Proprio nell’anno di attuazione della Buona Scuola, il Miur continua a risparmiare sul personale Ata. Alla cancellazione di 47mila posti, per via del dimensionamento di Tremonti-Gelmini, ha fatto seguito quest’anno la sparizione di altre 2.020 unità. Dagli istituti cresce, così, la richiesta di incremento di organico. Il Miur risponde ma sempre con il “bilancino”: in tutta la Sicilia è stato implementato di soli 80 posti. La Lombardia ne ha ricevuti appena 239 in deroga ma non bastano, comunque, a sopperire il taglio dei 392 del 2015. Intanto, le assunzioni rimangono solo annunciate e anche il “potenziamento” ha rispecchiato tale logica: è giunta una mole consistente di lavoro in più ma neanche un posto. In questa situazione di emergenza, il minimo che potesse fare il Miur era cancellare la norma taglia-supplenze brevi: non è stato fatto e, in compenso, l’amministrazione continua a tenere nascosti migliaia e migliaia di posti liberi.
Marcello Pacifico (presidente Anief): come si può investire nella scuola e, poi, risparmiare sui suoi elementi portanti? Abbiamo sempre più l’impressione che contro il personale Ata ci sia una sorta di accanimento: non si spiegherebbero, infatti, dopo due anni di blocco del turn over per via del mai compiuto assorbimento dei lavoratori delle province, le 10mila assunzioni annunciate in estate dal sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, ma di cui si sono perse le tracce. Non si comprenderebbe, inoltre, neppure la comunicazione di volontà, fatta ai sindacati solo pochi giorni fa, di realizzare un piano straordinario di immissioni in ruolo a favore del personale Ata attraverso la Legge di Stabilità ma, per il quale, ancora non si sa nulla sulla copertura economica. Nella logica degli annunci incompiuti, vi è anche il promesso concorso per Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi.