Secondo l’ufficio studi del sindacato, la prova scritta dovrebbe basarsi su domande “semi-strutturate”, articolate su una serie di stimoli chiusi, ma anche di risposte aperte che rispettino dei vincoli tali da renderle confrontabili con criteri di correzione predeterminati. Per gli orali, il maturando dovrebbe presentare un progetto, anche questo multidisciplinare, sempre frutto di un percorso durato almeno tutto l’ultimo anno scolastico. Qualsiasi novità da introdurre nel nuovo esame di fine secondaria superiore non dovrà comunque ledere il valore legale del titolo di studio e dello stesso esame di Stato, né mettere in discussione la presenza dei commissari esterni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è tempo di introdurre delle verifiche tendenti alla non discrezionalità, ma non standardizzate, perché gli alunni non possono essere valutati in modo indistinto allo stesso modo. Al Miur, inoltre, ricordiamo che senza l’estensione della scuola dell’obbligo a 18 anni, qualsiasi tentativo di modernizzazione degli esami di fine ciclo è destinato ad avere dei risultati non eccellenti. Perché la qualità del sistema passa non solo attraverso un miglioramento della didattica e della valutazione, ma anche attraverso l’abbattimento della dispersione scolastica.