La decisione è stata presa in modo unilaterale dall’Ufficio Scolastico Regionale: dalle buste paga dei presidi, riguardanti gli anni scolastici che vanno dal settembre 2012 all’agosto 2015, sottratti dai 2.300 ai 4.300 euro, a seconda della fascia. Tutto questo avviene, secondo l’Usr Sicilia, in applicazione della Legge 122/2010, che ha stabilito il blocco degli stipendi: l’Usr Sicilia, però, non ha bloccato gli stipendi, li ha tagliati. La decisione è illegittima e pericolosa: perché altre regioni potrebbero presto seguirne le orme.
Per creare una legittima “ciambella di salvataggio” ai neo assunti con il potenziamento, senza la quale rischierebbero di vivere un esodo di massa, da Viale Trastevere è partita la richiesta al Mef di poter aggiungere altre 7mila cattedre, sempre vacanti, più 23mila posti determinati dalla somma dei cosiddetti “spezzoni” di ore della stessa disciplina d’insegnamento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è l’ennesima dimostrazione che la differenza tra l’organico di diritto e l’organico di fatto è solo un alibi, dietro il quale tenere nascosto un numero altissimo di posti. È giunta l’ora di mettere in ruolo tutto il personale docente precario abilitato, anche da graduatoria d’istituto, iniziando dalle classi di concorso senza più aspiranti docenti nelle GaE, e dal sostegno, dove in diverse province ci sono tantissimi posti liberi e altrettanti specializzati.
A presentare domanda di trasferimento sono stati circa 100mila insegnanti: gli ultimi ad essere collocati, attraverso l’algoritmo del Miur, saranno proprio gli immessi in ruolo con la fase C del piano straordinario della riforma, la Legge 107/2015. Che dopo essere stati collocati nella gran parte dei casi nella provincia di appartenenza, stavolta hanno alte possibilità di vedersi spostare lontano da casa. Prima di loro, infatti, ci sono altri 50mila a prendere posto. Considerando che i docenti “potenziatori” finiranno anche nel vortice degli ambiti territoriali, con trasferimento di sede triennale e legato poi al giudizio dei dirigenti scolastici, c’è poco da sorridere.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario organizzativo Cisal): non bastava per questi neo-assunti finire negli ambiti. Che significa avere una destinazione triennale provvisoria, al termine della quale toccherà al dirigente scolastico decidere se il docente avrà meritato la conferma o meno: una condizione per tutti gli assunti del ‘potenziamento’, del resto già prevista dalla Buona Scuola. Ora si aggiunge la spada di Damocle del probabile trasferimento coatto, che anche stavolta avverrà in automatico l’algoritmo del Ministero dell’Istruzione.
Grazie ad un investimento di un miliardo, promosso dal ministro della pubblica istruzione transalpino, Najat Vallaud-Belkacem, la busta paga dei docenti d’Oltralpe presto arriverà in media a 3.900 euro lordi: una cifra vicina a quanto dovrebbe essere assegnato ai tre milioni di dipendenti pubblici italiani, se solo si allineassero gli stipendi alla metà degli aumenti dell'inflazione cresciuti negli ultimi otto anni. Con i salari dei docenti, fermi a 1.300-1.500 euro, scivolati sotto pure a quelli degli impiegati. Per questo, Anief ribadisce la necessità di ricorrere al giudice del lavoro per ottenere giustizia.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): si tagliano i fondi per adeguare gli stipendi, fermi dal 2009, al costo della vita e per diversi anni si blocca pure la progressione di carriera (tanto che nel DEF 2016 l'indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale viene bloccata almeno sino al 2018 e forse anche fino al 2021), salvo poi mettere nel piatto delle briciole frutto di ulteriori risparmi e tagli che dovrebbero premiare solo alcuni dimenticando il lavoro di tutti.
Da poche ore, le 24.00 del 3 giugno, si sono chiusi i termini per la presentazione delle domande di trasferimento del corpo insegnante della scuola pubblica. In attesa degli esiti delle domande, previsti a luglio, che potrebbero provocare uno stravolgimento rispetto alle attuali sedi di servizio, l’attenzione si sposta tutta alla prossima settimana, quando potrebbe prendere il via il confronto Miur-sindacati su come gestire le modalità di attribuzione degli incarichi triennali ai docenti destinati all’ambito territoriale, personale condannato a essere perennemente “in bilico” e senza mai una sede scolastica definitiva. Per decine e decine di migliaia di docenti, potrebbero essere fatali, nel bene o nel male, le indicazioni del Piano triennale dell'offerta formativa. Subito dopo, entreranno in scena utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie, per le quali, grazie anche e soprattutto alle pressioni del sindacato, il Governo ha deciso di aprire ai neo-assunti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): sono passati quattro anni dalla sperimentazione in Lombardia, quando di lì a poco la Consulta bocciò l'articolo 8 della Legge n. 2/2012 che la introduceva con un colpo di mano regionale. Ora, una selezione improntata su questo modello viene proposta a livello nazionale, con l’istituzione, in questo caso il Governo, che si trova incredibilmente dalla parte di chi propone e avalla un sistema di selezione del personale docente che potrebbe rappresentare la fine dell’insegnamento libero.
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