanti da pre-ruolo, supplenze su sostegno, servizio nelle scuole paritarie e titoli abilitanti o specializzanti".
Anief ha rotto gli indugi e ha deciso di rivolgersi al tribunale per chiedere la considerazione del precedente all’assunzione a tempo indeterminato ai docenti di sostegno che chiedono il passaggio sulla disciplina e per far riconoscere interamente tutto il servizio svolto prima dell’assunzione a tempo indeterminato, ai fini dell’individuazione dei perdenti posti attraverso le graduatorie interne agli istituti scolastici.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l'impossibilità di soddisfare il quinquennio sul sostegno computando il servizio svolto da supplente costituisce una grave lesione del diritto del docente. La questione è stata affrontata, con esito favorevole per i docenti, sia dalla curia europea sia dai tanti giudici del lavoro italiani che stanno esaminando i casi da noi patrocinati in tribunale: il servizio pre-ruolo, lo ha detto di recente pure la Cassazione per la parte retributiva, non ha nulla di diverso rispetto a quello svolto da chi è assunto a tempo indeterminato.
Per informazioni maggiori relative al ricorso contro la mancata considerazione dei periodi pre-ruolo, ai fini della mobilità 2017 (anche per ottenere un punteggio maggiore e avere ulteriore possibilità di spostamento presso una sede scolastica più favorevole) cliccare qui.
Nuove vittorie per l'Anief in favore del personale scolastico cui il Miur non riconosce sin da subito tutto il servizio svolto durante il precariato ai fini della ricostruzione di carriera. Ancora possibile aderire gratuitamente ai ricorsi Anief sia per il personale docente che ATA.
Nessun dubbio per i tribunali del lavoro di tutta Italia sul diritto all'integrale e immediata ricostruzione di carriera per il personale scolastico cui il Ministero riconosce per intero, una volta immessi in ruolo, solo i primi quattro anni di servizio preruolo. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Giovanni Rinaldi e Mirella Pulvento ottengono altre due vittorie per l'Anief presso i Tribunali del Lavoro di Torino e Trieste con la condanna del MIUR a riconoscere integralmente l’anzianità maturata dai lavoratori durante il periodo di pre-ruolo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il servizio svolto durante il precariato non può e non deve essere considerato come servizio 'di serie B' e docenti e ATA hanno pieno diritto a vedersi inquadrati nel livello stipendiale spettante in base al computo dell'intero trascorso lavorativo a tempo determinato svolto alle dipendenze del Ministero dell'Istruzione. Ancora una volta il nostro sindacato è intervenuto per sanare le storture contenute nella normativa interna e, ancora una volta, abbiamo imposto il rispetto della normativa comunitaria e del fondamentale principio di non discriminazione del lavoro precario contenuto nell'Accordo Quadro allegato alla Direttiva 1999/70/CE che, troppo spesso, il Miur dimostra di voler ignorare.
Rispetto a quanto ci hanno detto per mesi le ministre Giannini e Fedeli, dal titolare del Dicastero di Via XX Settembre, Pier Carlo Padoan, arriva ben altra versione: le stabilizzazioni nella prossima estate saranno ridotte a 4.600. Il calcolo deriva dalla divisione dei 140 milioni di euro concessi per l’anno in corso per 30mila euro di spesa da considerare per ogni neo-assunto (comprendente stipendi, tredicesima, arretrati e oneri vari, ricostruzione di carriera e i 500 euro per l’aggiornamento professionale). Attraverso altri 260 milioni stanziati per il 2018, si arriverà alla miseria di 13.300 cattedre spostate in organico di diritto in un biennio: un vero fallimento, se si pensa che solo nell’anno in corso ne erano state annunciate 25mila.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): c’è una distanza siderale rispetto alle necessità di assorbimento del personale precario. Alla fine del braccio di ferro Mef-Miur ci ritroveremo ad assistere alla trasformazione in organico di diritto di meno del 20 per cento dell’attuale organico di fatto. È sempre più evidente che, di questo passo, la supplentite non potrà che essere confermata e perpetrata nel tempo. Ma anche la ‘ricorsite’. Perché, nel frattempo, sono sempre più i docenti che decidono di non subire determinate decisioni, lesive dei loro diritti. E sono sempre di più i tribunali che gli danno ragione.
Anief ricorda che sono ancora aperti i ricorsi per essere stabilizzati, per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo, anche durante il periodo di precariato, per il riconoscimento delle mensilità di luglio e agosto in tutti quei casi in cui ai docenti si assegna una supplenza annuale fino al 30 giugno dell’anno successivo, anziché sino al 31 agosto, pur in presenza di posti privi di titolare.
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